Finito il libro.
L'ho letto centellinandomelo come un buon Barolo.
Com'era immaginare, il "nostro" Francesco "Pedro59" Parigi, ha compiuto un lavoro meticoloso ed accurato.
So per certo che si è passato giorni e nottate a controllare informazioni e vagliare quelle contrastanti con una pazienza degna di Giobbe!
Una cosa volevo aggiungere:
Nella parte finale del libro, F. Parigi tratta le questioni rimaste ancora oscure. Purtroppo in molti casi la pochezza delle informazioni dirette e il lungo tempo trascorso non sono certo d'aiuto.
Volevo tuttavia riflettere sulla questione del motore Hispano-Suiza installato sulla Itala modificata da Materassi; quella comunemente denominata "Italona".
Possente, potente, pesante. Di sicuro un mezzo dalle ottime prestazioni ma difficilissimo da guidare, necessitante infatti grande perizia e decisione.
Doti che indubbiamente non mancanano a Materassi. Di certo!
La questione che nel libro sembra ancora insoluta è sulla natura delle modifiche adottate su questo Hispano-Suiza aeronautico.
In origine era un V8.
Modificato da Materassi divenne un 4 cilindri... la questione è che non si sa se sia stato un 4 cilindri in linea o un V4; ossia se il "taglio" (passatemi il termine) sia stato effettuato longitudinalmente (motore derivato in linea) o trasversalmente (motore derivato sempre a V ma a 4 cilindri).
..io propenderei sulla teoria che pure "Pedro", pur lasciando aperto l'interrogativo a fine libro, sembra dare, a mio avviso, nel corso del libro. Ossia per un taglio "longitudinale" creando così un 4 cilindri in linea.
E vi espongo le mie riflessioni a riguardo.
Gli Hispano-Suiza aeronautici venivano prodotti in Italia dalla Itala, la stessa marca delle vetture che il pilota usava all'inizio della sua carriera.
A fine conflitto, molti erano i residuati prodotti e ancora giacienti nei magazzini... così come i molti esemplari di Hispano-Suiza fabbricati per essere istallati, in Italia, principalmente sugli Spad XIII (ma non solo) prodotti su licenza nel nostro paese.
Materassi, rendendosi conto che le autovetture Itala non disponevano di una potenza sufficiente a competere con la concorrenza del momento, generalmente in grado di avvalersi di valori considerevolmente superiori, decideva di acquistare un motore aeronautico Hispano-Suiza costruito dalla stessa Itala su licenza.
Del tipo, appunto, che veniva assemblato per gli Spad XIII (e non solo) in Italia.
Mi sono preso la briga di guardare questo motore:
...soffermandomi su un elemento che in genere rimane "fisso" e traspare spesso "oltre" le carenature di cofani motore per auto o aerei.... ossia il posizionamento dell'innesto degli scarichi (primo elemento preso in considerazione).
(vedi anche i cofani motore degli Spad)
Decisamente è un elemento caratteristico.
Gli innesti degli scarichi (4 a sinistra e 4 a destra) sono particolarmente posizionati 1-2-1, ossia il primo anteriore, il secondo e il terzo centrali e ravvicinati, il quarto posteriore.
Sicuramente abbastanza particolare, ma soprattutto ben identico a querllo che si può vedere anche nelle foto (poche) che ritraggono l'Italona:
In aggiunta "mi son preso la briga" di fare qualche calcolo induttivo.
Se prendiamo lo Spad XIII e ne misuriamo il profilo laterale, a fronte di una lunghezza totale di 6,20 metri, ecco che la distanza tra gli scarichi risulta nell'ordine dei 0,53 metri (presio sull'asse degli scarichi stessi)
Ragionando su un "taglio" longitudinale ecco che la distanza rimarrebbe invariata; se l'operazione di modifica compiuta da Materassi avesse creato un morore a V ecco che la distanza sarebbe di "soli 0,265 metri (26,5 cm).
...con "scarichi" dei cilindri "impostati" per essere sia a destra che a sinistra (tra l'altro).
Ci siamo?