Rudolf CARACCIOLA
Inviato: 05/11/2007, 10:25
Prima di cominciare una vera propria discussione sul grande Caracciola, inserisco alcune notizie biografiche tratte dal sito "Nivola", da me integrate:
Rudolf "Rudi" Caracciola nasce a Remagen nel 1901 nell'albergo di proprietà dei genitori, di origini Italiane (nel '600 durante la Guerra dei Trent'anni, un principe napoletano, Bartolomeo Caracciolo, ebbe il comando di una fortezza in quel luogo, e da lì non si mosse più). La passione per le automobili e per le corse è grande e il giovane Caracciola riesce molto presto a diventare pilota. Viene assunto alla Daimler-Benz come commesso e ottiene poi il permesso di poter partecipare, nei weekend, alle gare di auto che si svolgono nei pressi della filiale di Dresda, dove lavora.
Il debutto in una gara importante avviene nel 1923, a 22 anni, al circuito dell'AVUS. Rudi convince i dirigenti ad affidargli una macchina ufficiale ed ottiene una Mercedes M218 2000 8 cilindri sovralimentata da 150 CV. L'esordiente compie una bellissima gara e vince a sorpresa.
Per entrare definitivamente tra i grandi nomi dell'automobilismo deve aspettare fino al 1926 quando compie l'impresa che lo consacra "asso del volante" a livello Internazionale e lo rende noto al grande pubblico. Si presenta al via della prima edizione del GP di Germania, sul circuito dell'AVUS, con una Mercedes privata. Dopo i primi giri si scatena la pioggia: Adolf Rosenberger, anche lui su Mercedes, perde il controllo della vettura in una curva e piomba nel vicino box dei cronometristi, uccidendo i tre occupanti. Ma la drammatica corsa continua e le uscite di strada a causa della pioggia battente sono innumerevoli. Solo un pilota prosegue velocissimo, a proprio agio: Caracciola! Il giovane tedesco vince il Gran Premio e da quel giorno viene soprannominato "regenmeister", signore della pioggia. Un nome che merita perchè anche negli anni successivi dimostra di non avere rivali sul bagnato. Anche la gara di casa gli va a genio: la vincerà in tutto ben 6 volte (1926-28-31-32-37-39).
"Carazoler" gode ormai della fiducia della Mercedes e diventa il "pupillo" del nuovo direttore sportivo della squadra corse Alfred Neubauer che gli affida il nuovo modello S ("sport"): è lui ad ottenere il primo successo di questa auto che diverrà leggendaria (in futuro si "evolve" nei modelli SS, SSK e SSKL) vincendo la prima corsa disputata sul nuovo tracciato del Nurburgring il 19 Giugno 1927. Con la S e le successive evoluzioni SS, SSK e SSKL ottiene una importante serie di successi sia in gare locali che in competizioni Internazionali e corse in salita, dominando alla perfezione la pesante auto tedesca (1650 kg). Da ricordare i prestigiosi successi del 1929 al Tourist Trophy di Belfast dove batte gli specialisti Inglesi e la clamorosa affermazione del 1931 alla Mille Miglia, primo pilota non Italiano ad aggiudicarsi la corsa, alla media record di 101 km/h. Nel 1930, 1931 e 1932 Caracciola conquista anche il titolo di campione Europeo della montagna.
Al termine della stagione 1931 passa alla Alfa Romeo poichè la Mercedes-Benz si ritira dalle corse a causa della grave crisi economica in cui versa la Germania. Rudi promette che sarebbe tornato con la Mercedes nonappena la casa di Stoccarda avesse deciso di riprendere l'attività agonistica.
