[quote="forSENNAto62"]
Chiudo i miei interventi causa ferie.
Approfitto dunque per augurare buone vacanze a tutti, prostrati e forsennati.
Non volevo far cambiare idea a nessuno solo ricordare e documentare bene fatti e circostanze che il tempo può aver distorto nella memoria di molti sinceri appassionati. E smuovere un pò le coscienze per ricordare che se la F.1 (e l'automobilismo) hanno ancora oggi un'eredità così gravida di forti sensazioni e sentimenti è perché ci sono stati pilotissimi come SENNA non certo campioni del mondo come Prost nel 1989 (e anche 1993 diciamola tutta, quello fu un oscar alla carriera non un titolo mondiale)!
Sono abbastanza fresco di memoria sugli accadimenti di quegli anni a causa del tempo speso nel rileggere con accanimento gli Autosprint ed i Rombo di quei ruggenti anni dal 1984 al 1994: per cui molte mie ricostruzioni sono frutto di ripasso!
Riassumo sinteticamente i capisaldi delle questioni più importanti.
1) La “parabola” più rappresentativa della realtà , secondo me, è quella che riguarda il 1984, che ripeto per comodità, citandomi:
“Anche Prost ha perso il mondiale 1984 con Lauda che era 1 secondo al giro più lento di lui sempre in prova ed in gara; la spiegazione? Perché la McLaren era stratosfericamente superiore alle altre vetture per cui anche se lentissimo rispetto al compagno, Lauda aveva sempre in mano il 2° posto. Prost in quell’annata ebbe ben più numerosi problemi di affidabilità rispetto a Lauda che con meno vittorie vinse il mondiale in extremis.
La morale della favola non l’avete vista ? E’ la stessa storia del 1989.!
Qui vi è tutto, specialmente la spiegazione oggettiva di come si può perdere un mondiale rispetto al compagno di squadra più lento di un buon secondo al giro.
E non è tanto il mezzo punto di differenza finale (una beffa totale) QUANTO il fatto che la sconfitta delfrancese era ineluttabile già a due gare dalla fine.
Cosa voglio dire ? ora ve lo spiego.
A due gare dalla fine la situazione vedeva Prost con 6,5 punti di vantaggio su Lauda.
Ebbene ricordo che scommisi con i miei amici, tutti prostrati come me all’epoca, che purtroppo Prost avrebbe perso il mondiale per 0,5 punti. Sei indovino?, direte voi. Quasi!, rispondo io e vi racconto il mio ragionamento.
La McLaren è l’auto migliore e nessuno può inserirsi tra i due piloti; Prost è sempre più veloce e se non ha problemi vince 2 volte di sicuro; Lauda è più lento e se non ha problemi arriva 2 volte secondo altrettanto sicuro. La differenza in punti tra 1° e 2° sono 6 punti; il resto lo capite tutti ……., la scommessa fu una vincita facile.
Non è un giovo di parole ma un paradosso provato: la superiorità della McLaren giocò a sfavore di Prost perché in queste situazioni è sempre il pilota più lento ad avere qualcosa da guadagnare. Se le cose vanno bene quello più veloce gode della differenza punti tra 1°e 2° ma se va male a lui e bene al compagno l'altro intasca tutto pur restandoti sempre dietro, anche senza forzare mai.
Ma avete letto bene ? “scommisi con i miei amici, tutti prostrati come me all’epoca”. Ebbene SI, posso levarmi la maschera!! Già dal 1981 e fino al 1987 io ho ritenevo Prost il migliore ed il più veloce, quanto il più sfortunato con mondiali persi per carenza di affidabilità della sua vettura (1981, 1982, 1983). Per carenza di affidabilità!Esatto carenza di affidabilità, ecco la chiave!!!! Provate a chiedere a Prost cosa ricorda di una 4a marcia che gli salta per un problema al cambio in un curvone di Zeltweg nel GP Austria 1984 e poi ne riparliamo, se volete.
Poi è arrivato il 1988 ed una ragazzino dal piede così pesante che penso ancora oggi che nemmeno Schumi abbia eguagliato il suo peso specifico (d'altra parte Schumi sarà anche stato grandissimo ma lui si è misurato solo con Barrichello guidando per 5 anni la vettura migliore.... insomma nemmeno Prost ha avuto così fortuna in carriera).
Con Senna nel 1988, già in Brasile (rottura della leva del cambio al via con successiva squalifica tanto per cominciare bene l'annata e verificare subito da che parte stava la dea bendata), fu amore a prima vista…..
