Gran Premio d'Italia 1967

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da Powerslide » 19/07/2010, 14:52

Poveretti, è da ieri che ci penso  :(

Comunque a noi la prima cosa che insegnavano era di non voltare mai le spalle alla vettura in ..... difficoltà  :001_rolleyes:
L'importante era schivarla, magari di un metro, ma schivarla. Se però corri senza guardare ti affidi alla buona sorte e basta.
E ieri ce n'è stata tanta  8)
Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)
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da Jackie_83 » 19/07/2010, 22:26

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da Powerslide » 19/07/2010, 22:39

Sto per dire una cosa che scandalizzerà molti, ma che esprime bene la differenza tra miei tempi e quelli attuali.
Tenetevi stretti alla sedia per non picchiare la testa sul soffitto.

Perchè esporre la bandiera rossa se la pista era completamente sgombra?

Vi assicuro che la mia non è una battuta nè una provocazione.
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da jackyickx » 20/07/2010, 8:28

[quote="Powerslide"]
Sto per dire una cosa che scandalizzerà molti, ma che esprime bene la differenza tra miei tempi e quelli attuali.
Tenetevi stretti alla sedia per non picchiare la testa sul soffitto.

Perchè esporre la bandiera rossa se la pista era completamente sgombra?

Vi assicuro che la mia non è una battuta nè una provocazione.
[/quote]

E' vero che c'è un'autoambulanza che gira per il circuito, ma una volta non esisteva la bandiera bianca?
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da groovestar » 20/07/2010, 12:37

Non è per lo stesso motivo di Senna,ovvero la possibilità di un intervento d'emergenza,ivi compresa la possibilità di intervento dell'elisoccorso?
La mia è una teoria,infondo la decisione va presa in poche frazioni di secondo e probabilmente non vi era la sicurezza che non ci fossero feriti
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da Jackie_83 » 20/07/2010, 18:05

Istinto dovuto allo spavento probabilmente...
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da Norisring » 20/07/2010, 21:38

Se valutiamo con gli attuali parametri, dove perfino un sorpasso più o meno normale è discusso, giudicato e,se del caso, sanzionato col DT o altro, è chiaro che quel tempo e quelle abitudini sono pressochè incomprensibili.

Eppure funzionava così, era la norma, perchè in un certo senso ''era facile farsi del male''. e dunque (quasi) normale: io ricordo benissimo un volumetto che era allegato a un qualche AS degli anni Settanta, dove si parlava di pace car (non di safety car) come di una abitudine USA,non prevista in Europa; e dove la bandiera rossa era intesa come un qualcosa da sventolare se, come ricorda Power, LA PISTA NON E' (era) COMPLETAMENTE SGOMBRA.

Ne abbiamo già parlato tanto qui sopra: prendete due GP famosi per la loro cruda realtà di morte.
Sudafrica 1977: Pryce muore sul colpo ma la macchina ''si pone fuori pista'', coinvolgendo la Ligier di Jacquot Laffite, ma trascinando fuori anche la blu vettura transalpina.
La pista, di fatto, è sgombra, i rottami sono solo nella via di fuga.
La gara CONTINUA.
1978, Monza: le vetture sono di traverso in pista, la Lotus di Ronnie in particolare, lui è da tirare fuori (così come Vittorio sulla Surtess, ma lui è già più defilato...), la gara è SOSPESA.
''...chi e' stato Flavio Torello Baracchini? ...solo il più micidiale degli Assi dell'aviazione italica nel primo conflitto: Baracca abbattè 34 nemici in tre anni, Torello 31 in sei mesi di volo...''
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da Powerslide » 21/07/2010, 0:00

Credo di averlo già raccontato, ma la memoria non aiuta  :blushing:
Comunque per quelli che non hanno potuto leggere l'aneddoto mi piace ripeterlo per spiegare meglio la mentalità che si è persa.
Come in tutte le cose pregi e difetti, bene e male, giusto e sbagliato non sono mai tutti dalla stessa parte.

Prima lezione da commissario di percorso. E' sera e siamo tutti in una spoglia stanza di corso Venezia dove a Milano c'è la sede del ACI.
Molte sedie di paglia intrecciata, una scrivania dietro la quale c'è il rag. Ottorino Maffezzoli. E' lui il nostro capo e pure il vero direttore di corsa: Rastelli abbassa la bandiera e poco più.
Alla lezione assiste anche DeLeonibus pilota fortissimo delle GTA.
Maffezzoli lo ricordo come un tipo brevilineo, occhi di ghiaccio, gesticola a scatti e confidenza zero. Un sergente dei Marines vestito in doppiopetto. E' mancato un paio di anni fa e quando l'ho saputo ho provato dispiacere nonostante il suo carattere e la veneranda età superiore agli 80

Dopo circa un'ora di lezione un collega alza la mano, proprio come a scuola, per fare una domanda.

- Dica.
- Scusi, perchè nel 1961 la gara non è stata sospesa?