Per il '32 Caracciola dispone quindi dell'Alfa Romeo P3 ma si trova in squadra l'ostico Nuvolari che domina la stagione. Rudi pretende che la sua macchina sia dipinta di bianco e si fa presto valere: al GP di Monaco tallona fino al traguardo Nuvolari ma non riesce a batterlo. Tazio all'arrivo commenta "Non puoi mollare un attimo che è subito lì!". Successivamente il mantovano vince a ripetizione ma la direzione Alfa vuole anche una vittoria del tedesco per motivi commerciali (si vuole dimostrare che la P3 può vincere anche senza Nuvolari) e al GP di Francia viene esposta a Tazio bandiera rossa: rallentare. Lui però non la rispetta e va a vincere. Si giustifica, mentendo "Ho visto i segnali dai box ma siccome avevo gli occhiali verdi da sole la bandiera mi sembrò verde invece che rossa e ho accelerato. Anche lui però poteva accelerare e passarmi...". Al successivo GP di Germania viene ritardato ai box dai meccanici e così Caracciola vince davanti al pubblico di casa. Nuvolari è furioso. Rudolf però non aveva bisogno di favori: chiude trionfalmente la stagione vincendo a Monza, davanti al pubblico Italiano, confermandosi uno dei migliori piloti in circolazione.
Nel 1933 Caracciola fonda una squadra col grande amico e campione francese Chiron per continuare a correre utilizzando come privati le Alfa Romeo: la casa Italiana infatti si era ritirata ufficialmente alla fine del '32 ( in realtà l'attività continua con la Scuderia Ferrari). La stagione per Rudi termina subito: durante le prove del GP di Montecarlo ha un pauroso incidente alla curva del tabaccaio. Riesce a cavarsela ma la gamba destra subisce le conseguenze peggiori e Rudi da quel giorno in poi zoppicherà, rimanendo con una gamba 5 centimetri più corta e quasi sempre dolorante. Successivamente, con incredibile ironia, spesso ricorda che a Montecarlo "ero andato dal tabaccaio...". La stagione per lui è finita e nel 1934 ritorna in pista.
Superata con successo la paura di non essere più in grado di guidare come prima (nei Gran Premi che disputerà al Principato ricorda che "...vedevo sempre quel muro venirmi incontro e chiamarmi ad ogni giro") torna alla Mercedes che, grazie ai finanziamenti del regime nazista, rientra alla grande nelle competizioni Internazionali.
I progettisti Mercedes studiano a fondo l'Alfa Romeo di Caracciola (quella dell'incidente) e dopo averla riparata e collaudata maturano l'esperienza per poter realizzare una vettura ancora migliore e più aggiornata. Nasce così la W25.
Caracciola incontra comprensibilmente delle difficoltà: fisicamente non è ancora al meglio e psicologicamente deve superare anche la tragedia dell'incidente occorso alla moglie Charlotte, travolta da una slavina durante una gara di sci. Ma il campione riesce a riprendersi e a fine stagione torna alla vittoria a Monza ( ma in coppia con il compagno-rivale Fagioli) e arriva secondo al GP di Spagna.
Il 1935 è la sua annata: domina la stagione e ottiene la consacrazione definitiva conquistando il titolo di Campione d'Europa (appena istituito). Vince i GP di Tripoli, di Francia, del Belgio, di Svizzera e di Spagna e trionfa all'Eifelrennen (al Nurburgring).
L'anno successivo la rivale Auto Union e Bernd Rosemeyer dominano la scena, la Mercedes è un disastro, ma Caracciola riesce comunque a vincere due corse (Monaco e Tunisi). Da ricordare il bel duello col giovane Rosemeyer al GP di Svizzera: la rivalità sportiva tra i due rispecchia quella esistente tra Auto Union e Mercedes. Le due case, oltre che nelle competizioni tradizionali, si sfidano anche per la conquista dei primati di velocità. E' Caracciola ad avere "l'esclusiva" di condurre le speciali Mercedes da record con cui consegue numerosi primati fin dal 1934.
Nel 1937 la casa di Stoccarda presenta la nuova W125 e con tale "mostro" Caracciola non ha problemi a riconquistare il titolo Europeo vincendo il GP di Germania, di Svizzera, di Cecoslovacchia e d'Italia (svoltosi sul circuito della Coppa Ciano a Livorno). La W125 è l'auto da Gran Premio più potente mai realizzata prima della guerra e le sue prestazioni saranno superate solo 30 anni dopo: il suo 8 cilindri di 5660cc sprigionava 646 cavalli a 5800 giri.
