Hans Ruesch: tre vite in una

Dagli albori del 1900 fino alla F1 nel 1950

da sundance76 » 28/08/2007, 16:45

Ragazzi, un mio amico giornalista mi ha avvisato della morte di Hans Ruesch, svizzero nato a Napoli, che ha corso da pilota privato nei Gran Premi degli anni '30 e poi si è dedicato con successo alla carriera di scrittore. Molti romanzi famosi diventati poi film di successo, e poi dagli anni '70 uno strenuo lottatore contro le menzogne e le violenze occulte delle multinazionali farmaceutiche.
Ecco il testo che mi hanno inviato, con un ricordo della "Fucina Editore" che aveva già deciso insieme ad Hans di ristampare il suo primo romanzo, l'unico ambientato nel mondo della Formula 1:

Penso possa interessare sapere, oltre alla notizia della scomparsa di Hans Ruesch, che il suo bellissimo romanzo sul mondo delle corse sarà ripubblicato dalla casa editrice Fucina.
Hans Ruesch, svizzero, ha avuto una dignitosa carriera di pilota alla fine degli anni Trenta. Con la sua scomparsa, rimane solamente Paul Pietsch tra i piloti che hanno corso in quel decennio.
Milioni di copie vendute, un autore poi dimenticato...


Lunedì 27 agosto è scomparso Hans Ruesch.
Novantaquattro anni, minato da un male che ha sopportato con il coraggio che ha caratterizzato la sua vita, si è spento nella sua casa di Lugano.

Fucina ha il rimpianto di non aver potuto ancor più a lungo averlo al fianco e per noi tutti, il non più cogliere nei suoi occhi quello sguardo profondo, denso di coraggio, umanità e determinazione, è qualcosa che ci mancherà.

Abbiamo l’orgoglio di avergli, negli ultimi mesi della sua vita, dato la certezza che il suo primo romanzo, "Il Numero Uno", sarebbe tornato a vivere; il romanzo che lo lanciò in quel mondo dove il saper condurre per mano il lettore e appassionarlo fino all’ultima pagina è dono di pochi.

Grazie Hans.

Nato a Napoli nel 1913 da genitori svizzeri, Hans Ruesch ha vissuto nel capoluogo campano fino all’età di dodici anni, per poi essere mandato oltralpe a finire gli studi. Dal 1932 al ’37 corre in automobile, arrivando a disputare i più famosi Gran Premi dell’epoca e a vincerne alcuni, come quello di Donington del 1936. Ed è partendo dalla sua esperienza di pilota che l’anno successivo scrive Il Numero Uno. Durante la guerra è in America, dove comincia a scrivere in inglese: prima racconti per riviste, poi romanzi. Nel 1950 pubblica il best seller Paese dalle ombre lunghe, che venderà due milioni e mezzo di copie. Seguono Paese dalle ombre corte (tre milioni di copie), Partita di caccia, Com’esser poveri, I Mammà e Papà, Ritorno alle ombre lunghe.
Nel 1955 Hollywood fa un film con Kirk Douglas dal suo libro sulle corse dal titolo "Destino sull'asfalto", nel 1959 segue la versione cinematografica del "Paese dalle ombre lunghe", con Anthony Quinn.

All’inizio degli anni Settanta, Ruesch abbandona i romanzi e nel ’76 pubblica Imperatrice nuda, un violento atto d’accusa contro la vivisezione. Un testo che gli costerà decine di processi e il sistematico boicottaggio dei suoi libri, ma che farà di lui una bandiera per tutti coloro che lottano per i diritti degli animali.

Il Numero Uno è uno dei migliori romanzi mai scritti sulle corse.

Il suo segreto è l’autore, Hans Ruesch, che prima di diventare un famoso scrittore è stato pilota e ha battuto l’asfalto degli autodromi degli anni Trenta, sfidando giganti dell’automobilismo quali Caracciola, Nuvolari, Seaman, Rosemeyer e Varzi. Ruesch racconta la storia di Erwin Lester, un corridore vittima di se stesso, del suo essere più pilota di tutti, più campione dei suoi avversari.

È la vicenda di un uomo che vince sulle piste ma perde nella vita, e che non riesce ad amare e a rendere felice la sua donna. Sempre primo al traguardo,lui diventa un uomo senza sogni e lei si innamora del suo giovane compagno di squadra.

Il finale è a sorpresa e tutt’altro che buonista.

Senza belletto e moralismi, la storia raccontata da Ruesch rimane quella di un uomo e di una donna che si innamorano per le loro diversità e che, sempre per queste, devono lasciarsi.

