Metto qui la traduzione. E' un pò lungo.
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[size=18px]"Ayrton Senna: le ultime ore"[/size]
La poesia è stata scritta quel giorno e attaccata alla rete accanto ad un mazzo di fiori, le teste chinate nella pioggia. Per Roberta ed Ayrton, 1 Settembre 1994. Il muro nel lato esterno della pista è stato dipinto in grigio corazzata, ma un brutto sfregio diagonale tradisce la forza con cui la Williams di Senna ci ha sbattuto quattro mesi prima.
“Ciao Ayton” dice un messaggio imbrattato in rosso sangue sul cemento. Il tuono e la pioggia hanno fatto eco al temporale che si è scatenato nella notte successiva alla morte di Senna e acquito il senso di presentimento. La curva del Tamburello a Imola, costeggiata da pini e alte barriere, è un santuario solitario, proibito e senza gioia.
Il mio viaggio ad una curva deserta di un autodromo italiano nella mattinata di un triste Settembre è stato generato in parte dalla gratitudine, in parte dalla curiosità. Volevo vedere dove era morto un grande campione e pagare tributo al suo splendore. Senna, 34 anni, è stato campione mondiale in F1 tre volte, vinto 41 gran premi dei 161 disputati, detenuto il record di 65 pole position e segnato 19 giri più veloci.
La grandezza del brasiliano ha trasceso i confini ordinari dello sport e della nazionalità, della razza e del credo. Era il polso del Brasile, l'eroe di tutti, un uomo che controllava la vita in un modo non possibile per i comuni mortali la cui morte ha portato la mortalità un passo più vicina per una generazione. Ho anche voluto tracciare il percorso emozionale di Senna attraverso quel fine settimana turbolento. Il Tamburello, dove gruppi continui di visitatori arrivano per guardare il muro e lasciare fiori, ricordi e bandiere, sembrava un buon posto da dove iniziare.
Persino prima che la morte di Ratzenberger gli facesse realizzare per la prima volta il vero prezzo della sua professione, Senna ha incontrato una pressione enorme ad Imola. Stava prendendo confidenza con una nuova squadra, una macchina difficile e abitudini differenti. Alla McLaren, era stato trattato come l'unico figlio in una grande famiglia; alla Williams, era il nuovo impiegato in un business di successo. Non c'era il tempo per aggiustare le cose: ci si aspettava che Senna e la Williams vincessero da subito. Tuttavia non avevano guadagnato neanche un punto nelle prime due gare e Senna era convinto che Michael Schumacher, che le aveva vinte entrambe, stava guidando una macchina illegale. Ma Senna, il maestro psicologo, poteva controllare quelle forze e trasformarle in sfide.
La morte di Ratzenberger era stata differente. Era stata incotrollabile, al di là della comprensione e Senna, che si itenva il guardiano della comunità stretta dei piloti di Formula 1, l'aveva presa in modo personale. Senna aveva tracciato dei piani per una commissione indipendente di sorveglianza per la sicurezza alla fine dl 1993, ma li aveva riposti per l'avvertimento delle due corse di sospensione che gli pendevano sulla testa. Nelle ultime 24 ore di vita, iniziò a rinnovare la sua crociata come se stesse provando ad espiare per non fare di più.
Contrariamente alla sua reputazione, Senna aveva conosciuto la paura, ma, con l'aiuto della sua fede e del suo intelletto, l'aveva razionalizzata inn una forza snervante. Parlava chiaramente e in modo calmo del bisogno di esplorare i suoi limiti ogni volta che saliva in una auto da corsa. Ma non ha mai avuto dubbi: riguardo la propria abilità, riguardo il significato dello sport che era la sua vita, riguardo la propria mortalità e le proprie credenze. Senna era sensibile, gentile, riflessivo, coraggioso, intelligente, leale, onesto, umile. Era anche di temperamento, arrogante, spietato, parziale, testardo, ostinato e possedeva un desiderio spaventoso di vincere. La morte di Ratzenberger ha portato i lati del suo carattere ad un conflitto insolubile. Senna sapeva che ad Imola doveva vincere per resistere all'attacco di Schumacher e ripristinare un pò di credibilità. Sapeva anche istintivamente che non voleva correre. Se avesse vinto le prime due gare della stagione, avrebbe potuto considerare di ritirarsi. Gli fu data, secondo alcun informazioni, la possibilità di farlo. Ma tirarsi fuori da questa corsa sarebbe stato un segno irreversibile di debolezza e non lo avrebbe preso in considerazione. Il suo credere che Ratzenbeger fosse rimasto ucciso istantaneamnte e che, quindi, secondo le leggi italiane, la pista avrebbe dovuto essere chiusa rifletteva la sua ricerca disperata di uscire in qualche modo dal vicolo cieco delle sue emozioni.
