da groovestar » 07/05/2019, 8:46
Sinceramente mi viene molto difficile pensarlo, contestualizzando il tutto in un we di gara ove un collega era appena morto per aver corso un rischio troppo grande, cosa che lui sapeva bene dato che Charlie Moody aveva parlato direttamente con Newey avere dei consigli su come irrobustire l'ala anteriore.
Penso peraltro che qualsiasi pilota, a fronte di un guasto allo sterzo, avrebbe verosimilmente abbandonato, considerando il tutto un rischio troppo grande.
Una buona parte di me è convinta che non esiste la possibilità che Ayrton non si sia accorto per tempo delle avvisaglie della rottura e che, anche per questa ragione, debba esistere una parte di verità che ancora non è stata conosciuta.
Ritengo che il documento di Stirano (tecnico comunque di valore internazionae, avendo lavorato negli anni con Osella, Forti, Alfa Romeo e con piloti quali Cheever, Aiello e Modena) sia molto importante, perché apre uno scenario che in sede processuale, a mio avviso, non è mai stato adeguatamente valutato, ovvero quello delle criticità aerodinamiche e dello stallo aerodinamico.
E' certamente comprensibile, data la macroscopicità di un problema meccanico come quello rilevato, tuttavia gli incidenti fatali sono frutto di tante concause che possono essere concomitanti ed avere una pari incidenta sull'exitus letale.
Per questa ragione non mi convince il ridimensionamento della responsabilità dell'autodromo e, parimenti, ritengo fondamentale capire anche il tipo di assetto adottato da Senna, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Hill.
Ayrton adottava un assetto decisamente più aggressivo, più rigido e molto più vicino a terra, adottando traiettorie diverse di alcuni metri. Guardando i camera car di Imola, confrontati con quelli di Aida, vediamo molti più sobbalzi all'interno dell'abitacolo che possono essere frutto, vuoi di un fondo più accidentato, vuoi di una diversa scelta di set up.
Sul punto è estremamente interessante il discorso relativo alle risonanze provocate dal contatto con il terreno, perchè potrebbe fornire una importante spiegazione in merito ad una effettiva maggior fatica dei materiali. Non ci sarebbe da stupirsi, a voler ritenere vera a questo punto la tesi di una modifica effettuata già a marzo, che non siano stati fatti dei calcoli corretti o che, gli stessi, non avessero tenuto conto della situazione che la vettura si sarebbe trovata a dover affrontare ad Imola (non essendo un tecnico, sul punto, lascio la palla agli ingegneri, che sapranno dare una risposta certa in merito e rispondere al quesito).
Ma ciò detto, occorre valutare anche con attenzione quelle che sono le conseguenze (perfettamente analizzate in un documentario) di una ridotta altezza da terra e dello stallo aerodinamico, soprattutto relazionandoci ad una vettura nata con un problema, ovvero quella di avere una ala anteriore troppo vicina al suolo.
Insomma, ritengo che siano davvero diverse le cause scatenanti, e tutte con la loro influenza:
Scelte del pilota, fatica meccanica, criticità aerodinamiche, assetto estremo, pressione delle gomme ed, infine, asperità dell'asfalto.
Da avvocato ritengo che, se elimini dal mazzo una di queste ipotesi, riesci ad evitare l'evento morte del pilota.