Nino Vaccarella

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da sundance76 » 23/09/2021, 14:09

Oggi è scomparso il grandissimo Nino Vaccarella, il "Preside volante", fuoriclasse delle competizioni durata tra gli anni '60 e '70. 

Voglio ricordarlo postando una sua bella intervista realizzata da Danilo Castellarin su "Auto d'Epoca" nel 2002.
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"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

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da Jackie_83 » 24/09/2021, 9:34

"Dio perdona, Vaccarella no"

Probabilmente uno dei più grandi piloti italiani del dopoguerra
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da groovestar » 24/09/2021, 19:59

Grandissimo pilota, versatile e sempre al top...roba inimmaginabile al giorno d'oggi.
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da sundance76 » 24/09/2021, 20:23

ADDIO, NINNI

Di Gianni Cancellieri

Nino era proprio il suo nome. Non derivava in scala diminutiva, come tanti, da Antonio: Vaccarella Antonio-Antonino-Nino. Per gli amici era Ninni, che è una forma affettiva. Lui non era il diminutivo di nessuno.
Portava con limpida fierezza la sua sicilianità colta e ironica, pazientemente attento al dettaglio: “intendiamoci bene”. A chi lo chiamava “Preside volante” precisava che dell’Istituto Oriani di Palermo, scuola privata ereditata dai genitori, preside era sua sorella: lui, il vice. Ma si sa, i nomi di battaglia, specie nello sport, divengono immortali e a un certo punto si arrese.

Non si arrese mai, invece, al vedersi indicare con una sorta di marchio quasi esclusivo come “il re della Targa Florio”. Ricordo una conferenza stampa in cui fu presentato con questa qualifica prestigiosa ma riduttiva. Si alzò per ringraziare e si disse orgoglioso delle sue vittorie in quella corsa, la più antica del mondo e una delle più difficili, “addirittura un mito per noi siciliani”… e da lì passò a un irresistibile plurale maiestatis: “ma è anche bene chiarire che da tempo abbiamo attraversato lo Stretto per andare a correre e a vincere al Nürburgring e a Le Mans, a Sebring e a Daytona, a Monza, al Mugello, a Imola e così via”. La pacatezza quasi sorridente con cui rivendicava quell’incontestabile credito di considerazione me lo fece ammirare oltre ogni dire.

La prima volta che lo vidi correre guardò davvero in faccia la fetida Signora in Nero: prove della 1000 Km del Nürburgring 1963, volo agghiacciante e cappottamento con la Ferrari 250 P che divideva con Bandini… l’attesa dei soccorsi imprigionato nelle lamiere con 200 litri di carburante e concreto pericolo di incendio… Era venerdì 17 ma se la cavò con un braccio massacrato e mesi di convalescenza. L’anno dopo al Nürburgring era primo con Scarfiotti e due settimane più tardi trionfava con Guichet nella 24 Ore di Le Mans… appena sceso dal podio lo ricordo preoccupato per problemi di coincidenze aeree che rischiavano di impedirgli di essere l’indomani a Palermo all’apertura della sua scuola.

Passò da Bologna tre anni dopo, diretto a Maranello, e venne a far visita alla minuscola redazione di Autosprint. Mi ero sposato da poco e lo presentai a Daniela, mia moglie, che lavorava nell’amministrazione della casa editrice. E che, da buona bolognese, lo invitò a pranzo da noi: la nostra casa era a due passi dal giornale, a sua volta vicinissimo a un laboratorio di pasta fresca. I tortellini erano appena usciti dalle mani dell’artigiana (per la storia, Maria Franceschi) e Ninni – che per inciso si era presentato con un vassoio di… micidiali dolcetti di pasta di mandorle – li gustò moltissimo. Trovò il Lambrusco leggerino (e per forza, direi, conoscendo la media dei “volumi svolti” nei vini della sua isola) ma si trattenne amabilmente rievocando episodi e retroscena vari. Ci facemmo raccontare la premiazione di Collesano dopo la vittoria nella Targa del 1965, con Ninni, atteso dal sindaco, che arrivò in paese durante una processione religiosa e che riconosciuto dai fan fu acchiappato e portato in trionfo. Rise quando parodiai gli ultimi versi di “Bocca di rosa”, la canzone di Fabrizio de André appena uscita e già di grande successo: “...e con la Vergine in prima fila / e Vaccarella poco lontano / si porta a spasso per il paese / l’amore sacro e l’amor profano”…

Poi il tempo creò fatali distanze, rari incontri, qualche telefonata, il ricordo dei tortellini, gli auguri di Natale. Poi il colpo atroce del destino e l’incidente d’auto dell’amatissimo figlio Giovanni, condannato alla quasi immobilità. E Ninni a lottare per reggere il peso della tragedia e ancora presente fino all’ultimo a eventi dello sport mai uscito dal cuore. Come lui mai uscirà dal nostro.


Nella foto di Franco Varisco:
Nürburgring, 5 giugno 1966.
Internationaler ADAC 1000-Kilometer Rennen.
Nino Vaccarella e Lorenzo Bandini. Tra di loro, l'autore del pezzo, Gianni Cancellieri, all'epoca inviato di AutoSprint.
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