Cerco di essere riassuntivo.
La storia del Gran Premio di Tripoli va divisa in due parti, di cui una pionieristica dal 1925 al 1930, quando si correva su un polveroso circuito stradale alle porte della città, l'altra invece che potremmo chiamare "moderna" e che va dal 1933 al 1940.
Nel '31 e '32 la corsa non si era disputata per la crisi economica mondiale. Fu il giornalista della Gazzetta, Giovanni Canestrini (già ideatore della Mille Miglia) a suggerire al cav. Egidio Sforzini, ideatore e organizzatore della gara, di abbinare una Lotteria alla corsa. Il progetto fu approvato dal governo e con Decreto Reale venne creata la Lotteria di Tripoli.
Un biglietto della prima edizione, 1933, da solo il primo premio assegnava la bellezza di 6 milioni di lire, pari a 5 milioni e mezzo di euro odierni:
I milioni che piovvero sull'organizzazione permisero la realizzazione di un nuovo circuito, l'autodromo della Mellaha, che prese il nome dal lago salato compreso nel perimetro del nastro asfaltato. Per l'edizione '33 si fece in tempo ad approntare soltanto il tracciato asfaltato, senza le infrastrutture definitive.
Fu nel '34 che tali infrastrutture furono ultimate, e che fecero di Tripoli il circuito più avveniristico e avanzato del mondo.
Venne innalzata una tribuna con pensilina a sbalzo di 15 metri capace di ospitare 12'000 spettatori, e che in più al suo interno ospitava sale per conferenze, ristoranti, servizi igienici.
Ecco il retro della monumentale tribuna, con le scale per accedere ai vari piani della struttura:
Sul lato opposto alle tribune venne costruita la caratteristica Torre di Segnalazione (direzione di corsa), alta 40 metri, dove c'era anche la Terrazza del Governatore. Tutte le più moderne, per allora, attrezzature di segnalazione erano state largamente previste.
C'era un grande quadro elettrico, 8 metri per 7, sul quale durante la corsa, il pubblico poteva visionare le posizioni dei concorrenti.
La torre era affiancata da ampi garages e dagli spaziosi box di rifornimento, dai servizi di cronometraggio e di segnalazione, gli impianti telefonici, gli impianti radio capaci di trasmettere in tutta Europa, e la Tribuna Stampa dotata di telescriventi collegate con l'ufficio telegrafico di Tripoli:
Non si era mai visto niente di simile nel circo dei Grand Prix.
Il circuito era iper-veloce, con tutte le curve con sopraelevazione minima di un metro, e tutte ad ampio raggio tranne una.
E inoltre:
- luci semaforiche per il via (rosso ai due minuti, giallo ai 30 secondi, verde per la partenza)
- semafori di segnalazione di pericolo in prossimità delle curve più pericolose.
- fotocellule per il cronometraggio, usate per la prima volta in un GP.
Nella foto a colori in alto in uno dei primi post potete vedere sull'asfalto l'ombra rettangolare del semaforo sospeso in alto e sorretto da cavi d'acciao, con un pò di occhio riuscite a individuare tutto.
Dopo la guerra, l'Italia perse la Libia, e la pista della Mellaha divenne una base militare dell'aeronautica USA, chiamata Wheelus Field.
Ecco una preziosissima testimonianza di un italiano che viveva in Libia, Gianni De Nardo:
"
Nel 1950, lavoravo alla Mellaha alle dipendenze della Crow-Steers-Shepherd cioè con la Società americana incaricata dei lavori di ampliamento dell’area aeroportuale.
Tribune e relative strutture mi erano molto familiari poiché le vedevo, anzi le ammiravo quasi tutti i giorni. Devo dire che anche tutto lo staff della Compagnia, ingegneri in primis, apprezzavano quello che loro chiamavano “Stadium” soprattutto l’ampia tettoia sospesa nel vuoto che sembrava una visiera.
Le strutture che ricordavano entusiastici eventi sportivi erano utilizzati allora per scopi molto diversi. Gli spazi sotto le gradinate erano stati trasformati in alloggi e sempre sotto le gradinate ma nella parte superiore, gli ampi saloni erano utilizzati per la mensa e relative cucine.
Le gradinate coperte dalla famosa tettoia, venivano usate come deposito per derrate alimentari ovviamente non deperibili.
Ma i lavori di ampliamento necessari per i nuovi aerei a reazione, portarono le piste a ridosso delle Tribune con possibili pericoli per gli aerei in decollo o in atterraggio.
Fu decisa quindi la demolizione. Probabilmente gli americani sapevano di distruggere un’opera grandiosa tanto che invitarono chiunque avesse interesse a fare fotografie-ricordo prima di procedere.
Ricordo ancora quelle gru che sollevavano sfere di acciaio di un diametro di 60-80 cm. per farle poi ricadere con forza sulla famosa tettoia. Ai complimenti precedenti per i pregi architettonici seguirono quelli per la robustezza. Gruisti e fiamma ossidrica per tagliare il ferro dell’armatura lavorarono sodo per parecchio tempo."
Che peccato!!
Nel 1970, Gheddafi espulse sia gli italiani residenti in Libia, sia i militari USA. La Mellaha divenne quindi una base militare libica.
Dopo il bombardamento americano dell'86, la zona divenne negli anni '90 un aeroporto civile.
Ma prima, ecco il numero di Rombo del 1989. Le prime pagine (una mi è stata spedita imperfetta) sono dedicate alla famigerata edizione "combinata" del 1933, le altre sono un reportage sullo stato della pista nel 1989 (o meglio di ciò che ne restava):
Ecco il reportage sui resti del circuito nell'89:
Visione aerea attuale. Nella parte sinistra c'è l'aeroporto civile (la macchia nera è il lago salato), non c'è più traccia visibile di pista e tribune. Nella parte destra invece il tracciato è ancora visibile, pur se il report dell'89 lo descriveva ridotto a strade sporche e in cattivo stato.