da Paddock_75 » 26/07/2009, 20:10
E' indubbio che Prost sia una "merce" che non si vende bene, non è il tipo di personaggio che infiamma l'appassionato medio e da questo punto di vista non l'ha aiutato il rapporto spesso difficile con una parte della stampa.
In particolare con la stampa italiana c'era un abisso, direi culturale, incolmabile:
Prost ha sempre avuto un approccio analitico alle cose, la stampa ha invece spesso l'abitudine di raccontare i fatti quasi a prescindere dagli stessi, mischiandoli sistematicamente con le opinioni.
Prost una volta disse che se la metà dei piloti in Formula 1 avesse avuto la stessa professionalità di molti giornalisti ci sarebbe stato un morto in pista ad ogni Gran Premio. E personalmente sottoscrivo in pieno il concetto.
Ricordo il 1990, sento spesso raccontare che la Ferrari di quell'anno era nettamente superiore alla McLaren e ogni volta che succede non posso evitare di stupirmi di come la memoria possa far difetto a tanta gente. La McLaren di inizio stagione era più veloce e anche più affidabile della Ferrari, il che rende quasi miracoloso il fatto che Prost abbia chiuso la prima metà della stagione come leader del mondiale (2 punti davanti a Senna). Miracoloso perché in nessuna delle prima 8 gare di quel campionato Prost ebbe una macchina superiore a quella di Senna, mentre in almeno la metà delle occasioni avvenne il contrario. E questo è puntualmente confermato dall'analisi delle prestazioni dei rispettivi compagni di squadra: che Mansell fosse più veloce di Berger ce lo aveva detto chiaramente la stagione precedente in cui in due erano stati compagni di squadra in Ferrari, eppure Berger con "l'altra McLaren" andava spesso più forte di Mansell con "l'altra Ferrari".
A metà estate Dennis fece il punto della situazione "Spa e Monza saranno favorevoli a noi, Estoril e Jerez lo saranno per la Ferrari". E così fu, con una differenza:
A Spa e a Monza Berger fece per Senna quello che fa un buon gregario, tenne dietro Prost finché poté e consentì in entrambi i casi a Senna di prendere quel piccolo vantaggio che poi si portò fino alla bandiera a scacchi.
A Estoril invece Mansell mise Prost a muro e Senna ringraziò, ecco dove venne perso il mondiale del 1990.
E' come quando nel tennis perdi un game sul tuo servizio, a Senna e alla McLaren Honda non si potevano concedere break. Eppure la stampa italiana preferì prendersela con Prost per le dichiarazioni del dopo gara (in cui criticava la gestione Ferrari), piuttosto che stigmatizzare i comportamenti che avevano causato quelle dichiarazioni.
Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito.
La stampa italiana, e quindi ferrarista, non ebbe nemmeno il coraggio e la forza di schierarsi con nettezza dalla parte di Prost dopo lo speronamento di Suzuka che fu chiaramente deliberato e che privò la Ferrari di un titolo atteso per 11 anni (e che avrebbe aspettato per altri 10).
Si potrebbero citare tanti altri episodi, uno entrato nel "folklore" è Donington 1993, ogni giornalista che si occupa di Formula 1 ha pubblicato almeno un articolo su quella gara. Ora non fraintendetemi, quel giorno Senna scrisse una pagina indimenticabile della sua carriera e di tutta la storia dell'automobilismo, ma questo non toglie che i resoconti di quella gara nella quasi totalità dei casi sono tutt'altro che rigorosi e completi.
Ho letto pagine di letteratura sportiva su Senna che sotto l'acqua dà un giro a Prost pur avendo una macchina inferiore.
Bhe, una macchina inferiore sull'asciutto, e infatti in prova si prese quasi 2 secondi.
Sul bagnato il discorso era diverso, Patrick Head ha confermato (anche recentemente) che "ci rendemmo conto troppo tardi che sulla monoposto che usavamo, la Fw15 a sospensioni attive, l'altezza da terra era intenzionalmente di pochi millimetri. Non erano ancora i tempi del fondo scalinato, la scocca nella parte inferiore era completamente piatta e l'acqua in pista era tanta da causare aquaplaning sul fondo e non sulle gomme. Sarebbe stato possibile sollevare la monoposto regolando l'altezza da terra dall'abitacolo, ma fummo troppo lenti a rendercene conto. Senna vinse con merito, ma in un certo senso gli demmo una mano noi con le caratteristiche della nostra vettura". (Autosprint n.29/2008, pag. 7).
Il primo giro di Senna fu da cineteca, e giustamente è universalmente ricordato come tale. Mi domando però in quanti ricordino che 37 giri più tardi, malgrado i problemi di cui ha parlato Patrick Head, Prost aveva ripreso il comando di quella gara a parità di strategia (nel senso che in quel momento sia lui che Senna avevano gomme da asciutto). Fu una "chiamata sbagliata" del box Williams a riportare Senna in testa: Prost venne fatto entrare per rimontare le gomme da bagnato ma smise di piovere, dovette quindi rifermarsi poco dopo per tornare alle slick, il pit stop durò un eternità, ed ecco come Alain perse un giro sul brasiliano.
Raccontata così la storia fa un altro effetto, e "vende" certamente meno.
Proprio stamattina stavo guardando “Grand Prix”, Guido Meda commentava con Valentino Rossi la storia di Donington e non poteva mancare il capitolo sulla gara di Formula 1 del 1993, naturalmente cantata con i tratti della leggenda fino alla conclusione finale "in quella Formula 1, senza elettronica, un pilota poteva fare la differenza e cose così potevano accadere", peccato che le Formula 1 del 1993 fossero quelle del picco assoluto dell'elettronica, e chi conosce la storia sa di cosa parlo. Ma come dicevo all'inizio: "raccontare i fatti a prescindere dai fatti". E per chi prescinde dai fatti Prost sarà sempre un nanerottolo antipatico dal naso storto che inspiegabilmente ha vinto 4 mondiali.
Per chi invece vede le cose con maggiore onestà intellettuale Prost resterà nella memoria come niente di meno di un artista, come un pilota che ha vinto tutti e 4 i suoi mondiali avendo sempre come compagno di squadra un pilota che era già diventato campione del mondo o lo sarebbe diventato. Altro che le seconde guide per contratto accordate ad altri.
C'è un proverbio cinese che dice più o meno così "un esercito che perde è quello che pensa a come vincere solo quando combatte, un esercito che vince è quello che quando inizia a combattere ha già vinto". Mi fa piacere che chi ha scritto quell'articolo abbia ripreso questo concetto.
Prost rispondeva alla descrizione dell'"esercito che vince", perché spesso guadagnava i decimi decisivi, che l'avrebbero portato in cima al podio della domenica, lavorando sulla macchina durante i test, durante le prove libere, durante i warm up, ovvero quando chi scrive gli articoli del lunedi (o del martedi) normalmente guarda da un'altra parte.
E chi presta attenzione solo alla metà di un film raramente è in grado di scrivere una recensione sensata sulla performance degli attori.
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