Estate 1989
Sono a Monza per un raduno di Ferrari, ma ci sono per conto mio non per lavoro. In attesa dell'addio sto consumando due tonnellate di ferie arretrate.
Gironzolo nella corsia box, volto lo sguardo verso la pista e appoggiato al muretto vedo l'ing. Forghieri.
Mi viene da sorridere, mi avvicino e quando sono ad un metro mi fermo aspettando che lui mi veda.
Infine m'inquadra, volta gli occhi al cielo e scoppia a ridere.
"Ma non eri in partenza, che ci fai qui?" - fa con quel tono di voce che, in quel momemto mi accorgo, tanto mi manca.
Non mi stupisco che sappia della mia decisione di lasciare Maranello: lui sa tutto.
"E lei piuttosto perchè è qui?"
Non risponde e si strimge impercettibilmente nelle spalle mentre le labbra si atteggiano ad una piccola smorfia.
E' buffo, io un piede e mezzo fuori, lui tutti e due da tempo, eppure siamo lì a vedere delle Rosse che girano in una calda giornata di luglio.
Passano due ragazze che ridono e se la tirano in pitlane.
Una è bionda, graziosa, forse anche bella, ma molto filiforme e lo sguardo freddo nonostante le risa.
L'altra è mora, tornita ed indossa un paio di pantaloni bianchi a vita molto bassa. Ha una t-shirt senza maniche, molto sbracciata e molto corta.
La cosa curiosa è che ha una specie di borsetta o borsello che dir si voglia a forma di Topolino, anzi sarebbe meglio definirlo Topolone viste le dimensioni veramte abbondanti.
"Lei leggeva Topolino da ragazzo?" - chiedo con malizia.
"Certo, mo lo leggerei anche ora" - fa lui
Rido.
Lei indossa il Topolone a tracolla con la cintura che le separa i seni. Così risaltano maggiormente.
Passa una 512BB a cui devono aver apeto lo scarico visto il frastuono.
Gli occhi di Furia sono sempre puntati sulla brunetta, così decido di richiamarlo alla realtà.
"Perchè il BB ha il cambio sotto il motore?"
Risponde all'istante pur non distogliendo lo sguardo:
"Non l'ho fatto io." - secco e si capisce che non condivide la scelta.
Sto per aggiungere qualcosa, quando Forghieri sembra risvegliarsi di colpo.
"Però quando abbiamo messo il primo 4.4 al banco dovevi vedere."
Abbiamo? Ma non ha appena detto che lui non c'entrava?
"Andava sù, sù di potenza e sembrava non dover smettere mai di dar cavalli!" - e intanto sembra dar gas con la mano destra.
"Quando abbiam passato i 47 (kilogrammetri) fermi tutti per paura scoppiasse."
Io riesco a interloquire solo con una serie di socc'mel, unica parola imparata in dieci anni.
Intanto le due ragazze stanno tornando indietro per un'altra vasca.
L'ampio giro manica da questo lato toglie ogni dubbio, se ancora c'era: la brunetta non porta reggiseno. Non si vede nulla, ma s'intuisce tutto e l'ammirazione sale per tanto bendiddio.
Il boxer non boxer è passato in fanteria con tutti i suoi cavalli.
"Non ci fosse quella benedetta tracolla a chiuder tutto .... " - fa lui con in filo di disappunto.
Ad ogni passo il seno oscilla lievemente, ma nulla trasborda dal sotto benchè manchi veramente poco poco.
"E già, basterebbe ci chinassimo un po'." - faccio io.
Lui ride.
"Allora com'è finita col BB?"
"L'hanno dovuto depotenziare per renderlo guidabile ..." - dovendo andare indietro di cavalli il verbo è tornato alla terza persona - " ..... poi con tutti i sistemi antipollution che stavano imponendo i cavalli son scesi ancora. L'han portato a 5000 e poi hanno messo pure l'iniezione, ma la potenza è sempre scesa. Un peccato" - il tono è diventato triste.
Guarda distrattamente la pista.
"E' lo stesso del Daytona solo con l'angolo delle bancate più aperto, in teoria dovrebbe dare la stessa resa ... eppure ..." - fa tra sè e sè.
Le stesse parole già sentite da Chiti, ma mi guardo bene dal dirglielo.
Si ferma una 348 TS gialla e scendono due tizi togliendosi i caschi obbligatori per le macchine aperte. Uno è moro, tozzo, la barba ispida di un giorno: va verso la bionda diafana. L'altro ha folti capelli ricci visibilmente tinti biondo paglia: si dirige verso la mora, l'abbraccia con trasporto e lei ricambia con altrettanto.
In tutto il movimento qualcosa infine sporge, ma ... ha perso importanza.
Furia guarda la 348 e sentenzia:
"Una macchina di m... adatta a loro!"
"Motore a parte." - aggiungo io.
"Quello sempre!" - fa lui. E sorride.
Adesso arriva una F40 seguita da scoppi che sembran fucilate.
"E' meglio di quel che pensi" - dice leggendomi nella testa.
"Le credo ingegnere. Come sempre!"
Gli darò definitivamente ragione più di 20 anni dopo. Ma questa è un'altra storia.