Nel 1938 le regole per i Gran Premi variano e Caracciola ha a disposizione una nuova auto, ancora una volta all'altezza della situazione. Con la W154 ottiene il suo terzo ed ultimo titolo di campione d'Europa, vincendo la coppa Acerbo a Pescara e il GP di Svizzera e ottenendo altri buoni piazzamenti. La morte di Rosemeyer a Gennaio pone tragicamente fine alla sfida dei record tra le due case tedesche. Caracciola è l'ultimo detentore del primato, con 423,3 km/h.
Nel 1939 il titolo Europeo gli sfugge: è sempre la Mercedes a conquistarlo ma con Hermann Lang (qui c'è una discussione infinita tra gli storici, ma aprirò forse un topic apposito, perchè con lo scoppio della guerra il titolo non venne ufficialmente assegnato, e forse il legittimo campione sarebbe Muller su Auto Union). Rudi comunque disputa una buona stagione vincendo al Nurburgring il GP di Germania: è l'ultimo successo importante del campione tedesco. Inoltre, a febbraio, stabilisce altri due primati di velocità con partenza da fermo.
Durante la guerra si ritira con la seconda moglie Alice nella sua villa di Lugano, in Svizzera.
Nel 1947 Neubauer lo ricontatta e Rudi corre ancora con i vecchi bolidi e contribuisce allo sviluppo di nuove vetture, anche se non partecipa più a competizioni di primissimo piano. Si ritira nel 1952 e successivamente la sua salute peggiora e nel 1959, a 58 anni, muore nella sua villa Svizzera a causa di una intossicazione al fegato. Scompare il pilota simbolo della Mercedes nel periodo tra le due guerre, il pilota che con la sua ironia era riuscito a superare momenti molto difficili. A circa vent'anni dall'incidente avuto a Montecarlo era uscito di nuovo di strada, a Berna nel '52, e si era rotto la gamba sinistra: ancora sulla barella, aveva detto alla moglie "Sono stato fortunato. Mi si è rotta la gamba buona. Così non zoppicherò più!".
Rudolf "Rudi" Caracciola nasce a Remagen nel 1901 nell'albergo di proprietà dei genitori, di origini Italiane (nel '600 durante la Guerra dei Trent'anni, un principe napoletano, Bartolomeo Caracciolo, ebbe il comando di una fortezza in quel luogo, e da lì non si mosse più). La passione per le automobili e per le corse è grande e il giovane Caracciola riesce molto presto a diventare pilota. Viene assunto alla Daimler-Benz come commesso e ottiene poi il permesso di poter partecipare, nei weekend, alle gare di auto che si svolgono nei pressi della filiale di Dresda, dove lavora.
Il debutto in una gara importante avviene nel 1923, a 22 anni, al circuito dell'AVUS. Rudi convince i dirigenti ad affidargli una macchina ufficiale ed ottiene una Mercedes M218 2000 8 cilindri sovralimentata da 150 CV. L'esordiente compie una bellissima gara e vince a sorpresa.
Per entrare definitivamente tra i grandi nomi dell'automobilismo deve aspettare fino al 1926 quando compie l'impresa che lo consacra "asso del volante" a livello Internazionale e lo rende noto al grande pubblico. Si presenta al via della prima edizione del GP di Germania, sul circuito dell'AVUS, con una Mercedes privata. Dopo i primi giri si scatena la pioggia: Adolf Rosenberger, anche lui su Mercedes, perde il controllo della vettura in una curva e piomba nel vicino box dei cronometristi, uccidendo i tre occupanti. Ma la drammatica corsa continua e le uscite di strada a causa della pioggia battente sono innumerevoli. Solo un pilota prosegue velocissimo, a proprio agio: Caracciola! Il giovane tedesco vince il Gran Premio e da quel giorno viene soprannominato "regenmeister", signore della pioggia. Un nome che merita perchè anche negli anni successivi dimostra di non avere rivali sul bagnato. Anche la gara di casa gli va a genio: la vincerà in tutto ben 6 volte (1926-28-31-32-37-39).