Quelli vicini a Senna rifiutano di credere che avesse potuto fare un errore in una curva così rettilinea come il Tamburello. Accusare una macchina è molto meno difficile, sebbene l'insinuazione di vulnerabilità valorizzi l'uomo. I risultati di un'indagine dell'Università di Bologna sulla sua morte, il cui inizio potrebbe essere a giorni, svelerà qualche verità. Non tutta. Quella domenica mattina, la mente di Senna era ancora in caduta libera, piena non di premonizione della sua stessa morte ma di incertezza.
Senza di lui, la stagione avrebbe girato in maniera impazzita attraverso rancori, sospetti, sospensioni e discussioni. Ma non dovete grattare a fondo la dura corteccia della Formula 1 per far uscire il sangue. “Non posso ancora credere che non lo vedrò più, camminare nei box con il suo casco giallo”, ha detto Jo Ramirez, l'amico più stretto di Senna alla McLaren. Per lui e milioni di altre persone, la stagione è stata definita per l'eternità nel pomeriggio del primo Maggio.
Giovedì 28 Aprile 16.00: l'elicottero che porta Ayrton Senna al gran premio di San Marino atterra nello spazio interno del circuito di Imola. Con Senna che era il presidente della Ducati, stava creando la motocicletta Senna, e capo della TAG-Heuer, che stava organizzando la produzione di un orologio Senna.
L'aereo del brasiliano, un British Aerospace HS125 ad otto posti, era stato portato da Owen O'Mahony, suo pilota personale, direttamente al piccolo aeroporto di Forlì. Le tasse di atterraggio erano più basse che all'aeroporto di Bologna e Senna, nonostante i suoi milioni, non era uno che buttava via i soldi. Al mattino Senna era stato a Padova, per il lancio di una mountain bike con il suo nome, ma voleva vedere la sua squadra Williams prima di andare all'hotel. Aveva controllato la preparazione dell'auto e aveva parlato con Richard West, direttore del marketing della Williams, riguardo i propri impegni promozionali.
17.00: Senna è arrivato al Castello, un piccolo hotel di proprietà del gioviale Valentino Tosoni, nel circondario di Castel San Pietro, una città termale a circa 10 chilometri ad ovest di Imola. Il Castello era l'hotel dove stava la squadra McLaren e Senna aveva alloggiato lì per il gran premio di San Marino dal 1989. Aveva sempre prenotato la stessa stanza, la 200, una suite piccola che costa 430.000 lire a notte e che consiste in una camera da letto, un bagno e un piccolo soggiorno e non avrebbe cambiato le sue abitudini solo perchè aveva cambiato squadra.
Frank Williams, il direttore della squadra, occupava la stanza sottostante, ma molti della squadra alloggiavano altrove. Ron Dennis, il vecchio capo di Senna alla McLaren, era nella stanza al piano superiore. Senna conosceva bene Tosoni e Tosoni conosceva bene le abitudini del suo cliente più famoso. Aveva già ordinato porzioni extra di profiteroles, il dessert favorito di Senna.
Senna andava alle corse leggero. Non aveva bisogno di un vasto seguito ma gli piaceva rilassarsi con gli amici lontano dalla pista. Quel fine settimana era stato accompagnato da suo fratello, Leonardo, Julian Jakobi, il manager dei suoi affari, Antonio Braga, un vecchio amico brasiliano, Galvao Bueno, un giornalista della televisione brasiliana TV Globo, uno dei pochi giornalisti di cui Senna si fidava, Celso Lemos, direttore del manage della Senna Licensing in Brasile, Josef Leberer, il suo fisioterapista e dietologo, e Ubirajara Guimaraes, il capo della Senna Imports. Era una festa più grande del consueto.
