Concordo con Sun.
Ickx prese una decisione coraggiosa e controversa per quei tempi, tuttavia giusta.
Già nei primi giri si era verificato un incidente che costò un infortunio piuttosto grave a Tambay, poi vi fu un susseguirsi di ritiri, con condizioni che, pur costanti, erano proibitive per una corsa nel principato, con quelle vetture, con quei turbo.
Si ricamò molto su quella vicenda, ma a quei tempi Prost non poteva avere la piena percezione della rimonta di Senna e non sappiamo minimamente cosa significasse guidare in quelle condizioni, pertanto non credo minimamente alla tesi del timore del recupero di Senna, quanto piuttosto alla non accettazione del rischio imposto dalle condizioni atmosferiche, ritenuto troppo alto.
Del resto non sapremo mai se Alain stesse correndo o solamente cercando di portare a casa la vettura, conscio di quanto avvenuto ai suoi colleghi nei giri precedenti.
Per certi versi credo che anche Ayrton sapesse che, col senno di poi, fosse la giusta decisione da prendere, tuttavia fu abile nel servirsene fin da subito per consolidare il suo mito: visto il ritmo che aveva ed i rischi presi nella rimonta (con tanto di scordolata che ruppe parte della sospensione della Toleman) è abbastanza aleatorio credere che avrebbe potuto vincere con un ampio margine di certezza, tuttavia era una buona storia per consolidare la propria reputazione. Ayrton è sempre stato molto abile nello sfruttare le polemiche - spesso sollevate da lui stesso - a suo vantaggio. Inoltre sono sicuro che, se mai avesse superato Prost, sarebbe stato il primo a chiedere una interruzzione della corsa
7 anni dopo, con più esperienza, piu consapevolezza di se, si comportò nel medesimo modo di Prost, giudicando la pista troppo pericolosa, forse memore di quanto accaduto 2 anni prima in una ancor più bagnata Adelaide.
Ovviamente la cosa passò inosservata perchè non vi erano vetture in clamorosa rimonta, ma gli episodi rappresentano la medesima realtà, ed il rischio era davvero molto grande.
Penso che a livello mediatico tutto sia solo influenzato dalla figura di Ayrton e dalla sua capacità di catalizzare su di se le opinioni, anche se il dato oggettivo ci indica che in entrambi i casi vennero prese decisioni giuste.
L'errore metodologico di fondo è ragionare con i "se" ed i "ma": Senna avrebbe vinto ed umiliato Prost? O magari Prost avrebbe alzato il ritmo e Senna si sarebbe ritirato od avremme spinto troppo oltre il limite? Avrebbe vinto Bellof? nel 91 Senna sarebbe uscito come tanti suoi colleghi se avesse continuato? Tutte domande senza risposta.
Come disse Ferrari con riguardo al Fuji: si possono fare mille discorso, ma solo chi è nella vettura, con il suo stato d'animo e le sue esprerienze, può giudicare se val la pena continuare o meno una gara e se il rischio è troppo alto.
Entrambi i campioni valutarono questo rischio eccessivo e, a differenza del Fuji, i direttori di gara preferirono ascoltare i piloti.