"Carazoler" gode ormai della fiducia della Mercedes e diventa il "pupillo" del nuovo direttore sportivo della squadra corse Alfred Neubauer che gli affida il nuovo modello S ("sport"): è lui ad ottenere il primo successo di questa auto che diverrà leggendaria (in futuro si "evolve" nei modelli SS, SSK e SSKL) vincendo la prima corsa disputata sul nuovo tracciato del Nurburgring il 19 Giugno 1927. Con la S e le successive evoluzioni SS, SSK e SSKL ottiene una importante serie di successi sia in gare locali che in competizioni Internazionali e corse in salita, dominando alla perfezione la pesante auto tedesca (1650 kg). Da ricordare i prestigiosi successi del 1929 al Tourist Trophy di Belfast dove batte gli specialisti Inglesi e la clamorosa affermazione del 1931 alla Mille Miglia, primo pilota non Italiano ad aggiudicarsi la corsa, alla media record di 101 km/h. Nel 1930, 1931 e 1932 Caracciola conquista anche il titolo di campione Europeo della montagna.
Al termine della stagione 1931 passa alla Alfa Romeo poichè la Mercedes-Benz si ritira dalle corse a causa della grave crisi economica in cui versa la Germania. Rudi promette che sarebbe tornato con la Mercedes nonappena la casa di Stoccarda avesse deciso di riprendere l'attività agonistica.
Per il '32 Caracciola dispone quindi dell'Alfa Romeo P3 ma si trova in squadra l'ostico Nuvolari che domina la stagione. Rudi pretende che la sua macchina sia dipinta di bianco e si fa presto valere: al GP di Monaco tallona fino al traguardo Nuvolari ma non riesce a batterlo. Tazio all'arrivo commenta "Non puoi mollare un attimo che è subito lì!". Successivamente il mantovano vince a ripetizione ma la direzione Alfa vuole anche una vittoria del tedesco per motivi commerciali (si vuole dimostrare che la P3 può vincere anche senza Nuvolari) e al GP di Francia viene esposta a Tazio bandiera rossa: rallentare. Lui però non la rispetta e va a vincere. Si giustifica, mentendo "Ho visto i segnali dai box ma siccome avevo gli occhiali verdi da sole la bandiera mi sembrò verde invece che rossa e ho accelerato. Anche lui però poteva accelerare e passarmi...". Al successivo GP di Germania viene ritardato ai box dai meccanici e così Caracciola vince davanti al pubblico di casa. Nuvolari è furioso. Rudolf però non aveva bisogno di favori: chiude trionfalmente la stagione vincendo a Monza, davanti al pubblico Italiano, confermandosi uno dei migliori piloti in circolazione.
Nel 1933 Caracciola fonda una squadra col grande amico e campione francese Chiron per continuare a correre utilizzando come privati le Alfa Romeo: la casa Italiana infatti si era ritirata ufficialmente alla fine del '32 ( in realtà l'attività continua con la Scuderia Ferrari). La stagione per Rudi termina subito: durante le prove del GP di Montecarlo ha un pauroso incidente alla curva del tabaccaio. Riesce a cavarsela ma la gamba destra subisce le conseguenze peggiori e Rudi da quel giorno in poi zoppicherà, rimanendo con una gamba 5 centimetri più corta e quasi sempre dolorante. Successivamente, con incredibile ironia, spesso ricorda che a Montecarlo "ero andato dal tabaccaio...". La stagione per lui è finita e nel 1934 ritorna in pista.
Superata con successo la paura di non essere più in grado di guidare come prima (nei Gran Premi che disputerà al Principato ricorda che "...vedevo sempre quel muro venirmi incontro e chiamarmi ad ogni giro") torna alla Mercedes che, grazie ai finanziamenti del regime nazista, rientra alla grande nelle competizioni Internazionali.
I progettisti Mercedes studiano a fondo l'Alfa Romeo di Caracciola (quella dell'incidente) e dopo averla riparata e collaudata maturano l'esperienza per poter realizzare una vettura ancora migliore e più aggiornata. Nasce così la W25.
