W.William,eroe di guerra e pilota...

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da Racer Cek » 02/03/2010, 0:06

Sfogliando una rivista di videogiochi(di cui non ricordo il nome...) mi sono imbattuto in una storia affascinante;eccola:

Sean Delvin (il protagonosta del videogioco in questione ndRC :D)non é un personaggio totalmente inventato.La sua storia trae ispirazione dalla vita dell'eroe di guerra William Charles Frederick Grover,anche conosciuto come W.Williams. Anch'egli era un pilota da gran premi e fu assodato dalla Special Operations Executive (SOE) durante la seconda guerra mondiale per operazioni di spionaggio in Francia.Nel 1943 venne arrestato dai tedeschi ed,infine,giustiziato nel 1945.Aveva già vinto sette Grand Prix quando la guerra scelse per lui un altra vita.

A me almeno é sembrata interessante come storia,qualcuno di voi ne ha mai sentito parlare?!?
Sono riuscito a trovare una tabella con le sue sette affermazzioni:

1928  French Grand Prix(Saint-Gaudens)-Bugatti Type 35
1929  Monaco Grand Prix(Monte Carlo)-Bugatti Type 35
          French Grand Prix(Le Mans)-Bugatti Type  35
1931  Belgian Grand Prix(Spa-Francorchamps)-Bugatti Type 51
          Grand Prix de la Baule (la Baule)-Bugatti Type 51
1932  Grand Prix de la Baule La Baule Bugatti Type 51
1933  Grand Prix de la Baule La Baule Bugatti Type 54


L'affermazione a Spa nel'31 va condivisa con Caberto Conelli
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da sundance76 » 02/03/2010, 0:40

Certo che lo conosco, la sua storia si intreccia con quella di altri due campioni, Wimille e Benoist. Wimille sarà l'unico dei tre a uscire vivo dalle frequenti missioni della Resistenza anglo-francese contro i nazisti, mentre "Williams" e Benoist verranno giustiziati.

La loro storia avventurosa e tragica è raccontata, mi dicono ottimamente, in un libro di Joe Saward, "Grand Prix Saboteurs":
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da jeanpierresarti » 02/03/2010, 9:14

grazie delle informazioni ad entrambi, non conoscevo , sembra interessantissimo, qui una recensione:
http://www.aisastoryauto.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=215&Itemid=47
qualcuno ha il libro?
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da eddiesachs » 02/03/2010, 10:24

La personalità di Robert Benoist a mio avviso è veramente notevole, non circoscrivibile al mero ambito delle corse.

In una vecchia rivista francese del 1960, un numero speciale di "Science et Vie" dedicato all'automobilismo, c'è un bell'articolo su Benoist, scritto da Roger Labric, se non erro suo biografo. Devo trovare il tempo per scannerizzarlo in OCR e metterlo in rete.

Oltre a "Williams", Benoist e Wimille, anche Louis Rosier (altro grandissimo personaggio) partecipò attivamente alla Resistenza contro i nazisti.
La moglie di Rosier fu deportata a Buchenwald e non so se sopravvisse al conflitto.
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da Racer Cek » 02/03/2010, 11:09

infatti riponevo molte delle mie speranze su Sun...e vedo che non mi sbagliavo!!! :thumbup1:
il libro penso che sia solo in inglese o sbaglio?!?? :(

Wimille se non sbaglio ere addiritura considerato uno dei favoriti alla vittoria del neo campionato di F.1 nel 1950 (assieme a Varzi?!?! :confused1:)
@ eddiesachs:é possibile approfondire la storia di Benoist?!
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da sundance76 » 02/03/2010, 12:02

Esatto, Wimille è considerato il migliore pilota degli anni '40, e l'AISA (Associazione Italiana per la Storia dell'Automobile) l'anno scorso gli ha dedicato una conferenza e una monografia davvero bella e completa, dal titolo "Wimille, il più grande prima del Campionato Mondiale" (intesi come anni immediatamente precedenti al 1950). Purtroppo morì nel 1949, un anno dopo rispetto a Varzi (morto nel '48 a Berna).

Benoist andrebbe davvero approfondito (come Varzi e Wimille del resto). Oltre a vincere a Le Mans nel '37, Benoist in pratica fu il campione del mondo del 1927: in quell'anno era previsto solo il Campionato Mondiale Marche per auto da GP ( campionato che durò tre anni, dal '25 al '27), e vinse la marca francese Delage, ma il merito fu quasi tutto di Benoist, che vinse i GP di Spagna, Italia, Francia e Inghilterra, cioè praticamente tutte le gare del calendario tranne Indianapolis. Gare massacranti da centinaia e centinaia di chilometri, lunghe il doppio di quelle odierne.
Comprensibilmente, i francesi lo considerano il "campione del mondo 1927".

