Penso che come coppia una che ebbe un successo eccezionale, almeno come risultati, fu quella composta da Brabham e Hulme nel biennio '66-'67, nel quale prima l'uno e poi l'altro conquistarono l'iride.
Le vittorie nel Mondiale furono anche dovute alla "sorpresa" del motore Repco sul quale Black Jack puntò per la nuova formula 3000 cc, ma questo non toglie nulla ai loro successi contro avversari come Hill, Clark, Amon, Surtees, Stewart.
In venti Gran Premi raccolsero 8 vittorie (6 Brabham e 2 Hulme) salendo 23 volte sul podio (11 e 12 rispettivamente) e Sir Jack colse anche 5 "poles".
Gilles e Jody si spartirono più equamente i successi, ma era una situazione diversa.
Nel '66 Brabham dominò il Mondiale e Hulme si comportò davvero da "secondo", mentre nel '79 Gilles ebbe la sfortuna di incappare in una gara sfortunata in Spagna quando ormai sembrava lanciatissimo come "punta di diamante" e molti soffiarono sul fuoco della sua inaffidabilità, sia a Maranello che sui giornali, convincendo Ferrari a puntare decisamente su Scheckter per il titolo.
L'anno successivo la Ferrari non esisteva come competitività, quindi non c'è la riprova se Gilles sarebbe stato aiutato da Scheckter a vincere il Mondiale, così come lui aveva aiutato Jody l'anno prima.
Personalmente penso che Jody avrebbe mantenuto la parola.
Nel '67, invece, causa il ritardo della Lotus 49 e la tragica fine di Bandini, le Brabham si confermarono monoposto competitive e i nodi vennero al pettine.
Hulme non fece più da secondo a Black Jack e sfruttò ogni occasione per prendere il largo in classifica, ma Brabham la pensava diversamente e avrebbe voluto un compagno più dedito ad assecondarlo nella corsa al quarto titolo che lo avrebbe portato ad un passo da Fangio.
Fu un'annata burrascosa (Denny e Jack non erano degli agnellini nè in pista nè nel paddock...) ed alla fine la spuntò Hulme anche per il clamoroso epilogo del Gran Premio di Monza che Brabham perse all'ultimo passaggio dalla parabolica, e per la raggiunta affidabilità della Lotus 49 di Clark con il nuovo Cosworth.
Lo scozzese infatti vinse gli ultimi due gran Premi e Hulme riuscì a mantenere il vantaggio grazie all'affidabilità ed alla sua eccezionale capacità di gestire la pressione.
Certo nei box l'aria era diventata pesante e più di una volta si racconta che le chiavi inglesi fossero utilizzate in maniera impropria quando c'era bisogno di dirimere qualche questione.
Black Jack era anche un costruttore e pur di non rischiare di perdere il titolo alla fine fece buon viso a cattivo gioco.
A fine stagione, com'era inevitabile, Jack Brabham dette il benservito a Hulme che, Campione del Mondo in carica, dovette accasarsi presso un altro pilota-costruttore, il suo connazionale Bruce McLaren, col quale conobbe anni ottimi, ma non più vincenti.
Lo stesso accadde a Black Jack.
Concludendo: il rapporto fra Hulme e Brabham fu di un altro tipo di quello, a mio avviso unico, fra Gilles e Jody, ma come coppia di successo credo che abbia, ancora oggi, pochi paragoni.