Caracciola incontra comprensibilmente delle difficoltà: fisicamente non è ancora al meglio e psicologicamente deve superare anche la tragedia dell'incidente occorso alla moglie Charlotte, travolta da una slavina durante una gara di sci. Ma il campione riesce a riprendersi e a fine stagione torna alla vittoria a Monza ( ma in coppia con il compagno-rivale Fagioli) e arriva secondo al GP di Spagna.
Il 1935 è la sua annata: domina la stagione e ottiene la consacrazione definitiva conquistando il titolo di Campione d'Europa (appena istituito). Vince i GP di Tripoli, di Francia, del Belgio, di Svizzera e di Spagna e trionfa all'Eifelrennen (al Nurburgring).
L'anno successivo la rivale Auto Union e Bernd Rosemeyer dominano la scena, la Mercedes è un disastro, ma Caracciola riesce comunque a vincere due corse (Monaco e Tunisi). Da ricordare il bel duello col giovane Rosemeyer al GP di Svizzera: la rivalità sportiva tra i due rispecchia quella esistente tra Auto Union e Mercedes. Le due case, oltre che nelle competizioni tradizionali, si sfidano anche per la conquista dei primati di velocità. E' Caracciola ad avere "l'esclusiva" di condurre le speciali Mercedes da record con cui consegue numerosi primati fin dal 1934.
Nel 1937 la casa di Stoccarda presenta la nuova W125 e con tale "mostro" Caracciola non ha problemi a riconquistare il titolo Europeo vincendo il GP di Germania, di Svizzera, di Cecoslovacchia e d'Italia (svoltosi sul circuito della Coppa Ciano a Livorno). La W125 è l'auto da Gran Premio più potente mai realizzata prima della guerra e le sue prestazioni saranno superate solo 30 anni dopo: il suo 8 cilindri di 5660cc sprigionava 646 cavalli a 5800 giri.
Nel 1938 le regole per i Gran Premi variano e Caracciola ha a disposizione una nuova auto, ancora una volta all'altezza della situazione. Con la W154 ottiene il suo terzo ed ultimo titolo di campione d'Europa, vincendo la coppa Acerbo a Pescara e il GP di Svizzera e ottenendo altri buoni piazzamenti. La morte di Rosemeyer a Gennaio pone tragicamente fine alla sfida dei record tra le due case tedesche. Caracciola è l'ultimo detentore del primato, con 423,3 km/h.
Nel 1939 il titolo Europeo gli sfugge: è sempre la Mercedes a conquistarlo ma con Hermann Lang (qui c'è una discussione infinita tra gli storici, ma aprirò forse un topic apposito, perchè con lo scoppio della guerra il titolo non venne ufficialmente assegnato, e forse il legittimo campione sarebbe Muller su Auto Union). Rudi comunque disputa una buona stagione vincendo al Nurburgring il GP di Germania: è l'ultimo successo importante del campione tedesco. Inoltre, a febbraio, stabilisce altri due primati di velocità con partenza da fermo.
Durante la guerra si ritira con la seconda moglie Alice nella sua villa di Lugano, in Svizzera.
Nel 1947 Neubauer lo ricontatta e Rudi corre ancora con i vecchi bolidi e contribuisce allo sviluppo di nuove vetture, anche se non partecipa più a competizioni di primissimo piano. Si ritira nel 1952 e successivamente la sua salute peggiora e nel 1959, a 58 anni, muore nella sua villa Svizzera a causa di una intossicazione al fegato. Scompare il pilota simbolo della Mercedes nel periodo tra le due guerre, il pilota che con la sua ironia era riuscito a superare momenti molto difficili. A circa vent'anni dall'incidente avuto a Montecarlo era uscito di nuovo di strada, a Berna nel '52, e si era rotto la gamba sinistra: ancora sulla barella, aveva detto alla moglie "Sono stato fortunato. Mi si è rotta la gamba buona. Così non zoppicherò più!".