da 330tr » 18/04/2020, 8:47
Rispondo qui all'amico guyporsche, che mi ha messo una pulce nell'orecchio sulla competitività del V10 Ferrari rispetto al V12; era davvero subito più veloce la 412 T2 col V10?
Incollo qui due articoli dalla Repubblica del 22 e 23/11/1995, che ci raccontano giusto quei test, con la rivalità Alesi/Schumacher, le differenze di approccio, e il quasi debutto del giovanissimo Jacques Villeneuve
ALESI E SCHUMACHER UN SECONDO DI RIVALITA'
ESTORIL - Fino a dieci giorni fa nel campionato mondiale di F.1, c' era un secondo di differenza tra Ferrari e Benetton. Era il grande male oscuro che metteva in ginocchio gli umori del Cavallino rampante. Ebbene, quel secondo c' è ancora. Anche a piloti invertiti. Un minuto e ventitrè secondi il miglior tempo ottenuto ieri da Alesi fresco debuttante sulla Benetton campione del mondo, un minuto e ventiquattro secondi il miglior tempo di Schumacher con la ormai vecchia Ferrari a dodici cilindri. Il campione tedesco ha provato anche la vettura "ibrida" col nuovo dieci cilindri, ma le cose non sono andate meglio. Anzi, c' è una piccola differenza negativa, di quattro decimi di secondo. Dunque, per ora nulla è cambiato. Si apre così la stagione del grande scontro, della grande rivalità, forse anche dei grandi rancori tra l' ex ferrarista francese e il neo ferrarista tedesco. Perché è inutile nascondersi dietro un dito: lo scontro c' è. La rivalità anche e quest' ultima è forse più accesa che mai. Ognuno dei due porta con sé un bagaglio che pesa. Alesi il rimpianto e forse il rancore di essere stato trattato male dopo tanti anni di dedizione e passione per la causa ferrarista. Schumacher l' orgoglio di un successo clamoroso e improvviso e rapidissimo. E forse la voglia, inconfessata e inconfessabile, di dire: ora vi faccio vedere io come si fa a vincere con una Ferrari. Così, guardandosi a distanza, con la coda dell' occhio e con un sorrisetto sulle labbra, i due si sono rimboccati le maniche e, appena finito il mondiale, eccoli già al lavoro. Per ora l' unica cosa che hanno in comune è la tuta: bianca, immacolata, quasi pontificia nella sua ieraticità. Tute bianche dello stesso fabbricante, dello stesso tessuto, dello stesso modello, con la stessa targhetta accuratamente coperta per non fare pubblicità a nessuno. Impegni, anzi disimpegni contrattuali a lungo studiati dai rispettivi avvocati svizzeri. Fino alla notte di San Silvestro avrebbero dovuto tutti e due prestare servizio effettivo per i rispettivi sponsor. Poi, Ferrari e Benetton, pressati dalle urgenze, hanno optato per la tanto declamata "desistenza": via nel cestino la tuta rossa e quella blu delle rispettive scuderie ed ecco i due "diavoli" delle piste convertiti in "santi" o se preferite in prelati con divisa estiva coloniale. Come potete immaginare, anche dai tanto deprecati sponsor a volte può arrivare una patina di pulizia, di castità, di umiltà. Abituati come siamo ad uno sport che rigurgita di pubblicità anche sotto le scarpe e dietro i cessi dei circuiti, c' è da restare frastornati a vedere questi due pretini che ti compaiono davanti agli occhi all' insegna del famoso motto che "più bianco non si può". Sono appena arrivati e già si comportano in modi diversi. Alesi è arrivato lunedì, è rimasto ore e ore dentro l' agognata Benetton a soppesare ogni millimetro. L' altro è arrivato ieri mattina all' alba con un volo privato da Nizza, ha inforcato una bicicletta e si è fatto una decina di chilometri. Pare che solo in bicicletta riesca a trovare serenità e forza e determinazione. Dietro di lui settanta giornalisti tedeschi, famelici come mai. Per Alesi c' erano diciannove