da sundance76 » 16/02/2023, 21:22
AL TRAGUARDO COL TELAIO... "DIMEZZATO"
Il circuito di Saint Jovite, che ospitò il secondo Gran Premio del Canada, era molto stretto e accidentato, sollecitava molto la trasmissione. Chris Amon andò molto bene, ma lui e la Ferrari furono di nuovo sfortunati. Stava guidando molto bene, la sua macchina andava forte; poi, al 72° giro, la trasmissione cedette, dopo che Amon aveva ottenuto un vantaggio di quasi un giro su tutti gli altri.
Io stavo per raggiungere il quarto posto, quando iniziai a sentire un rumore sordo; ogni volta che acceleravo o cambiavo marcia, c'era un grande frastuono, e l'auto si comportava in modo molto strano.
Non riuscivo a capirne la causa e quindi iniziai a guardare attorno a me, e a dare un'occhiata alle sospensioni.
Abbassai lo specchietto per vedere la sospensione posteriore e, pensai, è un po' strano: vedevo il braccio che collegava la sospensione posteriore al fissaggio dell'ammortizzatore, ed ebbi la buona idea di cercare di ricordare quanta parte del braccio si vedesse in condizioni normali; sul lato sinistro, non si vedeva quasi per niente - il che significava che l'ammortizzatore era quasi completamente compresso mentre sull'altro lato poteva vedere quasi l'intero braccio.
Semplicemente non aveva senso, e c'era sempre un terribile tintinnio con un'orribile vibrazione. La macchina scendeva lungo il rettilineo zigzagando, e ogni volta che passava su un dosso l'auto sembrava galleggiare in aria, con il volante che girava da solo. La situazione cominciò a diventare un po' sgradevole e lo zig-zag, le vibrazioni e il controllo del mezzo peggiorarono continuamente.
Bene, pensai, è stupido, farei meglio a rientrare ai box e ad andare a controllare, ma ero molto riluttante a ritirarmi. Comunque, prevalse il buon senso e andai ai box. «C'è qualcosa di rotto nel posteriore», dissi loro.
Girarono tutti attorno alla macchina, studiarono con attenzione la situazione, sollevando questo e poi quello. Tornarono da me, e mi dissero: «Per noi tutto bene, non c'è niente di rotto».
Non dissi niente. Scesi dalla macchina e diedi anch'io un'occhiata e devo dire che non riuscii a vedere nulla. Va bene, pensai dentro di me, salgo di nuovo in macchina, la metto in funzione, e così potete lavorare sulla macchina.
Avevano messo la macchina sul cric con le ruote sollevate, quindi, misi la marcia e feci girare il motore; come accelerai, anche il telaio si mosse. Appena tolsi gas il telaio ritornò nella sua posizione originale e ci fu un grande tintinnio, con molte vibrazioni.
«Dannazione!» dissero tutti. «Guarda che roba!» - e tutti strabuzzarono gli occhi. Pensai, a quel punto, che avrei fatto meglio a darci un'occhiata anch'io. Ora, bisogna spiegare che in quella macchina il motore era portante, cioè faceva parte del telaio. C'era la zona della monoscocca dove mi sedevo, e che conteneva i serbatoi del carburante, mentre il motore era fissato direttamente sul posteriore della scocca con quattro bulloni, uno per ogni angolo; la sospensione posteriore era semplicemente agganciata alla parte posteriore del motore. Quindi, come ho già detto, il motore faceva davvero parte del telaio.
Era dunque successo che i bulloni che fissavano i due angoli superiori si erano usurati, allentati, e poi rotti. Con solo due bulloni inferiori che tenevano unito l'intero insieme della macchina, era come se ci fosse una cerniera, e che l'auto, mentre acceleravo, si aprisse a metà.
Mi sono spesso chiesto che cosa sarebbe successo se il motore fosse esploso, e se il tutto si fosse rotto - beh, ovviamente, non è accaduto - ma non avrei mai pensato che l'auto potesse piegarsi a metà.
Iniziarono a spingerla via, ma li fermai e dissi: «Guardate, ora so cosa c'è che non va, torno in pista e vedo come fare».
Fu infernale. Già prima avevo avuto uno o due momenti difficili; a quel punto , mi sembrò di essere seduto un po' più in basso del solito - cioè un po' più vicino al suolo - e di vedere tutto dal basso. Molto originale. Ma era esattamente quello che stava accadendo.
Così sono ripartito, cambiando marcia e decelerando molto lentamente, in modo che l'auto non si spezzasse in due mentre ero a bordo.
Cambiavo marcia solo quando dovevo farlo e non riuscivo nemmeno a frenare troppo forte.
In curva era un po' strano, perché la metà anteriore dell'auto tendeva ad andare da una parte e la parte posteriore dall'altra.
Ad ogni modo, si poteva guidare, iniziai ad avvicinarmi a Rodriguez, anche lui in difficoltà, davanti a me. Iniziai a metterlo sotto pressione sempre più duramente, e stavo per prenderlo - era al terzo posto ed io al quarto, in compagnia di Vic Elford.
Mancavano solo tre giri alla fine, quando la guidabilità cominciò a peggiorare, pensai che rischiavo di non terminare la gara, quindi rallentai un po', e arrivai quarto.
Fu davvero una grande fortuna poter tagliare il traguardo. E ottenni dei punti preziosi per il Campionato.
(Graham Hill, "Una vita al limite", Ed. Mare Verticale)
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"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.
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