L'unica assente notabile era Adriane Galisteu, la fidanzata di Senna e, a seconda di molti, sua futura moglie, che era diventata una figura sempre più familiare ai circuiti ma che non sarebbe tornata a Faro, la base di Senna in Europa, che più tardi il giorno successivo dopo aver terminato un corso di inglese in Brasile. Memore forse di Leonardo e del delicato rapporto con la propria famiglia e dell'importanza del fine settimana per le possibilità di un quarto campionato del mondo, Senna aveva deciso che lei dovesse stare in Portogallo. Senna quella sera cenò in hotel con bistecca, pasta, profiteroles e acqua minerale il menù standard e tornò nella sua camera alle 22 circa, la sua ora del coprifuoco durante le gare. Raramente andava a dormire prima di mezzanotte, ma era notoriamente un dormiglione.
Venerdì 29 Aprile 9.30: sono iniziate le prove libere, cronometrate ma che non contano per le qualifiche. Senna ha completato 22 giri, segnando un miglior tempo di 1 min. 21.598 sec, più di un secondo più veloce del compagno di squadra Damon Hill.
13.14: dopo quattordici minuti dall'inizio delle prove libere, Senna ha completato il giro più veloce. Qualche istante più tardi, mentre stava ritornando ai box, la Jordan di Rubens Barrichello ha colpito il cordolo nel mezzo della chicane della Variante Bassa che si affronta a 225 km/h, è stata lanciata in aria, ha superato una barriera di gomme alta un metro e si è schiantata contro una barriera di protezione. L'incidente è sembrato terribile, facendo tornare in mente quello di Gerhard Berger di cinque anni prima, ha sbalordito Senna, che guardava a Barrichello come suo erede, colui che avrebbe continuato la tradizione dei grandi piloti brasiliani.
Ci sono rapporti contrastati sulla reazione immediata di Senna. Senna non aveva assistito personalmente all'incidente ma aveva mandato Betise Assumpcao, la sua assistente personale, ai box dlla Jordan per controllare cosa era successo. Owen O'Mahony, il pilota di Senna che si trovava ai box, pensava che Senna fosse andato direttamente al centro medico. Senna era certamente andato al centro. Avendo trovato la porta chiusa a chiave, aveva saltato una recinzione ed era entrato dal retro. Barrichello, che era rinvenuto qualche minuto dopo l'incidente, aveva trovato Senna che lo stava guardando. “Il primo viso che ho visto è stato quello di Ayrton”, ha ricordato Barrichello più tardi. “Aveva le lagrime. Non avevo mai visto Ayrton in quello stato prima. Avevo l'impressione che sentisse che il mio incidente potesse essere il suo.” Le lagrime erano le prime di molte di quel fine settimana, ma nel giro di qualche minuto Senna era di nuovo nell'abitacolo.
13.40: la sessione di qualifiche è ricominciata. Senna ha migliorato il suo tempo immediatamente e appena prima del set che avrbbe visto il tempo più veloce del fine settimana, un giro di 1 min. 21.548 sec. Ad una media di 222,363 km/h. Il giro, in una macchina non ancora familiare e in conseguenze psicologiche per l'incidente di Barrichello, fù un promemoria enfatico del coraggio e della bravura supremi di Senna.
Ma c'era già un frammento di evidenza che Senna non era così parziale come al solito. Camminando dietro il garage Williams durante le prove, O'Mahony fù sorpreso di sentire che Senna lo chiamava. “Owen ho qualcosa per te”, aveva detto Senna, cercando nella sua valigetta e tirando fuori tre foto autografate di sè stesso con O'Mahony.“Era strano”, ha detto O'Mahony.“Avevo pensato di chiedergliele per molto tempo, ma non ci ero mai riuscito. Comunque era stato molto gentile a farle per me. L'altro fatto strano è che me le ha date nel mezzo delle prove. Era così estrano al suo modo di fare il pensare a qualcosa che non fosse correre. Era come se non volesse lasciare cose in sospeso”.