meccanici della Benetton. Per Schumacher 44 persone e due macchine profondamente diverse da provare, capire, assimilare. E il carattere così diverso dei due è venuto subito a galla. Alesi smaniava dalla voglia di dimostrare qualcosa, è uscito anche con le gomme lisce e la pista bagnata ed ha inforcato un paio di testa coda, suo inequivocabile biglietto da visita. L' altro saltava da una macchina all' altra, dodici, poi dieci cilindri, poi di nuovo dodici e infine ancora dieci. Non farà troppa confusione? Pare di no, assicurano alla Ferrari. Ci si aspettava un testa coda anche da Schumacher, per niente abituato all' irruenza del dodici cilindri di Maranello. Invece niente. Alla Ferrari lo dipingono già come un mago. Pare sia l' unico in tutta la F.1 ad accelerare prima di entrare in curva anzichè all' uscita. E controlla la tenuta di strada proprio col motore, giocando su quel pedale magico che fa impazzire tanti automobilisti. I meccanici, vecchi sacerdoti pazienti al servizio di queste divinità capricciose, si sono trovati bene anche nel cambio improvviso di "santino". Ogni volta che entra ai box, Schumacher fa una mossa con la mano destra, una mossa che sembra indicare un' entrata in curva. Lui la vuole netta, decisa, senza tentennamenti, senza "appoggio" col volante. L' altro, il passionale franco-siciliano fa un' altra mossa, quasi a indicare la prontezza del motore nel rispondere alle sue accelerate. Prima giornata, bilancio a favore di Alesi. Ma è solo l' inizio. Nessuno dei due ha forzato, nessuno dei due ha interesse per ora a strafare. Hanno tutti e due bisogno di conoscere meglio questi mostri mirabolanti, così diversi tra loro. Andranno avanti ancora oggi, poi alla Benetton arriva Berger, mentre Schumacher resta solo. Di Irvine già non si parla più. Quel che conta è Schummy, il Grande Schummy.
CARLO MARINCOVICH
22 novembre 1995
ALESI LASCIA SPAZIO A BERGER AL LAVORO VILLENEUVE JR.
ESTORIL - Jean Alesi ha finito il suo turno da debuttante con la Benetton. Lascia il posto a Berger ma torna a casa già con un ottimo risultato. Il miglior tempo di questi primi due giorni di prova, un minuto, ventuno secondi e quattro decimi, che equivalgono al tempo fatto da Schumacher (allora in Benetton) sulla griglia di partenza del Gp del Portogallo a fine settembre. Niente male per uno che deve ancora imparare a conoscere la vettura. "Beh, non mi hanno voluto scaricare tutta la benzina - dice Jean - per non farmi andare troppo forte. Hanno ragione, sono qui non per fare dei record ma per imparare a conoscere la macchina, le sue reazioni, il nuovo ambiente di lavoro. Abbiamo già provato molte cose nuove per il prossimo anno e altre ancora ne proveremo in dicembre. Comunque sono contento per il buon risultato. Dopo tutto anche queste cose ti danno una carica in più". In pista ieri anche Schumacher con le due Ferrari e il giovane Jacques Villeneuve con la Williams. Schumacher ha continuato a provare sia il dodici che il dieci cilindri e alla fine il suo miglior tempo (1.22.43) l' ha ottenuto con il vecchio motore. Jacques Villeneuve (1.22.57) ventiquattrenne figlio del grande Gilles, la leggenda della Ferrari, non era al suo debutto con la Williams avendola già provata. "Ma devo imparare ancora molto - dice in uno splendido italiano -. La differenza tra la F.1 e la formula Indy è enorme. Queste sono vetture più leggere ed hanno reazioni molto più rapide e devo imparare a controllarle, a adattare i miei riflessi a queste prestazioni". Ha fatto conoscenza con Alesi e Schumacher, suoi avversari? "No - risponde deciso - qui abbiamo tutti molto lavoro da fare, non possiamo perdere tempo a fare salotto".
c m