Alberto Ascari
Altro mio omaggio ad Ascari, regalo di Natale per gli amici di GPX, bella immagine di vittoria originariamente in b/n (dovrebbe essere Nurburgring 1952), tramutata a colori.
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330tr - Team Manager
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Monza, 1949, Ascari e Bira, rispettivamente primo e terzo al termine del GP d'Italia.
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330tr - Team Manager
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Immagine ripulita e riportata all'antico splendore. Semplicemente fenomenale.
Da Torino, anno 1952, le Ferrari 375 modificate per Indianapolis.
Meraviglia, godimento puro per gli occhi!!
Da Torino, anno 1952, le Ferrari 375 modificate per Indianapolis.
Meraviglia, godimento puro per gli occhi!!
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330tr - Team Manager
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Immagine bellissima 
Caspita la 375 sembra assai più lunga di quel che pensassi
Caspita la 375 sembra assai più lunga di quel che pensassi
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duvel - Team Manager
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In effetti è modificata col passo ben allungato, in vista della Indy 500.
La utilizzarono Ascari e Farina (Villoresi era sulla 375 non modificata). Farina si schiantò, con la macchina che gli passò sopra senza che lui manco se ne accorgesse (postai il video), e la vettura fu da buttare..
Certo che provarono la vettura da ovale su un tortuosissimo cittadino..non il massimo!!
Il problema era forse trovare gare di Formula libera (il campionato del mondo si correva con le F2 2 litri) in tempo utile per la corsa dell'Indiana, e quella c'era..
Ovviamente le problematiche erano totalmente differenti, ed era impensabile verificare eventuali criticità che puntualmente si constatarono in loco. l'America era davvero lontana, e anche i mezzi d'oltreoceano stavano affinandosi a velocità vertiginose; finiti i tempi dove si poteva prendere una Maserati europea e andare a vincere a Indy. Ormai era necessario prendere spunto dai "roadster" con motore Offenhauser, grandi, potenti, semplici, affidabili e disposti lateralmente per distribuire i pesi favorevolmente alle curve.
OT il nome roadster pare sia stato coniato da Bill Vukovich, grandissimo campione prematuramente scomparso al pari di Ascari. Sta a indicare la vettura-tipo per Indy, motore anteriore, serbatoio dietro, telaio tubolare e assali rigidi anteriore e posteriore.
In tutto questo si tentava sempre più di abbassare il baricentro mettendo i motori in linea in posizione orizzontale, e si irrobustivano gli organi sottoposti a stress da curva a sinistra..erano vetture sempre più costruite su misura per i catini.
La Ferrari arrivò per l'appunto con una macchina completamente fuori dal tempo, inadatta, che avrebbe potuto dir la sua un lustro prima.
Ascari fece i numeri e si tenne in buona posizione fino all'ovvia rottura di un particolare meccanico non studiato per l'uso a cui era destinato.
Aggiungo che Indy era talmente universo a parte rispetto la F1 che quell'anno fece la pole un motore diesel..un universo completamente distaccato, in evoluzione violenta, che vide soluzioni tecniche strabilianti, e che fu inserito nel campionato piloti in maniera un po' bohemien..
Il più forte pilota del mondo sulle vetture più estreme era giusto dovesse dimostrare di esserlo pure sugli ovali. Ma non potevano esserci le premesse per un interscambio continuativo tra le due sponde dell'oceano.
La utilizzarono Ascari e Farina (Villoresi era sulla 375 non modificata). Farina si schiantò, con la macchina che gli passò sopra senza che lui manco se ne accorgesse (postai il video), e la vettura fu da buttare..
Certo che provarono la vettura da ovale su un tortuosissimo cittadino..non il massimo!!
Il problema era forse trovare gare di Formula libera (il campionato del mondo si correva con le F2 2 litri) in tempo utile per la corsa dell'Indiana, e quella c'era..
Ovviamente le problematiche erano totalmente differenti, ed era impensabile verificare eventuali criticità che puntualmente si constatarono in loco. l'America era davvero lontana, e anche i mezzi d'oltreoceano stavano affinandosi a velocità vertiginose; finiti i tempi dove si poteva prendere una Maserati europea e andare a vincere a Indy. Ormai era necessario prendere spunto dai "roadster" con motore Offenhauser, grandi, potenti, semplici, affidabili e disposti lateralmente per distribuire i pesi favorevolmente alle curve.
OT il nome roadster pare sia stato coniato da Bill Vukovich, grandissimo campione prematuramente scomparso al pari di Ascari. Sta a indicare la vettura-tipo per Indy, motore anteriore, serbatoio dietro, telaio tubolare e assali rigidi anteriore e posteriore.
In tutto questo si tentava sempre più di abbassare il baricentro mettendo i motori in linea in posizione orizzontale, e si irrobustivano gli organi sottoposti a stress da curva a sinistra..erano vetture sempre più costruite su misura per i catini.
La Ferrari arrivò per l'appunto con una macchina completamente fuori dal tempo, inadatta, che avrebbe potuto dir la sua un lustro prima.
Ascari fece i numeri e si tenne in buona posizione fino all'ovvia rottura di un particolare meccanico non studiato per l'uso a cui era destinato.
Aggiungo che Indy era talmente universo a parte rispetto la F1 che quell'anno fece la pole un motore diesel..un universo completamente distaccato, in evoluzione violenta, che vide soluzioni tecniche strabilianti, e che fu inserito nel campionato piloti in maniera un po' bohemien..
Il più forte pilota del mondo sulle vetture più estreme era giusto dovesse dimostrare di esserlo pure sugli ovali. Ma non potevano esserci le premesse per un interscambio continuativo tra le due sponde dell'oceano.
