Dopo la sorprendente e rocambolesca vittoria all'esordio con la Scuderia al GP di Monaco del 2 aprile, Moll viene convocato da Enzo Ferrari per il GP di Tripoli in programma il 6 maggio sul rinnovato e modernissimo circuito della Mellaha, in Libia, che all'epoca era territorio italiano.
Con le enormi somme di denaro ricavate dall'idea della
Lotteria di Tripoli, era stato costruito un nuovo circuito intorno al lago salato della Mellaha, alla periferia di Tripoli, tra il mare e il deserto.
Un circuito di ben 13 km, con curve tutte ad ampio raggio tranne una, curve velocissime che si stendevano tra le dune e le palme che interrompevano quella gialla monotonia da brivido.
Una torre di segnalazione altissima, una tribuna coperta davanti ai box di ben 12'000 posti, e gli stessi box erano molto spaziosi, cosa mai vista in Europa.
Italo Balbo, gerarca del regime fascista, era stato nominato Governatore della Libia da Mussolini, il quale temeva la grande popolarità di Balbo, Maresciallo dell'Aria, Ministro dell'Aviazione, e capace di trasvolare l'Atlantico fino agli USA per dimostrare la presunta grandezza del regime fascista.
Balbo, dopo essersi adirato per esser stato "esiliato" in Colonia, comincia a darsi da fare per rendere la Libia una colonia moderna, e fra tutti i suoi interventi, c'è anche la valorizzazione del Gran Premio, che diventerà uno dei più importanti del calendario, oltre che il più ricco, con ricevimenti da mille e una notte nel suo Palazzo di Governatore, dove si raduna non solo il piccolo mondo dei GP, ma anche diplomatici e aristocratici di tutta Europa. Insomma, un grande evento sportivo, ma anche mondano.
I proventi della Lotteria permettono non solo un grosso premio per colui che acquista il biglietto vincente (nel '33, l'anno prima, era di ben 6 milioni di lire dell'epoca, come dire 5 milioni di euro di oggi), ma anche un grande montepremi per i piloti stessi: all'epoca una vittoria a Tripoli faceva guadagnare più di una stagione intera. Era un GP anche più prestigioso di Montecarlo. Tanto per intenderci, Achille Varzi, quell'anno prima guida della Scuderia Ferrari, guadagnava in un anno "di base" ben 200'000 lire più il 50% dei premi di partenza, degli sponsor e di arrivo. Ebbene, per il vincitore a Tripoli quell'anno erano in palio ben 265'000 lire....
La Scuderia Ferrari partecipa con 4 Alfa P3 affidate a Varzi, Chiron, Tadini e appunto Moll.
Sentiamo cosa dice Cesare De Agostini nel suo libro "Ferrari, 'il' sceriffo":
Alla vigilia del GP di Tripoli la stampa francese parlò di un accordo tra Varzi e Chiron: se si fossero trovati in testa, la vittoria sarebbe andata all'italiano. "Di questo accordo me ne infischio" disse Moll. Dopo aver sostato per due volte ai box, il diavoletto nero si era abbandonato totalmente al perenne richiamo della sua insaziata sete agonistica. Dai box gli facevano segno di rallentare e lui, passando, abbassò la testa: aveva capito. E però continuava a spingere. Dall'ultima curva in fondo al rettilineo, in vista del traguardo, spuntarono le due Alfa, quasi sulla stessa linea. Il caschetto di tela azzurra di Moll era all'interno, quello bianco di Varzi all'esterno. Varzi non mollò e tagliò il traguardo con mezza ruota di vantaggio. Moll impazzì, disse che Varzi lo aveva ostacolato: "Quando mi avete fatto segno di rallentare io, abbassando la testa, non volevo dire 'sì' ma solo 'bah' ". Il giornalista francese Henry lo chiamò "cabochard", testardo cocciuto. Nacque il caso Moll, alimentato dalle solite polemiche: la stampa francese difendeva ovviamente il pilota nato il Algeria da padre francese e madre spagnola: quella italiana si chierò con Varzi. Chi era questo Guy Moll? Che cosa aveva fatto prima di entrare nella Scuderia Ferrari? Indagarono. Ricordarono che mesi prima era arrivato secondo a Monza, ma si era agitato parecchio, lasciando l'impressione di essere molto estroso, molto facile a esplodere.
-continua-