Il gelo si taglia col coltello e non invidio quello che a parlato. Maffezzoli non risponde subito (e ciò non aiuta il clima), ma si prende una decina di secondi prima di parlare. Poi lo fa in modo molto calmo e solo gli occhi rivelano che non ha affatto gradito la domanda.

- Vede, avevamo 100.000 spettatori in circuito, 14 morti e, soprattutto, decine di feriti che necessitavano urgente assistenza. Come lei dovrebbe sapere i viali interni all'autodromo non sono il massimo come viabilità. L'accesso più breve è dal viale Mirabello che già è intasato dalle macchine parcheggiate e che soffre della strozzatura nel sottopasso della pista d'alta velocità. Se avessi sospeso la corsa molti spettatori si sarebbero riversati in quella zona e i soccorsi sarebbero stati ostacolati. Per un ipocrita segno di rispetto per le vite perse avremmo rischiato di perderne altre. Soddisfatto?

Il silenzio scese nella sala mentre noi riflettevamo su quanto ci era stato detto. Effettivamente il discorso sembrava avere una sua giusta logica.
Il ragazzo che aveva fatto la domanda ringraziò. De Leonibus annuiva col capo.

Dopo un tempo che parve eterno la tensione sembrò pian piano allentarsi. Invece il fuoco stava ancora bruciando sotto la cenere.

- Ricordate tutti una cosa: io sventolerò la bandiera rossa solo il giorno in cui la Sopraelevata dovesse crollare sulla curva del Serraglio.

Si voltò ed uscì. La prima lezione era finita.

Oggi è tutto diverso e come tutte le cose che cambiano si guadagna da un lato e si perde da un altro. Fosse stato per lui non avrebbe sospeso la gara neppure quel primo maggio ad Imola. Io sì, perchè si stava prestando soccorso in una via di fuga.

Forse quello che si è perso è il senso di "sacralità" dell'evento che forse derivava proprio dall'alto numero di caduti che pretendeva. Forse il concetto di "Cavalieri del Rischio" era sentito in modo troppo assolutista, però era integrato da un altro pensiero: un pilota si fa male, ma altri 20 hanno rischiato per ottenere un vantaggio, perchè vanificarlo se non strettamente necessario?

Ovvio che questo integralismo, come tutti gl'integralismi, ha un concetto di fondo sbagliato che sembra esser figlio di uno spettacolo al Colosseo di 2000 anni fa.

Altrettando palese che oggi si è esagerato all'opposto.

Nota a margine per curiosità.
Ai miei tempi la bandiera rossa era a disposizione solo del direttore di corsa. I commissari avrebbero segnalato la sua presenza mostrando due bandiere gialle incrociate.   
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da sundance76 » 21/07/2010, 7:22

Io non ricordo di aver mai letto questo aneddoto, grazie Power!
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
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da groovestar » 21/07/2010, 13:36

Eh si,l'aneddoto del 1961 ha la stessa logica dei fatti del 1955,dove si continuò nonostante tutto.
E' un integralismo da rispettare come principio,ma non come logica ferrea.
Vedere continuare una corsa con Williamson che muore soffocato in una vettura ribaltata risulta troppo,così come certe immagini dove si vedono gli estintori spegnere le vetture di Oliver e Ickx,gettando acqua in pista:la cosa che trovo incredibile è vedere slittare le vetture sull'acqua gettata dagli estintori e dalle pompe,quando forse una bandiera rossa,nonostante la pista fosse libera,non era uno scandalo.
In tutte le cose ci va una ragionevolezza di fondo e gente come Stewart sensibilizzò in quel senso,ma la morte di Senna ha portato tutto oltre l'eccesso
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da Pedro59 » 24/07/2010, 15:24

[quote="Powerslide"]
Poveretti, è da ieri che ci penso  :(

Comunque a noi la prima cosa che insegnavano era di non voltare mai le spalle alla vettura in ..... difficoltà  :001_rolleyes:
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E ieri ce n'è stata tanta  8)

[/quote]

Ma tanta davvero ! Guardate in questo fermo immagine a che distanza la Leon cade dal commissario che sta cercando di fuggire !
Incredibile che sia andata a finire bene...

:scared: :scared: :scared: :scared: :scared: :scared: :scared: :scared:
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da Pedro59 » 24/07/2010, 16:18

[quote="Powerslide"]
(...)
Alla lezione assiste anche DeLeonibus pilota fortissimo delle GTA.
(...)
[/quote]

Grande Power !
Oltre all'aneddoto davvero gustoso (Maffezzoli era sempre ricordato da Poltronieri durante la cronaca del GP...) hai rammentato Paolo De Leonibus grande protagonista degli anni '60 con la GTA, anche al Mugello stradale.
Sono nomi ormai dimenticati ma che fa piacere risentire.