Ecco perché Il Numero Uno è un libro attuale nella sua verità e nei suoi temi, più che emblematici della vita di oggi.

maggiori informazioni su www.fucinaeditore.it
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da sgarbo » 28/08/2007, 17:20

RIP :cry: ...con lui se n'è andato non un semplice pioniere del rischio, ma qualcosa di più, e proprio grazie a Mario Donnini, il mio giornalista preferito, il quale aveva dedicato una pagina ad Hans poco tempo fa su Autosprint, avevo potuto interessarmi riguardo la sua carriera sia da pilota che da scrittore. In tanti piloti hanno provato a scrivere i sentimenti di un pilota, e forse, solo Hans c'era riuscito del tutto a farlo...
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da Jackie_83 » 28/08/2007, 18:12

RIP...ank'io ricordo quell'articolo sul "bastian contrario" di qualche mese fa

Nulla da dire, un bel personaggio questo Ruesch, ke fino a quando la vista l'ha supportato corrispondeva con tantissimi appassionati come noi tramite forum ed e-mail

di lui ricordo un'aneddoto molto bello tratto da quell'articolo e ke fa respirare bene l'aria dei tempi...si era nel 1934 ed erano appena stati introdotti i caschi di protezione x i piloti, ed Hans si ritrova a scambiare 2 battute sull'argomento con Nuvolari

H.R.: Hai sentito la novità? sembra che da quest'anno vogliano farci indossare dei caschi di protezione

T.N.:Mmmmmhhh...non fa x me, io quando guido voglio sentire la carezza del vento

MAGNIFICO!!

...Riposa in pace campione! :(
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da sundance76 » 26/10/2009, 17:50

Come detto, il romanzo di Ruesch ambientato nei Gran Premi dal titolo italiano "Il Numero Uno" è stato ripubblicato dalla Fucina due anni fa, e in più vi è allegata una biografia-intervista scritta da Luca Delli Carri, in molti punti davvero illuminante.

A un certo punto viene citato un recente libro (2004) di un certo Richard Nisley, dal titolo "If Hemingway had written a racing novel" cioè "Se Hemingway avesse scritto un romanzo di corse" in cui sono raccolti gli estratti dei 16 migliori romanzi dedicati all'automobilismo.

Qualcuno ne sa di più?
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da Norisring » 26/10/2009, 22:56

ho letto questo libro da adolescente....non ero ancora stato ''rapito'' dalla F1, mancava poco,però: e forse fu questo libro scritto con una penna bellissima, uno stile davvero da...introdotto (appunto), un pathos tutto speciale,a farmi vedere le corse in modo differente.
Non sapevo fosse stato pilota, nè fosse ancora in vita.
Un ricordo riconoscente.
Ciao..
''...chi e' stato Flavio Torello Baracchini? ...solo il più micidiale degli Assi dell'aviazione italica nel primo conflitto: Baracca abbattè 34 nemici in tre anni, Torello 31 in sei mesi di volo...''
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da sgarbo » 28/10/2009, 11:56

[quote="sundance76"]
Come detto, il romanzo di Ruesch ambientato nei Gran Premi dal titolo italiano "Il Numero Uno" è stato ripubblicato dalla Fucina due anni fa, e in più vi è allegata una biografia-intervista scritta da Luca Delli Carri, in molti punti davvero illuminante.

A un certo punto viene citato un recente libro (2004) di un certo Richard Nisley, dal titolo "If Hemingway had written a racing novel" cioè "Se Hemingway avesse scritto un romanzo di corse" in cui sono raccolti gli estratti dei 16 migliori romanzi dedicati all'automobilismo.

Qualcuno ne sa di più?
[/quote]

Quando avevo parlato con Delli Carri a riguardo gli avevo chiesto la stessa cosa. Nel 2007 ho cercato il libro sia in libreria dell'auto sia in molte biblioteche. Non ho mai trovato però quel libro (che penso però sia solo in inglese), in compenso però grazie al CIVIS (associazione creata da Hans, come tu ben sai) mi è stata regalata una copia del libro Imperatrice Nuda, penso di essere uno dei pochi ad avere una copia della prima edizione, quella che venne nascosta e boicottata dai sistemi politici.

Tornando al libro ho comunque visto facendo una rapida ricerca che si può ordinare da internet tranquillamente....Sinceramente però io non ho mai fatto acquisti via internet
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da sundance76 » 22/10/2010, 18:10

Un piccolo aneddoto curioso a proposito di Hans Ruesch.