Senna non era felice della propria auto. Aveva avuto una discussione lunga e animata con il suo ingegnere di pista, David Brown, e più tardi quel pomeriggio, dopo aver preso accordi per incontrare un piccolo gruppo di giornalisti per parlare dei propri interessi negli affari, chiuse l'intervista dopo poco tempo per via di un “grosso problema di ingegneria” della macchina.
Mark fogarty del giornale Carweek, una figura molto conosciuta in Formula 1, era in quel gruppo. Ha ricordato:”Sono rimasto colpito allora da quanto sforzo facesse per concentrarsi sulle nostre domande. Se Senna acconsentiva a fare un'intervista, avrebbe sempre dato tutta la propria attenzione. Qualche volta, ci metteva così tanto tempo a rispondere che ti chiedevi se avesse sentito, ma stava semplicemente pensando alle implicazioni. Questa volta, non era proprio concentrato. Le sue risposte erano frammentarie e sembrava vitreo come se fosse impaurito mentalmente.”
Dopo 20 minuti Senna è andato via per parlare ancora con Brown. I giornalisti hanno aspettato per un'ora, ma quando Senna è tornato ha spostato il resto dell'intervista a dopo la fine delle qualifiche il giorno dopo. Aveva detto di essere troppo stanco, e che era troppo tardi.
Dopo aver lasciato il circuito alle 20, Senna ha cenato alla Trattoria Romagnola, un piccolo ristorante a Castel San Pietro, dove il suo menù solito è stato antipasto, prosciutto di Parma, tagliatelle al pomodoro e frutta. Non prendeva caffè, alcol, e gli piaceva che la sua acqua minerale fosse gassata e a temperatura ambiente. E' ritornato in camera poco dopo le 23.
Sabato 30 Aprile 9.30:
Durante la seconda sessione di prove libere, Senna ha completato 19 giri con il miglior tempo di 1 min. 22.03 sec. Alle 13 , è iniziata la seconda sessione di qualifiche.
13.18: dopo quasi 24 ore precise dall'uscita di Barrichello che aveva lasciato senza fiato, il periodo di fortuna della Formula 1 che durava da 12 anni terminò. A differenza dal brasiliano, Roland Ratzenberger, il popolare austriaco, non ha avuto possibilità di sopravvivere. I testimoni hanno detto che la sua Simtek è uscita di pista e si è schiantata a quasi 312.8 km/h sul muretto di contenimento in cemento all'esterno della curva Villeneuve prima di tornare indietro in mezzo alla pista. Ratzenberger ha avuto grosse ferite ed è stato portato al centro medico prima di essere trasportato in volo all'ospedale Maggiore di Bologna.
14.15: la morte di Ratzenberger è stata confermata, la prima un un gran premio da quando Riccardo Paletti rimase ucciso a Montreal nel 1982. I piloti sanno quando un incidente sembra grave e Senna, che lo aveva visto nel monitor mentre si preparava ad uscire con la Williams, si è diretto nel retro del box e si è coperto il viso con le mani. Ha temuto il peggio ed è andato a vedere da sè. Sbrigandosi nella corsia dei box, ha chiamato una safety car e si è fatto portare attraverso il Tamburello fino alla scena dell'incidente.
E' arrivato appena dopo che l'austriaco era stato portato al centro medico, ma ha visto i rottami sparsi sulla pista, la macchina contorta e senza vita. Dopo essere tornato indietro ai box, Senna è andato a trovare il professor Sid Watkins, il capo della commissione medica della FIA. Voleva altre notizie. Nonostante una differenza di età di più di 30 anni, tra Senna e Watkins c'era una forte amicizia. Sono stati i collaboratori accigliati di Watkins a dire a Senna della morte di Ratzenberger, la prima in Formula 1 dopo 186 gran premi. Watkins ha ricordato la reazione di Senna. “Era molto scioccato. Non aveva mai guardato in faccia il realismo della sua professione così duramente prima perchè nessuno era rimasto ucciso da quando era in Formula 1. Era sempre stato fatalistico sulla morte; era un uomo religioso e abbastanza intelligente da pensarci senza soffermarcisi.