Per quanto riguarda la mentalità anni '60-'70 c'è un episodio, fortunatamente con un lieto fine, che fotografa al meglio il modo di pensare del tempo.
24 Ore di Le Mans 1968, disputata a settembre a causa del "maggio francese".
In testa c'è la GT40 Gulf Wyer di Pedro Rodriguez e Lucien Bianchi.
In gara c'è anche il fratello minore di Lucien, Mauro, che corre con un'Alpine che divide con un giovanotto francese cui nelle vene sembra scorra benzina, tanto è appassionato e focoso.
Si chiama Patrick, Patrick Depailler, e molti lo considerano un predestinato.
Patrick rientra ai box e segnala ai meccanici che ha problemi ai freni, poi mentre si affollano attorno all'Alpine per il rifornimento e le verifiche, parla con Mauro Bianchi che si sta infilando i guanti.
I meccanici scoprono che le pastiglie sono finite e decidono per la sostituzione anche dei dischi.
La procedura dell'Alpine prevede che prima di partire il pilota che monta pastiglie, e soprattutto dischi, nuovi debba effettuare quattro pompate a vuoto per mettere in pressione l'olio dei freni e spurgare eventuali bolle d'aria nell'impianto. Lo sa Patrick Depailler, lo sanno i meccanici e lo sa Mauro Bianchi che però non sa che le pastiglie ed i dischi sono nuovi. "Glielo avrà detto Depailler" - pensano i meccanici.
Invece no.
Mauro Bianchi parte deciso.
A quattro ore dal traguardo sono nelle prime posizioni e sia lui che Depailler pensano di poter superare la Porsche che li precede. Patrick si è avvicinato molto, Mauro è certo di farcela.
Al Tertre Rouge, affonda per frenare, ma il pedale tocca il pavimento senza che accada nulla.
La sua Alpine sfonda le barriere e si trasforma in una cometa di fuoco. La pista è invasa da rottami incendiati e pezzi di carrozzeria e di recinzione, sabbia. Mentre miracolosamente Mauro esce vivo dai rottami con ustioni al volto e alle braccia, c'è da spegnere l'incendio che si è propagato con la benzina infuocata anche ai tabelloni pubblicitari ed alle balle di paglia e che se non contenuto potrebbe rapidamente estendersi.
Arrivano i pompieri e i commissari, le bandiere gialle fanno rallentare i bolidi fino a fermarli, viene srotolato un tubo per l'idrante attraverso la pista e via via che arrivano le auto i commissari lo sollevano e le fanno passare di sotto. Si va avanti così per più di un quarto d'ora, nessuno sospende la gara ed a nessuno viene in mente che sia il caso di farlo.
Qualcuno si premura di avvertire Lucien Bianchi e di tranquillizzarlo sulla sorte del fratello e Lucien completa i suoi turni di guida alternandosi con Pedro fino alla bandiera a scacchi.
Decisamente erano altri tempi e la sicurezza era amministrata in modo diverso, forse più casereccio, meno tecnologico, ma ho la sensazione che allora una bandiera gialla sventolata alle "esses" del Tertre Rouge venisse rispettata molto più di quanto accade normalmente oggi e, sinceramente,con la complicazione della SC non vedo, come invece in molte altre cose, un miglioramento della sicurezza per i piloti, ma solo la ricerca dello spettacolo.
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da sundance76 » 24/07/2010, 17:33

Pedro, in questa foto la didascalia dice che il pilota ustionato è Lucien Bianchi. Non so se la foto si riferisce al suo incidente mortale del '69, oppure se c'è un errore sul nome e quindi si riferisce all'episodio da te descritto (incidente di Mauro nel '68 ):

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da Racer Cek » 24/07/2010, 20:28

ne parlava anche littlewoman nel CDC dedicato ai Bianchi :thumbup1:....davvero un'altro mondo :scared: (e un altro sport....)
"A Buenos Aires c'era una parabolica che in prova si prendeva col pedale del gas a fondo corsa,in gara forse:dipendeva dal carico di benzina a bordo e da quanto quel giorno ti importasse sopravvivere davvero" (J.Watson)
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da Powerslide » 24/07/2010, 21:17

[quote="sundance76"]
Pedro, in questa foto la didascalia dice che il pilota ustionato è Lucien Bianchi. Non so se la foto si riferisce al suo incidente mortale del '69, oppure se c'è un errore sul nome e quindi si riferisce all'episodio da te descritto (incidente di Mauro nel '68 )
[/quote]

La didascalia è sbagliata: si tratta di Mauro.
Posto altre foto dell'incidente, tra cui il fratello Lucien che passa sotto le manichette dei pompieri e che andrà a vincere.
Lucien si ucciderà su un Alfa 33 nelle prove del '69 a LeMans: morirà sul colpo dopo aver colpito un palo.

http://img13.imageshack.us/gal.php?g=1maurobianchi.jpg


Ho trovato questo giro di prova (a strada aperta  :o ) di Lucien a Spa 1962. Fatevi pure un'idea  8)

http://www.youtube.com/watch?v=VnMFPBWyk24
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