Nella monografia su Wimille, scritta dal prof. Alessandro Silva (forse il massimo esperto sugli anni '40), si legge che il fratello di Benoist era un collaborazionista dei nazisti e tradì il fratello insieme agli altri coivolti in una operazione segreta, mandandoli a morte (compreso "Williams", se non erro).
Wimille riuscì a fuggire, e qualche ambiguità nella situazione ha fatto pensare che anche Wimille sia stato una spia nazista (e che forse per questo si salvò), ma dopo la guerra le inchieste non arrivarono a nulla di certo, e Wimille fu reintegrato nell'aviazione francese, oltre a diventare il miglior pilota di quegli anni.
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da Pedro59 » 02/03/2010, 12:02

[quote="Racer Cek"]
infatti riponevo molte delle mie speranze su Sun...e vedo che non mi sbagliavo!!! :thumbup1:
il libro penso che sia solo in inglese o sbaglio?!?? :(

Wimille se non sbaglio ere addiritura considerato uno dei favoriti alla vittoria del neo campionato di F.1 nel 1950 (assieme a Varzi?!?! :confused1:)
@ eddiesachs:é possibile approfondire la storia di Benoist?!
[/quote]

In effetti Wimille e Varzi che furono vittime di incidenti, tutto sommato banali, proprio quando stava per nascere ufficialmente la Formula 1 della quale erano i più quotati ed attesi protagonisti, dopo il tramonto di Nuvolari.
Wimille, soprattutto, da quello che ho potuto leggere su riviste dell'epoca, in quegli anni era considerato il miglior pilota al mondo e lo stesso Fangio - mi sembra proprio nella sua biografia scritta con Giambertone - ne parla con un rispetto e una stima che sfumano nell'ammirazione incondizionata.
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da Baldi » 02/03/2010, 14:45

La guerra è un grande Buco nero che tutto fagocita. come un moderno Crono che divora i suoi figli.

Prima e dopo, la vita; in mezzo un orrendo e lugubre periodo di nebbia persistente e duraturo dove gli uomini finiscono per dare il meglio e il peggio di se.

Poi la vita rinasce ancora, apparentemente uguale a prima. Ma invece irrimediabilmente compromessa nelle anime dei sopravvissuti.

Quante storie dimenticate e quante idee e progetti bruciati in quel calderone.
Quanti grandi che grandi non sono stati per quella nebbia imane.
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da jeanpierresarti » 03/03/2010, 1:06

il periodo pre-mondiale è, se possibile, ancora più affascinante anche per questo, non solo per essere "The Golden Era" per i pazzi al volante di missili su quattro ruote ( o sei... tipo la ERA) ma anche e soprattutto per le enormi tensioni socio-politiche e, come dice Baldi ".... quante storie dimenticate... in quel calderone." . Io non ho una cultura di quel periodo ma mi sto piano piano facendo una biblioteca (Ruesch, Canestrini, Achille Varzi-una curva cieca, vari Nuvolari ecc...) e più vado avanti più trovo fascinazione, le gesta drammatiche e romantiche lasciano senza respiro; ma il massimo per me è e rimane sempre Remarque con il suo "Il cielo non ha preferenze", forse il più bel romanzo di sempre, veramente LA VITA L'AMORE LA MORTE.
E pensare che la maggior parte dei documentari ce li presentano come anni folli, si,  ma comici (le riprese "accellerate", i commenti sarcastici), chissà perchè.
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da eddiesachs » 03/03/2010, 9:27

ecco qui l'articolo del 1960 di Roger Labric, dedicato a Robert Benoist:


