NUVOLARI
Inviato: 26/08/2009, 10:55
Campione di livello assoluto delle due e delle quattro ruote, Nuvolari è entrato nella leggenda per la sua tecnica di guida, le sue imprese leggendarie, ottenute (spesso) senza disporre del miglior mezzo meccanico.
Sulla grandezza di Nuvolari nella sue epoca, e nella storia, si possono dire tante cose. Che abbia segnato i suoi tempi e la storia è un fatto. La misura di questa grandezza è un aspetto sul quale è necessario discutere.
Nuvolari ha vinto tanto (ricordiamo la mille miglia del 1930, il TT di Belfast, sempre nel '30, la Targa Florio del 1931, la vittoria al Gp del Nurburgring del 1935, la coppa Vanderbilt del '36, il successo a Donington del 1936, con l'Auto Union). Il più vincente della sua era, però, è stato Caracciola che dal '35 al '39 vinse 3 titoli europei con le formadibili Mercedes.
Chi più grande: Nuvolari, dalla guida sensazionale, o Caracciola, il più vincente?
è una questione universale: meglio il vincente, che concretizza il potenziale dell'auto, o quello che, disponendo di un mezzo meccanico inferiore, riesce grazie al suo talento a prevalere in qualche occasione?
è la domanda che ci si pone ogni tanto, quando ci si chiede quale posto nella storia occupi uno come Gilles Villeneuve, che ha vinto poco ma autore di tante imprese.
Sono questioni alle quali, forse, non si può rispondere. è il limite, o la grandezza, di uno sport dove il pilota non è mai il protagonista assoluto, dovendo dividere la scena con l'auto, il team e .. l'imprevisto. Non esistono, nell'automobilismo, attori che siano protagonisti assoluti.
Eppure, le grandi imprese di certi piloti (tra cui, senza dubbio, Nuvolari), il loro carisma, la grandezze delle loro imprese, fanno apparire il pilota come se fosse lui il protagonista indiscusso e, il resto, mere comparse.
Varzi, storico rivale di Nuvolari, ha subito, a causa del mantovano volante, la stessa sorte che ha subito "baffo" Hill per colpa di Clark. Due campioni, Hill e Varzi, della propria epoca relegati, nella storia, al ruolo di comprimari.
L'epica storia di Nuvolari annovera, tra le sue pagine, quella della sfida ai "titani" tedeschi e alle loro mostruose auto.
Certo, mostruose in primis per chi le guidava, ma anche per chi le affrontava.
Dal 1934 la Germania nazzista si era lanciata alla concquista del mondo delle corse da Gp.
L'arma segreta dei tedeschi (Mercedes e Auto Union) erano i telai leggeri delle loro "frecce d'argento", realizzati con particolari leghe metalliche.
Dato che nelle corse (tranne che per quelle di "formula libera") era imposto un peso massimo di 750 kg (esclusa benzina e driver), più leggero era il telaio, più pesante poteva essere il motore.
Fu così che i tedeschi realizzarono le loro auto dotandole di motori potentissimi. Per le Alfa non c'era partita. Ma qui si innesta il mito Nuvolari, che batte i tedeschi, nel '35, a casa loro, al Nurburgring.
L'altra epica pagina, è quella delle mille miglia corse nel dopo guerra: quella del '47 con un secondo posto tanto sfortunato (perse la prima posizione a causa di un guasto) quanto epico, dato che la sua vettura (una Cisitalia 1100) era decisamente poco potente in confronto ad altre vetture. Come abbiamo detto, piloti come Nuvolari riescono a trasformare tutto il resto in dettaglio, in aspetto secondario. L'auto meno potente, il mancato successo .. sono aspetti che non contano nulla, anzi, amplificano la grandezza dell'impresa.
Nel '48, con una Ferrari, dominò la corsa, senza farsi rallentare dai vari problemi meccanici, finchè l'auto non lo piantò in asso.
Il mito di Nuvolari si lega, anche, al suo stile di guida, al suo modo di affrontare le curve in derapata. Quando le ruote non erano indipendenti e gli pneumatici erano gonfiati ad altissime pressioni, le derapate di Nuvolari erano spettacolari. Memorabile il resconto di Enzo Ferrari sul modo di guidare di Tazio dopo che aveva affrontato con lui un giro di pista. Secondo il Drake, sembrava sempre di uscire di pista, invece l'auto procedeva correttamente nella sua corsa.
Quando le sospensioni divennero indipendenti e le gomme iniziarono ad essere gonfiate a pressioni medie, Nuvolari dovette limitare un pò la spettacolarità delle derapate, ma mantenne questa tecnica.
