[quote="Paddock_75"]
[quote="Pedro59"]
[quote="Paddock_75"]
E' indubbio che Prost sia una "merce" che non si vende bene, non è il tipo di personaggio che infiamma l'appassionato medio e da questo punto di vista non l'ha aiutato il rapporto spesso difficile con una parte della stampa.
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Complimenti per la ricostruzione documentatissima.
Ai problemi di "popolarità" che Prost ha avuto con il pubblico e con gli "appassionati medi" aggiungerei i rapporti spesso invece troppo facili con la stanza dei bottoni.
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Grazie per l'apprezzamento!
Il fatto della stanza dei bottoni è, immagino, riferito al singolo episodio di Suzuka 1989.
Prima di entrare nel merito di quella particolare circostanza penso però sia il caso di inquadrare tutto nella giusta prospettiva: quello è un singolo Gran Premio e non penso basti a caratterizzare un'intera carriera che di gare ne ha contate altre 198.
Voglio dire che trovo poco corretto dire che Prost ha avuto rapporti "troppo facili" con la stanza dei bottoni per avvenimenti legati ad una singola corsa, per quanto importante sia stata.
Prost è stato un pilota ripreso e squalificato dalla federazione come qualunque altro della sua epoca. Ricordiamoci che gli venne tolta una vittoria (Imola 1985) perché la macchina era sottopeso di appena 2 Kg, come sarebbe accaduto per qualunque altro pilota.
Ricordiamoci che venne squalificato a Monza, nel 1986, perché il team non aveva rispettato la procedura di partenza nel sostituirgli la macchina in griglia, esattamente come sarebbe accaduto a Senna un anno e mezzo dopo a Rio.
Ricordoamoci del 1993, quando la gestione Mosley di fatto gli dichiarò guerra dopo un'intervista invernale nella quale aveva messo in dubbio la competenza della gestione sportiva della FIA. Da quel momento la federazione minacciò di negargli la superlicienza (con il pretesto del ritardo con il team Williams aveva presentato la sua iscrizione al mondiale) e nel corso della stagione lo penalizzò per tutto quello che era penalizzabile.
Emblematico resta, a tale proposito, lo stop and go di Hockenheim che gli venne affibbiato per un taglio di chicane che non gli portò alcun vantaggio ed evitò una mezza catastrofe.
Brundle perse la macchina in frenata, Prost lo vide negli specchietti e tagliò dritto per non essere colpito e non innescare un incidente a cetena. Era il primo giro, c'era tutto il gruppo dietro, 20 macchine cariche di benzina che arrivavano ad oltre 300 all'ora.
Prost, alcuni mesi più tardi, dicharò che dopo quello stop and go (che non gli impedì comunque di vincere la gara) si disse "tu non devi più correre in Formula 1".
Ora, tornando a quel 1989: bisogna dare un'idea dello scenario, poche settimane prima c'era stato il G.P. del Portogallo con la famosa bandiera nera esposta a Mansell per aver usato la retromarcia nei box e l'altrettanto famoso contatto tra l'inglese e Senna alcuni giri dopo, in fondo al rettilineo. In quella circostanza la federazione (direi giustamente) accolse pienamente il punto di vista di Senna e della McLaren squalificando Mansell per il successivo G.P. di Spagna. Non era quindi così infrequente per il potere sportivo, anche in quegli anni, intervenire per sanzionare comportamenti ritenuti contrari al regolamento.
In Giappone Senna venne squalificato come sarebbe stato squalificato qualunque pilota che, a seguito di un incidente, si fosse fatto spingere dai commisari per riaccendere il motore e in seguito avesse tagliato la chicane per riprendere la pista.
Alcuni sostennero che la squalifica fu la conseguenza dalle "conoscenze politiche" di Prost.
Posizione rispettabile.
Mi chiedo però come sia possibile che un pilota con tali "accosti politici" possa aver perso (appena 12 mesi dopo) un mondiale dopo essere stato speronato dalla seconda giuda della principale squadra avversaria a Monaco senza che nessuno abbia preso provvedimenti.
Un mondiale dove entrambe le vetture della principale squadra avversaria si fecero largo a sportellate a Budapest, del tutto impunite, buttando letteralmente fuoripista Mansell e Nannini, e permettendo a Senna di conquistare un secondo posto decisivo.