Questa era la prima volta che ci arrivava così vicino. Era molto silenzioso, ma rimaneva risoluto, non protestava mettendo in dubbio il significato del suo sport o la sua stessa posizione.” Watkins e Senna hanno parlato per cinque minuti circa. Nello stesso momento, Martin Whitaker, l'addetto stampa della FIA, è anche andato al centro medico per avere altre notizie su Ratzenberger. Ha visto Watkins e Senna parlare e chiarire. “Quando hanno finito ho chiesto a Senna se sapesse cosa era successo. Lui non rispose. Mi guardò soltanto e se ne andò,” ha detto Watkins. “Non dimenticherò lo sguardo. Dire che era paura sarebbe esagerato. Era solo molto preoccupato. C'era qualcosa di differente in lui. Puoi vederlo nelle foto che lo ritraggono quel fine settimana.”
Quando la sessione di qualifiche riprese, Senna non aveva voglia di correre. Williams si ritirò e lui tornò nel motorhome dove fù lasciato con Damon Hill e la moglie, Georgina. Anche Betise Assumpcao stette lì per un pò di tempo. “Il suo spirito era caduto così in basso. Gli ho strofinato la testa, gli ho parlato un pò, ma era molto silenzioso,” ricorda. Hill non ha mai confermato le voci secondo cui Senna sia scoppiato in lagrime e avesse dovuto essere calmato da lui ma Frank Williams era preoccupato abbastanza per lo stato emozionale di Senna da chiedere un incontro con lui più tardi in serata. Chiese ad Assumpcao come stava Senna. Allo stesso momento Senna rifiutò di andare alla tradizionale conferenza stampa dell'autore della pole position. Avrebbe dovuto essere multato, ma Whitaker disse che non sarebbe stata comminata nessuna azione. Il suo consiglio fu seguito.
15.00: Senna è stato chiamato al motorhome per seguire una riunione dei commissari di gara. I commissari volevano rimproverare Senna per aver portato un'auto ufficiale sul luogo dell'incidente di Ratzenbeger. Senna non era dell'umore di accettare la censura della FIA e del direttore di gara, John Corsmit.
Il punto di Corsmit era leggittimo. Aveva detto che Senna non avrebbe dovuto prendere una macchina senza permesso, sebbene date le circostanze estreme. Senna, ancora emotivo, aveva risposto che rappresentava tutti i piloti, era tre volte campione del mondo e preoccupato per Ratzenberger e per la safety car in pista. Aveva anche avuto, specificò, il permesso di un commissario di pitlane prima di entrare in macchina. Lo scambio fu molto accusatorio, con Senna che ad un certo punto aveva urlato:”Almeno qualcuno si preoccupa della sicurezza.”
Corsmit, un vecchio ma rispettato avversario di Senna, non prese ulteriori decisioni. Pensava che il brasiliano non era in sè per tutto il fine settimana.”Sembrava disturbato da molte altre cose.” Senna era certamente troppo arrabbiato per continuare l'intervista del giorno precedente o per posare con la sposa e lo sposo quando ritornò al Castello per trovare un ricevimento di nozze in pieno svolgimento. La tensione sul suo viso e i suoi modi colpirono Fogarty in modo così energico, quattro ore dopo la morte di Ratzenberger, che quella notte disse ai suoi colleghi che aveva sentito che Senna avesse un senso di presentimento. “So che puoi guardare indietro e dare spiegazione a molte cose,” aveva detto Fogarty. “Ma avevo appena avuto l'impressione che avesse una bruttissima sensazione. Aveva un aspetto orribile.” Senna acconsentì a completare l'intervista telefonicamente più tardi in settimana.
Senna ha chiamato Galisteu due volte quella notte, la prima volta prima di cena. Le aveva detto che non gli sarebbe piaciuto correre il giorno dopo, ma non aveva detto niente riguardo paure per la sua stessa vita. Sentiva che era moralmente sbagliato correre. “Stava tremando. Piangendo, piangendo molto”, ha detto. “Mi ha detto che non voleva correre. Non aveva mai parlato in quel modo.”
