da Aviatore » 16/07/2010, 9:34
"A fine 2006, quando Jean Todt, appunto il Pinguino, ha gestito la chiusura dell’era Schumi, assumendo Raikkonen (bloccato con dodici mesi di anticipo) e bocciando Alonso (che per questo già dall’estate 2005 nelle sue dichiarazioni a proposito di Maranello era velenosissimo…), venne stipulato un patto.
Questo patto, tra il Pinguino e Ciuffo Kid, alias Montezemolo, prevedeva che, una volta a regime la nuova dimensione Ferrari, senza Schumi e senza Brawn, lo stesso Todt sarebbe stato libero di scegliersi un’altra collocazione. Naturalmente, non conflittuale con le esigenze del team Rosso.
E fin qui ci siamo.
Nel 2007 Todt è ancora al muretto, è l’anno di Stepney e delle spie, l’anno in cui Kimi vince in extremis un titolo che rischia di essere ricordato come quello di Scheckter nel 1979 (e vedrete che forse non sbaglio di tanto…).
Al termine di quel campionato avventuroso e miracoloso, il Pinguino (che dal 2004 era direttore generale e ammistratore delegato dell’intera azienda Ferrari, nonché sempre capo del reparto corse) inizia a ridurre il suo ruolo. Nomina, d’intesa con Montezemolo, il prode Domenicali a capo del settore F1. Conservando pure tutti gli altri incarichi.
E così si doveva andare avanti almeno per un annetto buono, facciamo fino al 2009.
Invece, accade qualcosa.
Siamo nel 2008, Raikkonen è il leader indiscusso del team ma tra il primo e secondo Gp della stagione, cioè tra Australia e Malesia, arriva una notizia sorprendente. Questa: all’improvviso e senza preavviso, il Pinguino si è dimesso da amministratore delegato e da direttore generale di Ferrari, per conservare soltanto la carica di presidente della consociata Ferrari Asia (che poi lascerà entro pochi mesi).
Traduco: c’è stata una accelerazione brutale, sui tempi previsti. Aggiungo che a primavera 2008 nessuno immaginava i disastri di Mosley, le fruste, lo *******, eccetera. Dunque, la presidenza Fia non era assolutamente in bilico. Cioè ancora, il Pinguino non aveva, di suo, alcun motivo per allontanarsi in fretta e furia dall’Italia, dove era arrivato indossando camicie sporche d’unto nel colletto e dove si era rivestito di cachemire, guadagnando cifre clamorose (se vi dico quanto ha incassato Todt in Ferrari dal 1993 al 2008 chiamate l’ambulanza di Odin, mi fate internare in manicomio e non mi credete comunque).
Allora, cosa era accaduto?
Io ho solo una fonte. Non verificabile: nel senso che mi mancano conferme autorevoli e definitive e lo ammetto.
Secondo questa fonte, altolocata e credibile, tra il 2007 e il 2008 un certo Marchionne, capo supremo dell’impero Fiat, si è messo a spulciare i conti della controllata modenese. Della Ferrari.
Quando Marchionne si è accorto che l’amministratore delegato di una controllata (la Ferrari, appunto) guadagnava più dell’amministratore delegato della controllante (la Fiat) ha chiesto chiarimenti e ha allargato i controlli su entrate e uscite.
E’ come se, in un giornale, io che faccio l’inviato fossi pagato più di un direttore. Non esiste. E non ci sta.
Infatti, dopo due mesi il Pinguino non ci stava più, alla Ferrari.
E’ vero? E’ verosimile? Non fu un divorzio consensuale e affettuoso, come raccontato all’epoca dai soliti gregari dell’informazione? E come mai dopo il congedo di Todt a Maranello tutte le sue scelte (da Raikkonen a Simon, ma potrei fare altri esempi minori, da Kotur che non è detto sappiate chi sia, a Rosato, che non è detto sappiate chi sia, a Bonciani, che non è detto sappiate chi sia) sono state rovinosamente rinnegate?
Io penso, per chiudere, che in Ferrari, con i tempi della Ferrari, non brevissimi, stiano per maturare cose grosse. Ma non sono un profeta, non sono un Otelma e dunque avremo modo, temo, di riparlarne"
Turrini dixit
"Sia anche lodata l'Austria, Patria di Colui che ha distribuito il Verbo e le lezioni di guida" - Niki (quello nostro)