ROBERT BENOIST BAT UN RECORD EN TERMINANT EN MARCHE ARRIÈRE

Robert Benoist fut, avec Louis Chiron, au tout premier plan des coureurs français de l'entre-deux guerres. Tous deux conquirent à tour de rôle le championnat du monde des conducteurs : Benoist en 1927, Chiron en 1936.
Robert Benoist mena une vie très mouvementée mais il était dans son caractère de témoigner toujours d'un calme impassible dans les pires circonstances.
Robert Benoist fut mon ami d'enfance; nous nous connûmes dans un lycée de Seine-et-Oise,
puis nous débutâmes ensemble dans le sport cycliste amateur, avant de nous retrouver en escadrille, sur le front de 1914-18.
J'appréciais ce camarade resté toujours le même, aussi simple, aussi fidèle en dépit d'une grande popularité de champion conquise à l'époque du cyclecar comme chef de file de l' équipe Salmson.
Robert Benoist allait confirmer sa classe exceptionnelle avec les fameuses Delage conçues par l'ingénieur Lory à l'usine de Courbevoie.
En 1927 Robert Benoist s'adjugeait: le Grand Prix de l'A.C.F. à Montlhéry; le Grand Prix d'Espagne à Saint-Sébastien; le Grand Prix d'Europe en Italie et le Grand Prix de R.A.C. en Angleterre.
Lui et sa Delage étaient alors sacrés champions du monde, mais c'est à la course de còte du mont Agel qu'allait s'affirmer sa virtuosité légendaire et ses “réflexes”. Il courait pour la troisième fois cette épreuve et caressait le désir de battre le record de la montée déjà amélioré par lui l'année précédente. Il avait accompli une escalade impressionnante, terriblement rapide, lorsque, parvenu à la demière courbe où l'un des concurrents le précédant avait involontairement mis à mal le parapet du virage, sa voiture dérapa tout à coup sur le sable resté sur le sol et fit un téte-à-queue complet.
Que pensez-vous que fit Benoist ? Il prit sa décision en l'espace d'un éclair:  la ligne d'arrivée était trop proche pour qu'il se remit en ligne et tentat un nouvel essai; il termina donc en marche arrière et passa sous la banderole, la pointe arrière en avant, devant les spectateurs enthousiasmés et les officiels éberlués.
Ce qu'il faut encore retenir de ce coup de “ marche arrière ”, c'est que son auteur battit une fois de plus le record du Mont Agel.
Une autre fois, au Grand Prix de 1'A.C.F. couru en 1906 (1) sur l'autodrome de Montlhéry, Robert Benoist venait de passer en trombe devant les tribunes et se préparait à aborder le circuit routier lorsque le capot de son bolide, mal assujetti, se détacha soudain, se souleva par la violence de l'air déplacé par la vitesse et passa au-dessus du pilote, presque au ras de l'auvent de la voiture lancée à 240 km heure. Durant cette dangereuse trajectoire, Benoist n’eut que le temps de baisser la tête pour n'étre point décapité à son volant.
Ce jour-là, il ftit encore sauvé par l'extréme promptitude de ses réflexes.

