La case non forniscono mai i dati di potenza max che si leggono al banco, un po' per tattica, un po' perchè non li sanno neppure loro
, un po' perchè questo dato è in assoluto poco importante. La potenza che si legge al banco viene sempre corretta con i valori pressione/temperatura aria. Quindi siccome questi valori di riferimento difficilmente si riscontrano in pista (leggi: praticamente mai), la potenza effettiva è scremata di un buon 10% ed oltre.
Si dice poi potenza massima "quella erogata al massimo numero di giri ed in piena ammissione (= acceleratore a tavoletta). E quando siamo in queste condizioni? Nel salire i primi rapporti mai perchè si cambia leggermente sottogiri per evitare il limitatore, nei cambi alti solo in quella frazione di secondi che coincide con l'accendersi delle luci sul cruscotto, meglio, sulla corona del volante. Resterebbero i lunghi rettifili (ormai in disuso) dove il motore riesce a viaggiare per una manciata di secondi al limite nel rapporto più lungo. In pratica però si adotta un rapporto finale leggermente lungo per sfruttare la scia senza superare i canonici 18.000. Questo però vuol dire che non si riesce a viaggiare a quel regime senza un altro concorrente che preceda. Si realizza quindi un motore che eroghi la potenza massima a 17.700/17.800, lasciando gli ultimi 2/300 giri in caduta di potenza, ma utili per i sorpassi (specialmente quelli dove si puà usare il DRS).
Comunque un valore medio (esistevano più specifiche a seconda dei tracciati di gara) per il'94 era di 800 CV, mentre per il '95 un centinaio in meno. Avrebbero dovuto essere circa 680, ma si riuscì a sfiorare i 700 (qualche volta a superarli) aumentando di 1500/2000 giri il regime max di rotazione grazie delle masse alterne minori.
Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)