Alcuni anni fa io non sapevo quasi nulla di lui. Sapevo che negli anni '30 c'era stato un pilota privato con quel nome, ma niente di più.
Dopo una conferenza a tema automobilistico a Milano, più di 5 anni fa, chiacchierando con alcuni giornalisti a pranzo, uno si mise a ricordare i protagonisti delle epoche più remote che erano ancora in vita, e nominò Ruesch dicendo appunto che era ancora vivo. Ma finì lì.
Un anno dopo, Mario Donnini su AS fece un "Bastian Contrario" dedicato a Ruesch, e da ciò mi venne la curiosità di reperire il suo primo romanzo (Ruesch divenne scrittore dopo aver finito di correre) ambientato nel mondo dei Gran Premi.

Tergiversai qualche mese, poi a inizio del 2007 mi decisi a inviare una e-mail all'ultranovantenne ex pilota, chiedendogli notizie su come reperire una vecchia copia di quel romanzo di ormai molti decenni fa, intitolato in italiano "Il Numero Uno".

Egli mi rispose con questa lettera:

Caro Francesco,
purtoppo mi cogli in un brutto momento perche' io sono agli sgoccioli. Per fortuna pochi giorni fa e' venuto a trovarmi un giornalista che ha appena pubblicato un libro su Zanardi (quello che ha perso le gambe correndo). Pare che il suo editore voglia  ripubblicare il mio Numero Uno. Questo giornalista si chiama Luca Delli Carri e la sua mail e' luca@dellicarri.it
Conosco Forio d'Ischia da quasi 94 anni.

Tanti saluti,
Hans Rüesch


Ruesch aveva equivocato su Delli Carri credendo che avesse scritto il libro su Zanardi (invece l'autore, Gasparini, era un collega di Delli Carri alla Gazzetta).

Ma comunque resta la curiosa coincidenza che io stavo cercando il libro proprio quando qualche settimana prima la Casa editrice Fucina aveva deciso di ristampare quel libro.

Ruesch farà appena in tempo a vedere il libro ristampato, perchè poi è morto pochi mesi dopo, il 27 agosto 2007 all'età di 94 anni. (Nella lettera si riferisce al fatto che, essendo egli nato e vissuto per 12 anni a Napoli, conosceva la mia isola, Ischia, sin da quando era bambino).

Ricordo che qualcuno di noi ha letto quel libro, mi sembra Uitko. E' davvero uno specchio realistico delle corse anni '30, con i personaggi che ricalcano quelli reali. Quindi è davvero attendibile nelle cose che racconta, perchè vissute in prima persona come pilota.

Nessun altro ha letto il libro? C'è anche una lunga appendice (in pratica, la seconda metà del volume) in cui Luca Delli Carri ripercorre la vita di Ruesch tramite alcuni incontri diretti.

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da sundance76 » 23/10/2010, 15:53

Un breve ma bell'articolo su Hans Ruesch con un estratto dell'intervista-biografia di Delli Carri:

http://www.hansruesch.net/articoli/hans%20ruesch_dellicarri.pdf

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da sundance76 » 24/10/2010, 14:06

[quote="sundance76"]
Un breve ma bell'articolo su Hans Ruesch con un estratto dell'intervista-biografia di Delli Carri:

http://www.hansruesch.net/articoli/hans%20ruesch_dellicarri.pdf

[/quote]

E ci aggiungo anche quest'altro di Aldo Zana su Auto d'Epoca di gennaio 2008:

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da sundance76 » 25/10/2010, 12:58

Da svizzero, per motivi nazionalistici non riesce a entrare nè nelle squadre ufficiali italiane nè in quelle tedesche.
Inizia con le corse in salita, dove vince spesso.

Corre sempre da privato, vincendo gare minori ma anche alcune importanti, come il Gran Premio di Donington 1936 in coppia con Dick Seaman.

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Nel '35 arriva quarto alla Mille Miglia, dietro alle Alfa della Scuderia Ferrari.

Nel '36 ottiene un'Alfa P3, ormai obsoleta, per la Coppa Acerbo. Abituato alla sua vecchia Maserati che aveva una pressione olio di tre chili, quando vede sul cruscotto dell'Alfa una pressione di un chilo e mezzo, rallenta moltissimo, e arriva quinto. Solo all'arrivo gli spiegano che un chilo e mezzo era una cosa normale per le Alfa. Davanti a lui arrivano solo 3 Auto Union di 6'000 cc più un' Alfa di 4100 cc, mentre Ruesch ha un motore di 2900 cc....