E soprattutto un mondiale il cui epilogo venne deciso dalla più plateale manovra antisportiva che io ricordi da quando seguo l'automobilismo. Anche in quel caso senza che nessun provvedimento fosse preso da parte di un singolo commisario presente sul circuito o dal potere sportivo di Parigi, nemmeno quando il protagonista di tale manovra ne ammise la volontarietà.
Ora, chi mi conosce sa che io non ho né l'interesse né l'intenzione di togliere a Senna nemmeno una parte infinitesima della sua grandezza, ma parlando dei singoli episodi non posso non rilevare che Ayrton fu spesso coinvolto in episodi controversi e i fatti testimoniano che quasi mai il potere sportivo intervenne.
Parlando del 1989 penso che un dato possa aiutare a chiarire la situazione. i piloti di punta di quell'anno furono sostanzialmente 4: Prost, Senna, Mansell e Berger. Prost, Mansell e Berger non entrarono mai in contatto tra loro durante l'intera stagione, Senna ebbe invece almeno un incidente con ciascuno degli altri tre.
Sull'assegnazione dei mondiali: Dal mio punto di vista ci sono buoni motivi per sostenere che sia prost, sia Senna avrebbero meritato tutti i singoli campionati in cui si sono trovati a combattere l'uno contro l'altro.
La mia preferenza va a Prost, ma questo non mi impedisce di vedere che Senna era, in modo diverso, altrettanto grande. Dopo tutti questi anni sono arrivato a vederli come due facce della stessa medaglia e se qualcuno mi chiede chi è stato il miglior pilota che io abbia mai visto correre rispondo: "Prost-Senna". In rigoroso ordine alfabetico.
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Sugli "accosti politici" di Prost c'è stata una letteratura.
Probabilmente sarà fantascienza, sull'argomento non ho mai approfondito troppo e non sono in grado di documentare, in quanto, ripeto, mi ha sempre suscitato fastidio e mai interesse.
L'ho citato solo per dire (in questo e altrio TD, qui ed in altri Forum) come questa cosa, vera o falsa, sia stata alla base di un certo "anti-Prostismo" diffuso nei primi anni '90, quando i neutrali di solito parteggiavano per Senna e per argomentare al fatto che spesso, come hai rilevato tu, il francese è sottovalutato nei giudizi sui piloti anche limitandosi alla sua epoca.
Dopo aver perso il mondiale del '90 (undici anni di digiuno ed altri dieci in arrivo...) maturai la convinzione che, essendo quello un mondiale piloti, il titolo che avrebbe dovuto vincere nell'89, Senna se l'era preso l'anno dopo, quando avrebbe dovuto vincerlo Prost, e che quindi, seppur con la morte nel cuore, dovevo ammettere che i piatti della bilancia erano tornati in equilibrio.
Sul fatto che entrambi avrebbero meritato il titolo negli anni in cui hanno duellato concordo con te, così come Hamilton avrebbe meritato il titolo anche nel 2007 e Massa nel 2008.
Non sono invece d'accordo sulle considerazioni che fai su Senna e sugli incidenti di quella stagione 1990.
Al di là delle "durezze" di Senna, Prost perse il titolo perchè fu messo a muro da Mansell, compagno di squadra suo e non di Ayrton, questo non lo dimenticherei.
Che poi Senna fosse un "duro", uno che "entrava" diritto senza troppi calcoli, è innegabile: faceva parte del suo stile di guida e in qualche occasione gli è costato chiaro anche con qualche doppiato.
In altre parole, paragonando la carriera di uno come Lauda, con uno come Schumacher è ovvio che l'austriaco abbia avuto meno contrasti con gli avversari, lo stesso vale se paragono Stewart e Brabham in altri tempi, ma questo non toglie e aggiunge nulla ad una stagione o ad una carriera.
Sul fatto che Senna quell'anno non venisse mai sanzionato non mi sorprese, all'epoca ci sorprendevamo quando le sanzioni arrivavano, altrimenti Mansell quando mai avrebbe fatto due gare di fila ?
Comunque credo che ognuno resterà della propria idea e, grazie a Dio, non potrebbe essere diversamente.