da lauda12 » 10/10/2013, 13:46
Oltre alla F1 la mia grande passione è il medioevo inglese e francese del periodo che va dal 1000 al 1200 e quindi, tutti gli anni, dopo le vacanze al mare porto la mia famiglia in Francia alla ricerca delle tracce lasciate dagli uomini di quell’epoca. Quest’anno sono tornato in Normandia e ho fatto tappa per più giorni a Rouen.
Arrivo da Parigi e quando mancano pochi km alla destinazione, i miei occhi si posano sul cartello di un’uscita per me inequivocabile “Les Essarts”…e il mio cuore va a quelle splendide foto delle f2 impegnate alla “virage du nouveau monde” e in particolare ad una March Stp rosso arancione e ai tragici resoconti sulle scomparse di Schlesser e Birrell.
Non so più cosa fare…ma sto zitto, già porto 3 donne a vedere castelli e rovine, figuriamoci se le porto a vedere un pezzo di strada…..Ma resterò a Rouen più giorni e chissà che non capiti l’occasione…
Dopo due giorni tra feste medievali, cattedrale e chiese varie si va a Chateau Gaillard (splendida figlia di un anno di Riccardo Cuor di Leone). Mi sono già preparato: asseconderò mia moglie facendola tornare via un po’ prima del solito dal castello e giocando sull’anticipo le chiederò di concedermi la cerca del circuito..
Les Essarts ha due uscite, ma sulla strada del ritorno da Chateau Gaillard ne posso imboccare una sola.
Usciamo dall’autostrada e conto sulla mia memoria visiva (del resto Rouen l’ho anche provato su Rfactor con la B3).
Sfortunamente mi faccio attrarre dal cartello del paese “Les Essarts”, vi entro e mi perdo in un dedalo di viuzze residenziali. Ne esco, ritorno verso l’autostrada, vedo sulla sinistra un discesa e…mi butto pensando al rettilineo di partenza. Proseguo, ma qualcosa non mi torna e alla fine della discesa anziché la “nouveau monde” mi trovo una deserta zona industriale.
Vorrei riprovarci, ma le mie donne hanno già perso la pazienza e perdipiù le bimbe sono stanche per la visita al castello e quindi rinuncio.
Alla sera però in albergo apro “google map” e riesco a trovare un punto di riferimento importante : un’alta torre (del telefono ?) quasi in corrispondenza della parte alta del circuito…; mia moglie mi promette che se capiterà l’occasione mi aiuterà a trovare il circuito.
E l’occasione capita di domenica; dobbiamo andare a Falaise ad una festa medievale, ma piove e le previsioni parlano di pioggia sino al pomeriggio.
Partiamo alle 10 di mattina, necessitiamo solo di 1 ora e mezza di viaggio e quindi il tempo per provarci c’è.
E’ la seconda uscita in direzione Caen quella giusta. Usciamo dall’autostrada, mia moglie individua la torre; subito dopo la strada gira a sinistra e da li tutto inizia:
prima parte del rettilineo leggermente inclinata e poi…un tuffo al cuore: inizia la discesa e vi assicuro, senza retorica, che, la prima cosa a cui da uomo normale, purtroppo di oggi, ho pensato è stata lo straordinario coraggio di quei piloti.
Rivedo sulla destra, prima del curvone a sinistra in discesa, Hill che chiede un passaggio a Siffert e proseguo; faccio il curvone (sotto c’è un bosco con dirupo) ed ecco che laggiu’ in fondo intravedo la “Six freres”: è terrificante… la chicane non c’è più (si intuisce dalla tracce com’era fatta e lo spazio che occupava) e immediatamente il mio stato d’animo cambia, la sensazione non è più quella di coraggio, ma di incoscienza: era una giostra crudele, li se sbagli o si rompe qualcosa, muori.
Penso a quell’albero che non c’è più con la dedica a chi non c’è più, penso alla macchina di Schlesser che brucia e poi improvvisamente ritrovo la serenità: sono arrivato in fondo alla discesa, ma tiro dritto per due motivi:
1) Non puoi credere che una f1 possa fare alle fine di una discesa così, una curva che non è un tornante, ma un sopracciglio di un bimbo appena nato;
2) Purtroppo la “nouveau monde” ora è asfaltata.
Torno indietro, la contemplo per l’ultima volta, rivedo Lauda che fa il tornante e imbocco la salita che è meno spaventosa, solamente perché è una salita, che pero’, come la discesa, è altrettanto stretta se non di più.
Termino il giro facendo il vecchio rettilineo del tracciato del 1955, che da’ a me, ma anche a mia moglie, la sensazione che si tratti del vecchio asfalto da competizione (forse perché al contrario della parte restante del circuito è escluso dal traffico quotidiano).
Rifaccio di nuovo il giro; questa volta seguo il tracciato del 1972 e poi me ne vado, con un pensiero fisso: se mi ha lasciato questa angoscia percorrere ad andatura turistica Rouen Les Essarts, cosa provavano quei fantastici eroi che erano i piloti di quell’epoca, mentre correvano nell’inferno verde ?
A proposito, si sono emozionate anche le mie donne...