Grâce à sa voiture, Benoist échappe à deux reprises aux Allemands
Il est encore une anecdote qui démontre péremptoirement la force de caractère et le cran du champion. Elle remonte aux heures grises de l'exode, en 1940, et vaut d'être contée ainsi que je l'ai fait dans mon livre: Robert Benoist, champion du monde.
“En 1940, Robert Benoist était lieutenant de l'armée de l'air et il avait dû subir le repli de son unité avec les autres services du Bourget et de Villacoublay.
Le 14 juin, au petit jour, tandis que les pompiers de Paris se hâtent d’enlever de la façade de certains immeubles les quelques drapeaux tricolores restés accrochés aux fenêtres, l'ennemi pénètre dans la capitale, morne et silencieuse, par les portes de la Villette, de Clignancourt et de la Chapelle.
Il suivra les boulevards extérieurs jusqu'à la porte Maillot pour se scinder en deux tronçons, entièrement motorisés, l'un montant vers l'Etoile pour redescendre ensuite les Champs-Elysées absolument vides, vers la Concorde; l'autre prenant la direction de l'ouest par Neuilly, la Défense et Saint-Germain-en-Laye.
De justesse le lieutenant Benoist, qui est resté au Bourget jusqu'à l'extreme limite, a pu éviter l'aftligeante vision et prendre la route quelques heures auparavant dans sa rapide “Bugatti 57” personnelle, que pour rien au monde il n'aurait voulu voir tomber aux mains de l'ennemi dans son garage parisien.
Mais les routes sont de plus en plus encombrées par l'exode. Des véhicules de toutes sortes avancent péniblement, par trois ou quatre de front sur nos grandes parallèles, c'est un immense cortège de déroute et de misère qui se traine, à une allure d'escargot, vers le sud.
Benoist n'a d'autre ressource que de suivre la file, comme tout le monde, mais il se fera rattraper peu après Poitiers, par les éléments avancés d'une “Panzerdivision”. Dans sa voiture découverte, un lieutenant allemand a aperçu la Bugatti et, revolver en main, fait signe à son conducteur de stopper.
Robert Benoist est en tenue, c'est donc un militaire de plus fait prisonnier sur la route.
On lui ordonne de rester au volant de sa voiture et de s'intercaler immédiatement dans le cortège des blindés allemands.
Deux motocylistes et un side-car, dont le passager tient une mitraillette menaçante, sont chargés de veiller sur la Bugatti, nouvelle capture des Allemands, mais capture provisoire ...
On va voir pourquoi et comment :
Robert, qui a réalisé très rapidement la situation, la juge fàcheuse et assez critique, mais il estime qu'elle n'est pas tout à fait perdue.
D'ores et déjà, et tout en restant sagement dans la file des “vert-de-gris”, il mûrit son plan.
Au soir, les Allemands ralentissent leur avance et leur cortège s'installe pour la nuit dans une vaste prairie contigue à la grand'route.
Des sentinelles sont placées un peu partout et Robert Benoist reçoit l'ordre de ne pas bouger de sa voiture. Avec quelques autres officiers, l'Allemand est revenu en curieux voir la “57 S”” et, soulevant le capot, il leur donne quelques explications. Peut-étre était-ce un connaisseur ?
Toujours est-il qu'elle lui faisait envie, cette belle voiture française ! La nuit passe, peuplée de bruits de moteurs dans le ciel ou sur les routes.
Avant que ne pointe le jour, un sous-officier est venu et, usant d'une torche électrique, il contròle ce qui reste d'essence dans le réservoir. Robert Benoist, utilisant force gestes, lui fera comprendre la nécessité de faire le plein en vue de l'étape prochaine et des centaines de kilomètres à parcourir. L'Allemand ne fait aucune difficulté pour ramener plusieurs bidons et l’on remplit, à méme, la nourrice de secours.
Le pilote de la “ 57” ne demandait pas autre chose.
A l'aube, soucieux, sans doute, d'étre aux Pyrénées au plus vite, les Allemands reprenaient la route et c'est alors qu'aux premières heures de la matinée, profitant d'un court relàchement de sa surveillance par les motocyclistes occupés pour quelques instants ailleurs, Robert Benoist, au risque d'étre tiré à bout portant par l'arrière-garde des blindés, faussait brusquement compagnie à ses gardes motorisés en obliquant à gauche et en s'engageant “-pleins tubes” sur une petite route de traverse, absolument inconnue, mais qui devait bien mener quelque part. Jamais les Allemands ne rattrapèrent le cabriolet à compresseur dont le conducteur, champion du monde, venait de leur jouer un bon tour".
Robert Benoist, dont l'activité dans la Résistance est restée légendaire, fut capturé une autre fois par la Gestapo, en 1943, mais il parvint à s'enfuir de la traction avant noire à roues jaunes qui l’emmenait avenue Foch, en profitant d'un arrét brutal de la voiture pour fausser compagnie à ses gardiens, projetés non moins brutalement vers la banquette avant.
Un centième de seconde, Robert ouvre la portière, saute sur la chaussée et se perd dans la foule, assez dense à cet endroit-là: c'était le carrefour Richelieu-Drouot.
Là encore, ses réflexes l'avaient sauvé.
Ce sympathique champion a eu une fin douloureuse et tragique.
Lui qui avait tant de fois nargué la mort à bord de son avion de chasse, en 1914-18, ou de ses bolides de course, en 1921-1939, est tombé victime de son courage et de son patriotisme.

Les nazis le pendent
Son sacrifice valait bien qu'on exalte son souvenir. Echappé trois fois à la Gestapo, dans des circonstances plus dramatiques les unes que les autres, il fut capturé en juin 1944 et, cette fois, expédié d'office au camp de Buchenwald où il fut mis en cellule avec le matricule n° 13002. Ses trente-six compagnons de convoi, tous officiers français, anglais, belges et canadiens, subirent le méme sort.
Le champion au monde de l'automobile, Robert Benoist, fut exécuté par pendaison le 12 septembre 1944.
Il est mort comme on sait mourir chez nous, bravement, avec dignité et noblesse, son fier regard d'aigle tourné une dernière fois vers l' ouest où il avait tout laissé: sa patrie, son foyer, son bonheur, des amis très chers et tant de gIoire conquise à la force des poignets.
Il n'est pas, en dehors de son “ camarade d'écurie” de chez Bugatti, l'Anglais Williams, un coureur en automobile qui ait connu ce sort tragique des déportés assassinés.

NOTA
(1) Si tratta evidentemente di errore di stampa. Si dovrebbe leggere “1935” anziché “1906”.