Da allora, lo ammetto, ho tradito Prost e come tutti gli amanti delusi che incontrano qualcuno che reputano tanto superiore da capire che il precedente gli ha presi in giro, l’ho detestato e pertanto ho deciso di declassarlo a miglior pilota n.2 della sua epoca (dal 1988 in poi naturalmente).
Insomma una storia di tradimenti con io che mi innamoro del giovane perché MOLTO più veloce e lascio il vecchio lento e troppo strategico. Così va il mondo.....
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Causa questioni di tempo che a quest'ora non mi manca
, mi sento di aggiungere qualcosa (ok, dello svarione sul punteggio fine '84 si è già accennato)
Certo, se per opinione personale si reputa di eleggere il migliore in quanto il "più veloce" mi va bene; io ho sempre preferito i piloti più completi e magari un po' ragionieri (leggasi: intelligenti) all'occorrenza, e se uno è più veloce del compagno disponendo allo stesso tempo (ovvio) della vettura di gran lunga migliore rispetto alla concorrenza
non trovo esente da colpe il fatto di perdere a suo favore il campionato....Mi spiego meglio: Prost nell'84 e Senna nell'89 avevano troppa smania di provare la propria superiorità nei confronti del compagno di scuderia e di tutti gli altri colleghi, fossero stati più maturi avrebbero gestito meglio la situazione, ma quando vuoi essere sempre il più veloce a tutti i costi è facile che si paghi qualcosa sull'affidabilità del proprio mezzo. Non che sia sicuro al 100% che tutti i ritiri in questione fossero dovuti a questo, ma ho ben più di un sospetto a riguardo. Solo sfortuna? mah
Le teorie applicate allora da Stewart mi trovano perfettamente d'accordo: "il pilota più veloce è Senna ma non è il migliore, quello è Prost", "Senna ottiene le sue prestazioni tirando troppo l'elastico".
Poi sia ben chiaro: ripeto che sia Senna che Prost entrano di diritto nella categoria dei più grandi, anche se con caratteristiche diverse.
Fossero stati accorti come il compagno di squadra "più lento", potevano vincere i titoli '84 e '89...ma il sistema di punteggio alla "Ickx" non è mai stato in vigore...
[quote="forSENNAto62"]
2) Senna, 65 pole e 41 vittorie
Anche qui noto che molti non ricordano bene quegli anni (io Si, ma solo perché ho speso molto tempo dopo al morte di Senna ri-leggendo Autosprint e Rombo di quelle annate per cui sono “fresco” di ricordi documentati). Senna aveva corso dal 1985 al 1987 con la Lotus-Renault, macchina non vincente perché non affidabile e performante per la lunghezza delle gare e con la Lotus-Honda, purtroppo anch’essa non vincente.
Quindi poche vittorie ma…….. tante pole-positions.
Infatti le pole di Senna hanno anche questo valore; strappate con macchine non vincenti ma che in qualifica, ad un pilota dal piede pesantissimo, per un giro, avrebbero permesso l’exploit se egli avesse tenuto giù il piede. E state certi che il suo piede restava giù, laddove Prost avrebbe alleggerito (non dico staccato, solo alleggerito).
Questo spiega oggettivamente, al di là delle opinioni, i numeri 65 e 41.
Detto questo, saluti a tutti
PS: secondo me la sintesi della verità più vera sta nella breve frase che ho eletto a motto del mio profilo in Gpx; la ricordo ancora pronuciata in una "storica" conferenza stampa (mi sembra trasmessa da GrandPrix su Italia 1).
Mai poche parole hanno potuto riassumere 5 pagine di forum con tale icastica semplicità.
Io la interpreto come...ebbene SI, l'allievo ha superato il professore!
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A ma pare che quegli anni ce li ricordiamo tutti bene, magari traendo conclusioni differenti.
Il fatto è che non c'è mai stato un pilota come Senna che attribuisse tale importanza al fatto di essere sempre il più veloce in ogni circostanza: prove libere, qualifiche e gara. A qualcuno può piacere così ma secondo me non è fondamentale, anzi talvolta controproducente.
Durante le prove Prost cercava di trovare il miglior set-up per il GP prima ancora che per la qualifica, per Senna era l'opposto (ecco anche perchè cosi tante pole) tanto che per la gara optava spesso per gli assetti del Francese, e non è una cosa da nulla.
In quanto alla firma dell'amico forSennato, Ayrton aveva ragione: il suo limite velocistico era più alto rispetto a Prost, però Alain come completezza in senso "globale" di pilota metteva in evidenza i limiti del Brasiliano.