Achille VARZI

Dagli albori del 1900 fino alla F1 nel 1950

da sundance76 » 16/10/2010, 13:11

Il dialogo con Pedro59 nella sezione bibliografica in occasione dell'uscita del libro su Varzi mi dà lo spunto per dedicare un thread al grande fuoriclasse italiano, ingiustamente finito nelle penombre della Storia a causa delle sue vicissitudini personali (si innamorò della moglie di un altro pilota, e da lei fu indotto all'uso di droghe che ne spezzarono la carriera).

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Ecco due dichiarazioni di Achille:

"Per vincere, non c'è bisogno di seminare gli avversari o l'avversario, basta mettere il muso della macchina davanti al muso di quella dell'altro, magari di un solo centimetro".

"Nelle partenze non spingo mai a fondo per prendere la testa: perchè debbo correre dei rischi inutili, quando ho di fronte tutti i miei antagonisti, mentre basta avere un po' di pazienza, ed aspettare che si riducano a metà ? Di solito, prima della metà dei giri da percorrere in una gara, il cinquanta per cento delle vetture in corsa, è già fuori combattimento. E allora che conviene impegnarsi a fondo: nel finale, anche per cogliere nel momento psicologico più delicato qualsiasi corridore."

Per capire quanto sia vera questa tattica di Varzi, basti pensare alle sue tre vittorie sul circuito di Tripoli, 1933-1934-1936: se sommiamo tutti e tre i distacchi inferti da Varzi agli avversari battuti (Nuvolari nel '33, Moll nel '34, Stuck nel '36) il totale è di soli 5 secondi!!  :D


"Raramente Varzi prendeva la testa nelle sue corse alla partenza, se non per cautelarsi da eventuali o possibili difficoltà di sorpassi nella fase iniziale. E assumeva il comando, e imponeva il ritmo di gara solamente quando intendeva, od aveva predisposto di sfiancare al più presto possibile qualche avversario. Preferiva, di solito, tallonarlo pazientemente, ma molto attentamente, allo scopo di controllarne le manovre: i cambi, le frenate, le traiettorie delle curve, le incertezze, il ritmo di corsa. Manuel Fangio, in questo è stato un suo attento e scrupoloso allievo; e tutti sanno che, fino dalla prima volta che lo aveva visto in gara, Achille Varzi lo aveva subito notato e, più tardi, incoraggiato ed assistito"(Giovanni Canestrini).

Qui di seguito c'è il giudizio di Felice Nazzaro, grande pilota della Fiat, colui che "ha inventato" lo stile di guida dell'automobile, che nel 1907 vinse tutte e tre le competizioni principali di quella stagione (il G. P. dell'A.C. di Francia, la Coppa dell'Imperatore, e la Targa Florio: se fosse esistito il titolo mondiale, sarebbe stato suo).

"Varzi: un grande pilota, forse meno appariscente di Nuvolari per la grande folla, impressiona l'esperto per la classe, lo stile veramente superiori che dimostra in corsa. In qualche gara da me osservata e vissuta e, purtroppo da spettatore, ho trovato in Varzi tale gamma di finezze stilistiche e tattiche, che veramente mi hanno impressionato. Una coniugazione perfetta tra muscoli, cervello e mezzo meccanico. Il suo ardimento non conosce la temerarietà: conosce il fine ultimo, la vittoria, con un dispendio di energie ragionato e ponderato ".
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"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

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da sundance76 » 16/10/2010, 13:15

Aldo Zana, studioso di storia automobilistica e grande esperto di piloti e macchine della "Golden Era" (anni '30), sempre severo e rigoroso nel verificare (e all'occorrenza smontare) ogni cosa data per scontata (come abbiamo visto nel caso dell'incidente di Rosemeyer), pubblicò su "Ruoteclassiche" di maggio 2004  questo articolo per i cento anni dalla nascita del grande Achille:

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da sundance76 » 16/10/2010, 15:56

Siccome ormai sono armato di Scanner, sparerò all'impazzata...  :asd:

Dopo quello di Aldo Zana su Ruoteclassiche, ecco un altro articolo, di Donatella Biffignandi apparso su Auto d'Epoca nel febbraio 2004.

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da jeanpierresarti » 17/10/2010, 0:24

:thumbup1:
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da sundance76 » 07/06/2011, 11:10

Tutti (vabbè, diciamo molti) ricorderanno la frase di Varzi a proposito di Nuvolari: "Nuvolari non può essere definito un maestro ma un artista del volante. Un maestro potrebbe insegnare. L'arte non si insegna".

Tuttavia questa era una frase pronunciata e scritta pubblicamente verso la fine delle loro rispettive carriere, quando Varzi riconobbe lealmente le doti dell'amico-rivale.