Con la stessa P3 vince il Premio di Bremgarten (gara di contorno del GP di Svizzera), e poi, come detto, gli viene consegnata (ovviamente dietro pagamento) una 8C con cui vince l'importante Gran Premio di Donington in coppia con Seaman.

Nel '37 continua a correre con la vecchia 8C vincendo corse minori dove il suo mezzo gli permette di lottare: arriva primo a Monthlery, a Helsinki, a Chimay, a Bucarest e di nuovo al Bremgarten.

Corre anche nei Gran Premi "mondiali", e con risultati tutt'altro che disprezzabili considerati gli avversari e il mezzo di cui dispone.

Arriva tre volte 8°: all'Eifel, a Monaco (nella foto sotto) e al GP di Germania al 'Ring: vi sembra poco? Beh, provate a pensare che la Mercedes e l'Auto Union avevano 5 auto ciascuna, più le tre della Scuderia Ferrari. Il resto sono tutti piloti più o meno privati. E Ruesch arriva 8° al traguardo, dopo 3 ore e 46 minuti di gara contro 13 auto ufficiali e su 26 partenti...

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da sundance76 » 25/10/2010, 15:28

"Della prima gara in circuito alla quale ho partecipato ricordo che eravamo soltanto sedici partecipanti. Di questi sedici partecipanti, dodici sono morti in corsa. Non so se ci si rende conto: su sedici che hanno preso il via di una gara, dodici, nel corso di molti anni, sono morti mentre correvano.
Noi, i vecchi piloti, non consideriamo i piloti di oggi dei veri piloti, perchè oggi le macchine sono scatole di gomma: esci a 350 all'ora e non ti fai niente. Il rischio era una parte importante delle corse.
Fra di noi, i vecchi piloti, non abbiamo mai considerato le corse moderne delle vere corse
."

Hans Ruesch - 14 marzo 2007

(Ricordiamo che Hans Ruesch è nato nel 1913, ha gareggiato dal 1932 al 1937, ed è morto il 27 agosto 2007 all'età di 94 anni)

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da Powerslide » 25/10/2010, 15:41

Parole molto dure, ma che possono avere un fondo di verità anche se non condivisibile ed auspicabile.
Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)
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da sundance76 » 25/10/2010, 18:39

Hai ragione. Tuttavia dal suo punto di vista è comprensibile.
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da jeanpierresarti » 26/10/2010, 8:07

[quote="sgarbo"]
[quote="sundance76"]
Come detto, il romanzo di Ruesch ambientato nei Gran Premi dal titolo italiano "Il Numero Uno" è stato ripubblicato dalla Fucina due anni fa, e in più vi è allegata una biografia-intervista scritta da Luca Delli Carri, in molti punti davvero illuminante.

A un certo punto viene citato un recente libro (2004) di un certo Richard Nisley, dal titolo "If Hemingway had written a racing novel" cioè "Se Hemingway avesse scritto un romanzo di corse" in cui sono raccolti gli estratti dei 16 migliori romanzi dedicati all'automobilismo.

Qualcuno ne sa di più?
[/quote]

Quando avevo parlato con Delli Carri a riguardo gli avevo chiesto la stessa cosa. Nel 2007 ho cercato il libro sia in libreria dell'auto sia in molte biblioteche. Non ho mai trovato però quel libro (che penso però sia solo in inglese), in compenso però grazie al CIVIS (associazione creata da Hans, come tu ben sai) mi è stata regalata una copia del libro Imperatrice Nuda, penso di essere uno dei pochi ad avere una copia della prima edizione, quella che venne nascosta e boicottata dai sistemi politici.

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io ho tutti i libri di Ruesch, compreso "Imperatrice nuda" in I edizione Garzanti del 1977, che parla della vivisezione, tema molto caro a Hans e che come ben sapete gli è costato l'allontanamento dalla società. è molto bello che si parli ogni tanto e che si tenga vivo il ricordo di questo avventuriero (per non essere frainteso chiarifico subito: avventuriero nel senso di partecipare da privato ad uno sport pericoloso) e intellettuale del '900.
per quanto riguarda le considerazioni sul rischio e sulla sicurezza, anch'io comprendo il suo punto di vista
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da Uitko » 26/10/2010, 17:23

Numero Uno lo possiedo anche io, davvero un bel libro, l'avevo suggerito qui tempo fa ai miei amici http://www.uitko.it/index.php?option=co ... &Itemid=91
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