Galisteu ha detto a Senna che non doveva correre. Senna ha risposto che doveva, era il suo lavoro. Più tardi, dopo la cena alla Romagnola che era stata pianificata come festa di compleanno per Josef Leberer ma fù, nelle parole di Julian Jacobi, “un affare sobrio”, Senna trovò il messaggio di Frank Williams e ando a trovarlo nella sua camera. Secondo la squadra Williams, Senna sembrò molto più calmo e positivo di come era stato al pomeriggio e aveva confermato che era pronto a correre il giorno dopo. Aveva chiamato ancora Galisteu, dando l'impressione, come lei ricorda, in condizioni molto migliori. Senna aveva detto che avrebbe corso, ma che non vedeva l'ora che tutto fosse finito. Le sue ultime parole a lei furono:”Vieni a prendermi all'aeroporto di Faro domani alle 20.30. Non vedo l'ora di vederti.”
Domenica 1 Maggio 7.30: Senna è stato svegliato da una voce familiare al telefono. “Servizio bagagli”. Era O'Mahony che voleva sapere a che ora doveva prendere le valigie dall'hotel. Aveva anche agito come sveglia mattutina per Senna. Senna era andato al circuito in elicottero ed era stato comodamente il più veloce nella sessione di warmup. Aveva detto a David Brown di non toccare niente nella macchina. Aveva anche registrato un giro teletrasmesso per la TF1, il canale francese, per cui stava lavorando Alain Prost. “Vorrei dire benvenuto al mio vecchio amico, Alain Prost,” aveva detto Senna attraverso la radio. “Ditegli che ci manca molto.” Dato che la coppia era rimasta nemica per lungo tempo e si erano parlati raramente per vari anni, la ciliegina sulla torta era del tutto inaspettata. Prost fù profondamente toccato e la coppia parlò “parlò sul serio” nei paddock quel giorno disse Prost.
Senna voleva che il francese si occupasse della commissione per la sicurezza. Prost fù d'accordo che si fossero incontrati prima del gran premio di Monaco due settimane più tardi. Senna aveva parlato molto anche con Niki Lauda, un altro tre volte campione del mondo, quella mattina, ingaggiando anche l'aiuto dell'austriaco.
11.00: Senna era andato con Gerhard Bergher, suo vecchio compagno di squadra alla McLaren, alla riunione dei piloti. La riunione era stata corta ma animata. I piloti erano rimasti in silenzio per un minuto in memoria di Ratzenberger. Senna era particolarmente preoccupato riguardo l'uso della pace car nel giro di riscaldamento. La macchina era stata usata per la prima volta nel gran premio del Pacifico in Giappone per tenere lo schieramento raggruppato prima della partenza. Senna aveva detto che la macchina non andava veloce abbastanza da tenere le gomme in temperatura e, insieme a Berger aveva proposto che non venisse più usata. Era anche preoccupato che la safety car, fatta uscire per rallentare la gara in occasione di un incidente, non sarebbe stata lo stesso abbastanza veloce. Dalla riunione dei piloti, Senna era andato all'area di ospitalità della Williams dove, in uno show ben allestito, lui ed Hill intrattenevano gli ospiti della Williams con un commento sulla pista curva dopo curva e qualche commento sul fine settimana. Senna non voleva andare, ma sapeva che era parte del lavoro.
12.00: Senna aveva iniziato la preparazione per la gara. Normalmente, mangiava un pasto leggero, poi andava a chiudersi in se stesso per trovare la concentrazione. Spesso, alla McLaren, girava il sedile del guidatore del motorhome al contrario e si metteva a leggere la sua bibbia. Aveva la sua bibbia nella valigietta quel fine settimana, ma in ogni caso nessuno l'ha visto leggerla quella mattina.
13.30: Mezz'ora prima della partenza, Senna era andato nel box della Williams. Jaime Brito, un giornalista brasiliano, era con Senna nel box e gli aveva chiesto di autografare tre fotografie. Era la prima volta che aveva chiesto un autografo a Senna. ”Le foto erano così tristi. L'ho fatto notare allora,” disse. In Brasile, le immagini di Senna, l'eroe del popolo, il simbolo della nazionalità brasiliana, che appariva magro e pallido, finirono per scioccare e perseguitare la nazione per settimane. “Quel giorno aveva fatto qualcosa che non gli avevo mai visto fare prima,” ricordò Brito. “Aveva girato intorno alla macchina, guardato le gomme, si era appoggiato all'alettone posteriore, come se fosse sospettoso riguardo la macchina.”