Ricordo che qualcuno di noi ha acquistato il libro di Terruzzi "VARZI - l'ombra oscura di Nuvolari".
Ebbene, avrete letto che il conte Giovannino Lurani, pilota gentleman degli anni '30, racconta che Varzi in quegli anni andava ripetendo ai suoi stretti conoscenti che "Nuvolari non sa guidare. Sa andar forte, ma non sa guidare".

Cesare De Agostini, nel suo libro "Tazio vivo" (1987, Conti Editore), scriveva a proposito di una delle tante manovre folli di Nuvolari che a Livorno in una terrificante curva in discesa era uscito dalla sede stradale infilandosi tra una casa e una pompa di benzina, dove lo spazio era di pochissimi centimetri: "Erano cose che esaltavano il pubblico ma che lasciavano almeno perplesso Varzi, il quale non comprendeva come Nuvolari riuscisse a ottenere i risultati che otteneva "pur non sapendo guidare". E voleva dire che guidava a modo suo, senza attenersi ai canoni ormai consacrati: Tazio bombardava la macchina di accelerate, frenate, sterzate, controsterzate; Achille no. Dosava tutto e splendevano, lui il volante e le curve, magnificamente soli. Le imprese di un simile computer andavano gustate a tavolino. Come ad Alessandria: vinse compiendo gli 8 giri del circuito stradale che misurava 32 chilometri (altro che Nurburgring, n.d.s.) con uno scarto massimo tra il giro più veloce e il meno veloce di soli due secondi. A Monza si era imposto dopo un inseguimento che l'aveva portato a percorrere la vecchia pista di alta velocità (diversa da quella oggi in abbandono) a 200 di media quando le curve erano state calcolate per una velocità teorica media di 190. Dopo questa impresa, il Guerin Sportivo coniò una definizione: "Il Varzòdromo di Monza"."

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da sundance76 » 23/06/2011, 9:22

[quote="sundance76"]
Aldo Zana, studioso di storia automobilistica e grande esperto di piloti e macchine della "Golden Era" (anni '30), sempre severo e rigoroso nel verificare (e all'occorrenza smontare) ogni cosa data per scontata (come abbiamo visto nel caso dell'incidente di Rosemeyer), pubblicò su "Ruoteclassiche" di maggio 2004  questo articolo per i cento anni dalla nascita del grande Achille:

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[/quote]

Ogni volta che rileggo questo articolo, trovo sempre motivi di suggestione sulla strana e ancora per molti versi oscura vicenda di Achille.

Non so qualcuno si è interessato a fondo di Varzi, compresi gli "avvertimenti" che il giornalista Canestrini (di cui era amico) gli lanciava sulla stampa. Ma molti particolari danno da pensare.

Gianni Cancellieri, nella recente edizione del libro di Terruzzi dal titolo "VARZI - l'ombra oscura di Nuvolari", ha chiarito alcuni particolari, come il vero cognome di Ilse, spazzando via così ogni illazione sulla reale identità di questa ragazza.

Ma la storia di Ilse e di Achille risale alla seconda metà del '35 fino al '38.

E allora, si chiede Zana nell'articolo, perchè Canestrini nel '34 scrive  che Varzi è “fisicamente stanco, ha bisogno di riposo. Egli ha chiesto troppo alla sua fibra e vorremmo che ora si concedesse il meritato riposo” ?

Stiamo parlando di un pilota di 30 anni, giovane, in quello che fu il miglior anno della sua carriera.

Così come fa pensare la frase del giornalista Colombo sulla Gazzetta, riportata nell'articolo..
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da sundance76 » 23/06/2011, 9:32

[quote="sundance76"]
Ogni volta che rileggo questo articolo, trovo sempre motivi di suggestione sulla strana e ancora per molti versi oscura vicenda di Achille.

Non so qualcuno si è interessato a fondo di Varzi, compresi gli "avvertimenti" che il giornalista Canestrini (di cui era amico) gli lanciava sulla stampa. Ma molti particolari danno da pensare.

Gianni Cancellieri, nella recente edizione del libro di Terruzzi dal titolo "VARZI - l'ombra oscura di Nuvolari", ha chiarito alcuni particolari, come il vero cognome di Ilse, spazzando via così ogni illazione sulla reale identità di questa ragazza.

Ma la storia di Ilse e di Achille risale alla seconda metà del '35 fino al '38.

E allora, si chiede Zana nell'articolo, perchè Canestrini nel '34 scrive  che Varzi è “fisicamente stanco, ha bisogno di riposo. Egli ha chiesto troppo alla sua fibra e vorremmo che ora si concedesse il meritato riposo” ?

Stiamo parlando di un pilota di 30 anni, giovane, in quello che fu il miglior anno della sua carriera.