Tratto da pag.82-83 di  “Le monde et la vie – Premiers sur la route” hors sèrie Automobile N°2, di Roger Labric, anno 1960.
Ultima modifica di eddiesachs il 03/03/2010, 12:01, modificato 1 volta in totale.
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da sundance76 » 03/03/2010, 9:36

[quote="jeanpierresarti"]
il periodo pre-mondiale è, se possibile, ancora più affascinante anche per questo, non solo per essere "The Golden Era" per i pazzi al volante di missili su quattro ruote ( o sei... tipo la ERA) ma anche e soprattutto per le enormi tensioni socio-politiche e, come dice Baldi ".... quante storie dimenticate... in quel calderone." . Io non ho una cultura di quel periodo ma mi sto piano piano facendo una biblioteca (Ruesch, Canestrini, Achille Varzi-una curva cieca, vari Nuvolari ecc...) e più vado avanti più trovo fascinazione, le gesta drammatiche e romantiche lasciano senza respiro; ma il massimo per me è e rimane sempre Remarque con il suo "Il cielo non ha preferenze", forse il più bel romanzo di sempre, veramente LA VITA L'AMORE LA MORTE.
E pensare che la maggior parte dei documentari ce li presentano come anni folli, si,  ma comici (le riprese "accellerate", i commenti sarcastici), chissà perchè.
[/quote]

Sono pienamente d'accordo con te. Da quando mi interessai sul serio alle corse pre-1950, non sono più riuscito a staccarmene, e da allora vedo il resto della storia con un altro occhio.

Il romanzo di Remarque è uno dei miei preferiti, l'ho riletto decine di volte. Non è più ristampato da oltre dieci anni, quindi quando voglio regalarlo a qualche persona amica mi tocca cercarlo in librerie di libri usati oppure sul web.

Sarà anche vero che sugli inizi del '900 ci sono documentari con l'effetto "ridolini" (accelerati e quindi buffi), ma ti assicuro che sugli anni '30 esistono decine di documentari veramente ben fatti, e chissà se Matt e D. Spitzley, i detentori dei filmati a colori girati dal grande giornalista Monkhouse, decideranno di commercializzarle in un DVD, non vedo l'ora...  :drool:
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da jeanpierresarti » 10/03/2010, 15:07

sono seriamente intenzionato ad arricchire la mia biblioteca con testi sul motorsport degli anni 30/40 e dintorni. Se per favore qualcuno ha la pazienza di indicarmi un bel pò di titoli , lo ringrazio anticipatamente. Per esempio, il fantapolitico "La Scuderia" , qualcuno l'ha letto?
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da sundance76 » 12/03/2010, 9:11

[quote="jeanpierresarti"]
sono seriamente intenzionato ad arricchire la mia biblioteca con testi sul motorsport degli anni 30/40 e dintorni. Se per favore qualcuno ha la pazienza di indicarmi un bel pò di titoli , lo ringrazio anticipatamente. Per esempio, il fantapolitico "La Scuderia" , qualcuno l'ha letto?
[/quote]

Non l'ho letto, anche io vorrei sapere com'è.
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da Racer Cek » 12/03/2010, 18:48

[quote="sundance76"]
[quote="jeanpierresarti"]
sono seriamente intenzionato ad arricchire la mia biblioteca con testi sul motorsport degli anni 30/40 e dintorni. Se per favore qualcuno ha la pazienza di indicarmi un bel pò di titoli , lo ringrazio anticipatamente. Per esempio, il fantapolitico "La Scuderia" , qualcuno l'ha letto?
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Non l'ho letto, anche io vorrei sapere com'è.

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anche a me interessava ma ho poco tempo e ne ho già iniziato un'altro.... :-[
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da Racer Cek » 12/04/2010, 8:40

[quote="Racer Cek"]
[quote="sundance76"]
[quote="jeanpierresarti"]
sono seriamente intenzionato ad arricchire la mia biblioteca con testi sul motorsport degli anni 30/40 e dintorni. Se per favore qualcuno ha la pazienza di indicarmi un bel pò di titoli , lo ringrazio anticipatamente. Per esempio, il fantapolitico "La Scuderia" , qualcuno l'ha letto?
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Non l'ho letto, anche io vorrei sapere com'è.

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anche a me interessava ma ho poco tempo e ne ho già iniziato un'altro.... :-[
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Letto...l'inizio é molto appassionante (tant'è che l'ho letto più di mezzo in un sol colpo sernza accorgemene.... :-[)  il finale lascia un pò a desiderare....(ma essendo ambientato in un preciso contesto storico c'erano dei "paletti" non aggirabili) una cosa però.sui fatti storici (vittorie,circuiti,auto) non sono molto preparato...
quindi un giudizio di Sun o jeanpierresarti sarebbe molto più attendibile del mio...... :blush:
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