Anche i suoi modi erano differenti. Betise Assumpcao ricorda:”Generalmente aveva un modo particolare di indossare i suoi sottocasco e casco, forte e determinato come se stesse guadando dritto alla corsa. Quel giorno, avresti potuto dire dal modo in cui stava indossando il casco che non voleva correre. Non stava pensando che sarebbe morto, pensava veramente che avrebbe vinto quella corsa, ma voleva solo finirla e andare a casa. Non era lì, era lontano chilometri.” Aveva anche rotto la sua normale abitudine sulla griglia di partenza togliendosi il casco. Mentre molti altri piloti escono dalle auto una volta in griglia, aspettando la partenza, una volta nella macchina Senna rimaneva nell'abitacolo quasi sempre, concentrandosi sulla prima curva. Assumpcao era stata più rassicurata dallo sguardo di Senna qualche momento prima della partenza.
14.00: Il semaforo era diventato verde e le auto, guidate da Senna, si erano lanciate nel primo giro. Ma c'era un problema in griglia. La Lotus di Pedro Lamy aveva colpito il posteriore della Benetton di Letho che era rimasta ferma sulal linea di partenza, spargendo detriti dappertutto sulla pista. Una ruota era volata oltre le reti di protezione ferendo nove persone.
14.03: La safety car era uscita per dar modo di togliere i detriti. Senna seguiva ad una rispettosa distanza, con Michael Schumacher, Berger e Hill dietro di lui.
14.15: Il box della Williams aveva avvisato per radio Senna che la safety car stava per uscire. Senna aveva ringraziato per l'informazione. Era stato l'ultimo contatto. Quando la corsa era ricominciata Senna e Schumacher avevano aperto un abisso con gli altri concorrenti.
14.17: Affrontando la curva del Tamburello per la seconda volta dopo la ripartenza, la Williams di Senna aveva cambiato direzione uscendo di pista poco dopo l'apice della curva ad una velocità di 305 km/h e urtato una parte non protetta del muro di cemento. La parte frontale destra della macchina aveva subito tutta la forza dell'impatto, una ruota era volata via, la sospensione si era accartocciata e la Williams era stata catapultata di nuovo sulla pista. Nel momento prima che la macchina colpisca il muro, Senna aveva fatto in modo di ridurre la velocità a 209 km/h. La monoscocca era rimasta intatta ed un leggero movimento della testa di Senna aveva fatto sperare. Ma aveva avuto grosse ferite alla testa. Riprese aeree della macchina, da cui il sangue colava come olio, erano state viste da milioni di telespettatori. Senna era stato estratto dai rottami e trasportato in elicottero all'ospedale Maggiore. A bordo, i dottori avevano combattuto per rimettere in moto il cuore di Senna.
14.55: Trentasette minuti dopo l'incidente di Senna la corsa era stata ripresa. Berger aveva condotto per i primi 11 giri prima di rientrare nei box e ritirarsi al 14° giro. Andò direttamente all'ospedale. A Faro, Galisteu aveva visto l'incidente in televisione e, per un istante, fù contenta perchè Senna sarebbe stato a casa presto. Presto si rese conto del pieno orrore e fù chiamata da Luiza Braga, la moglie di Antonio, che aveva prenotato un aereo per portarli entrambi al capezzale di Senna. Il viaggio fù vano. L'aereo tornò indietro poco dopo aver lasciato Faro.
16.20: Schumacher tagliò il traguardo vincendo il suo terzo gran premio di fila. Poco dopo, un elettroencefalogramma confermò che l'attività cerebrale di Senna era cessata ed era tenuto in vita artificialmente. Per le leggi italiane, i dottori sono tenuti a tenere le macchine accese per 12 ore. Ma anche questo supporto era risultato insufficiente.
18.40: L'ufficiale medico, dott.ssa Maria Teresa Fiandri, annunciò la morte di Ayrton Senna.
In pista, nei rottami della macchina di Senna, scoprirono una bandiera austriaca arrotolata con cui Senna voleva dedicare la sua 42a vittoria in un gran premio alla memoria di Ratzenberger.