Così come fa pensare la frase del giornalista Colombo sulla Gazzetta, riportata nell'articolo..
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Va tenuto presente che Canestrini era un giornalista molto potente, ben introdotto fra le autorità dell'automobilismo.

Sempre Zana, in una ricerca non nominata nell'articolo, trovò in una rivista (numero unico edito dal Moto Club Achille Varzi-Galliate, Novara, 1968 pag. 16 )  una dichiarazione di Canestrini, il quale ha aspettato il 1968, vent’anni dalla morte di Varzi, per una imbarazzata autocritica: ”Come suo amico, avevo ritenuto mio dovere intervenire, con molta franchezza ed energia, presso Varzi fin dal novembre 1937, e Varzi me ne fu grato, anche se poi, per molti mesi, da me si allontanasse”.

Quindi, anche nell'affare con Ilse e la morfina, Canestrini era ben più presente di quanto non facesse coi suoi semplici articoli.
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da sundance76 » 02/07/2014, 10:22

Ieri era il 66° anniversario della scomparsa di Achille, sul circuito di Berna il primo luglio 1948. Nello stesso weekend e sulla stessa pista morirono anche il famoso centauro Omobono Tenni (anche lui il primo luglio) e il pilota Christian Kautz (morto in gara il 4 luglio. Era stato pilota di Mercedes, Auto Union e Maserati).
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da sundance76 » 09/08/2014, 13:34

Ieri 8 agosto è stato il 110° anniversario della nascita di Varzi.

Buon compleanno Achille!
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da sundance76 » 18/05/2015, 22:30

Achille Varzi ai box del circuito Bremgarten di Berna, durante il weekend del Gran Premio di Svizzera 1934, a bordo dell'Alfa Romeo P3 della Scuderia Ferrari.

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da Pedro59 » 18/05/2015, 22:52

Achille Varzi, per me il più grande di sempre...
Per lui vale quello che nel calcio dicono per Di Stefano: il suo orologio andava avanti di trent'anni...
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da sundance76 » 18/05/2015, 23:27

Pedro59 ha scritto:Achille Varzi, per me il più grande di sempre...
Per lui vale quello che nel calcio dicono per Di Stefano: il suo orologio andava avanti di trent'anni...


Come talento non temeva nessuno. Peccato che sul più bello sia finito nel tunnel della droga.
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da Niki » 19/05/2015, 8:49

Gran foto, con la Frau ai box 8-)
Strapeccato non aver potuto vivere quel tempo. Ma da quello che ho letto nel tempo, avrei sicuramente preferito lui a Nuvolari. Come tipo di pilota, intendo.
L'antesignagno dell'Immenso.
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da Pedro59 » 19/05/2015, 16:10

Niki ha scritto:Gran foto, con la Frau ai box 8-)
Strapeccato non aver potuto vivere quel tempo. Ma da quello che ho letto nel tempo, avrei sicuramente preferito lui a Nuvolari. Come tipo di pilota, intendo.
L'antesignagno dell'Immenso.


Achille Varzi ha in effetti subito l'impatto mediatico di Nuvolari, mitizzato da cantori interessati al suo personaggio di esemplare di quel "popolo di Eroi" cantato dalla propaganda di un regime sempre a caccia di imprese da enfatizzare.
Eppure se si va a vedere, sia sulle due che sulle quattro ruote, le vittorie fra i due si equilibrano assai più delle narrazioni.
Varzi vince di quanto basta, non rischia mai, mentre Nivola, immenso sia chiaro, esce illeso da incidenti terribili procurati spesso da una foga agonistica non dominata.
Due campioni diversi ed a loro modo unici.
La popolarità di Varzi non fu aiutato neppure dalle scelte di "passare al nemico", la Bugatti prima e l'Auto Union, poi e infine dalla sua avventura con la frau fatale e viziosa forse meno di quanto si è deciso di tramandare.
Io ho maturato una mia idea: Nuvolari è amato da tutti, perché è "facile" lasciarsi trascinare dal suo mito, le sue vittorie sembrano fatte apposta per scatenare l'entusiasmo.
Per "capire" Varzi e la sua grandezza bisogna conoscere un po' di più il Motorsport...
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da Niki » 19/05/2015, 17:23

Beh, certo. Tutto quel periodo bisogna sempre tradurlo al netto della propaganda paesana ed odiosa che c'era ai tempi. Ogni tanto che mi capita di vedere filmati, la tsunami di minchiate narrate da quel tizio con la voce odiosa mi fa vedere chiaramente quanto piccolo fosse il popolo all'epoca. Diciamo che ora non è che sia chissà cosa, ma allora non si batteva.
E comunque è un personaggio che devo approfondire. Anche se, come dico sempre e da sempre, capire ed interpretare qualcuno che non si è vissuto direttamente lascia sempre margini di errore.
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