A mio avviso, il più grande di sempre dopo Clark, che vinse in F1 (dove fu incredibile interprete) e nella corsa più famosa e importante del mondo, senza esserne uno specialista.
Sulla grandezza di Nuvolari nella sue epoca, e nella storia, si possono dire tante cose. Che abbia segnato i suoi tempi e la storia è un fatto. La misura di questa grandezza è un aspetto sul quale è necessario discutere.
Nuvolari ha vinto tanto (ricordiamo la mille miglia del 1930, il TT di Belfast, sempre nel '30, la Targa Florio del 1931, la vittoria al Gp del Nurburgring del 1935, la coppa Vanderbilt del '36, il successo a Donington del 1936, con l'Auto Union). Il più vincente della sua era, però, è stato Caracciola che dal '35 al '39 vinse 3 titoli europei con le formadibili Mercedes.
Chi più grande: Nuvolari, dalla guida sensazionale, o Caracciola, il più vincente?
è una questione universale: meglio il vincente, che concretizza il potenziale dell'auto, o quello che, disponendo di un mezzo meccanico inferiore, riesce grazie al suo talento a prevalere in qualche occasione?
è la domanda che ci si pone ogni tanto, quando ci si chiede quale posto nella storia occupi uno come Gilles Villeneuve, che ha vinto poco ma autore di tante imprese.
Sono questioni alle quali, forse, non si può rispondere. è il limite, o la grandezza, di uno sport dove il pilota non è mai il protagonista assoluto, dovendo dividere la scena con l'auto, il team e .. l'imprevisto. Non esistono, nell'automobilismo, attori che siano protagonisti assoluti.
Eppure, le grandi imprese di certi piloti (tra cui, senza dubbio, Nuvolari), il loro carisma, la grandezze delle loro imprese, fanno apparire il pilota come se fosse lui il protagonista indiscusso e, il resto, mere comparse.
Varzi, storico rivale di Nuvolari, ha subito, a causa del mantovano volante, la stessa sorte che ha subito "baffo" Hill per colpa di Clark. Due campioni, Hill e Varzi, della propria epoca relegati, nella storia, al ruolo di comprimari.
L'epica storia di Nuvolari annovera, tra le sue pagine, quella della sfida ai "titani" tedeschi e alle loro mostruose auto.
Certo, mostruose in primis per chi le guidava, ma anche per chi le affrontava.
Dal 1934 la Germania nazzista si era lanciata alla concquista del mondo delle corse da Gp.
L'arma segreta dei tedeschi (Mercedes e Auto Union) erano i telai leggeri delle loro "frecce d'argento", realizzati con particolari leghe metalliche.
Dato che nelle corse (tranne che per quelle di "formula libera") era imposto un peso massimo di 750 kg (esclusa benzina e driver), più leggero era il telaio, più pesante poteva essere il motore.
Fu così che i tedeschi realizzarono le loro auto dotandole di motori potentissimi. Per le Alfa non c'era partita. Ma qui si innesta il mito Nuvolari, che batte i tedeschi, nel '35, a casa loro, al Nurburgring.
L'altra epica pagina, è quella delle mille miglia corse nel dopo guerra: quella del '47 con un secondo posto tanto sfortunato (perse la prima posizione a causa di un guasto) quanto epico, dato che la sua vettura (una Cisitalia 1100) era decisamente poco potente in confronto ad altre vetture. Come abbiamo detto, piloti come Nuvolari riescono a trasformare tutto il resto in dettaglio, in aspetto secondario. L'auto meno potente, il mancato successo .. sono aspetti che non contano nulla, anzi, amplificano la grandezza dell'impresa.
Nel '48, con una Ferrari, dominò la corsa, senza farsi rallentare dai vari problemi meccanici, finchè l'auto non lo piantò in asso.
Il mito di Nuvolari si lega, anche, al suo stile di guida, al suo modo di affrontare le curve in derapata. Quando le ruote non erano indipendenti e gli pneumatici erano gonfiati ad altissime pressioni, le derapate di Nuvolari erano spettacolari. Memorabile il resconto di Enzo Ferrari sul modo di guidare di Tazio dopo che aveva affrontato con lui un giro di pista. Secondo il Drake, sembrava sempre di uscire di pista, invece l'auto procedeva correttamente nella sua corsa.
Quando le sospensioni divennero indipendenti e le gomme iniziarono ad essere gonfiate a pressioni medie, Nuvolari dovette limitare un pò la spettacolarità delle derapate, ma mantenne questa tecnica.
A mio avviso, il più grande di sempre dopo Clark, che vinse in F1 (dove fu incredibile interprete) e nella corsa più famosa e importante del mondo, senza esserne uno specialista.