Ultima modifica di 330tr il 29/12/2019, 22:46, modificato 1 volta in totale.
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330tr - Team Manager
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Riesumo x ripasso:
330tr ha scritto:
Ecco le Ferrari 375 modificate Indy!!
"Ascari and Farina were in the latest long wheelbase ‘Indianapolis’ Models bound for Indy that May, whilst the winning car was a normal SWB 375."
http://primotipo.com/tag/1952-indianapolis-500/
Le immagini sopra sono riprese prima del GP di Torino del 1952.
Durante il GP, circa a metà gara, Farina si cappotta rovinosamente con la Ferrari 375 passo lungo "Indy", rendendola inutilizzabile per la traversata statunitense.
Esiste un filmato, che ho editato e riversato sul tubo:
Impressionante. Erano Uomini d'Acciaio. Io sarei morto 10 volte, con le ossa sbriciolate. Notare come la 375 gli passi tranquillamente sulla gamba...
Altre belle immagini della gara, dominata (ovviamente) da Alberto ma vinta dalla terza 375 guidata dal Gigi nazionale.
https://barchetta.mediacenter.pro/barchetta/-/Events-by-Year-Auction-Concours-News-Race-Rally-etc/1950-1959/1952/?Dir=3839&root=1964532&flat=true&pg=0&l=it&rd=1964532
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Riviste e corrette. Alberto e la 500 a Monza.
(1952 o '53?)
(Caro Terruzzi, per il prossimo articolo su Ascari eccoti altre due belle immagini da inserire nel sito Red Bull
Cara Pirelli, se ti serve un restauratore di foto d'archivio, fai un fischio..
)
(1952 o '53?)
(Caro Terruzzi, per il prossimo articolo su Ascari eccoti altre due belle immagini da inserire nel sito Red Bull
Cara Pirelli, se ti serve un restauratore di foto d'archivio, fai un fischio..
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Tornando sulla Indy 500 del '52, facciamo un confronto visivo tra la 375 Indy e l'auto in pole.
Anche solo a prima vista è immediata l'enorme differenza e specializzazione della seconda rispetto la prima. Tra l'altro risulta testata in galleria del vento (!), precorrendo i tempi.
Per la cronaca la "sottiletta" rasoterra carrozzata Kurtis Kraft montava un motore 6.6 litri turbo ereditato da un camion.
Forse è la prima volta che assistiamo all'entrata nel mondo delle corse del turbocompressore, abbinato a un motore inconcepibile: un 6 cilindri in linea a gasolio. Un diesel, fulcro della produzione Cummins, la quale portò la macchina in pista a far vedere di che era capace quel propulsore azionato da quel combustibile.
La macchina era potente, la coppia spaventosa (l'ideale per schizzare via dalle curve), estremamente parco, ma con un enorme handicap: un peso esagerato. Che faceva disintegrare le gomme.
http://www.trucktrend.com/cool-trucks/0808dp-cummins-diesel-race-car/
Anche solo a prima vista è immediata l'enorme differenza e specializzazione della seconda rispetto la prima. Tra l'altro risulta testata in galleria del vento (!), precorrendo i tempi.
Per la cronaca la "sottiletta" rasoterra carrozzata Kurtis Kraft montava un motore 6.6 litri turbo ereditato da un camion.
Forse è la prima volta che assistiamo all'entrata nel mondo delle corse del turbocompressore, abbinato a un motore inconcepibile: un 6 cilindri in linea a gasolio. Un diesel, fulcro della produzione Cummins, la quale portò la macchina in pista a far vedere di che era capace quel propulsore azionato da quel combustibile.
La macchina era potente, la coppia spaventosa (l'ideale per schizzare via dalle curve), estremamente parco, ma con un enorme handicap: un peso esagerato. Che faceva disintegrare le gomme.
http://www.trucktrend.com/cool-trucks/0808dp-cummins-diesel-race-car/
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Ricordo un servizio molto ampio su "Auto d'Epoca" circa la Cummins a Indy, ma non ricordo il numero della rivista.
In compenso ho a portata di mano un articolo sulle partecipazioni alla 500 Miglia di Indianapolis di una vecchia Alfa Romeo P3 tra il 1939 e il 1948. Forse sono le uniche partecipazioni di un telaio Alfa a Indy. Oppure forse c'è stato altro?
In compenso ho a portata di mano un articolo sulle partecipazioni alla 500 Miglia di Indianapolis di una vecchia Alfa Romeo P3 tra il 1939 e il 1948. Forse sono le uniche partecipazioni di un telaio Alfa a Indy. Oppure forse c'è stato altro?
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.
https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
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sundance76 - Global Moderator
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Sono (quasi) sicuro di altre partecipazioni..
La 308, al volo da Wikipedia, concluse diverse edizioni:
1940 Chet Miller, 17°
1946 Louis Durant, 6°
1947 Walt Brown, 7°
1948 Johnny Mauro, 8°
Ecco Durant nel '46
La P3 da te citata, alla guida Luigi Gilbert “Louis” Tomei, 1939
Appena sotto mano altre fonti è da verificare, anche perché spesso si trattava di "Frankenstein" di vario tipo..
La 308, al volo da Wikipedia, concluse diverse edizioni:
1940 Chet Miller, 17°
1946 Louis Durant, 6°
1947 Walt Brown, 7°
1948 Johnny Mauro, 8°
Ecco Durant nel '46
La P3 da te citata, alla guida Luigi Gilbert “Louis” Tomei, 1939
Appena sotto mano altre fonti è da verificare, anche perché spesso si trattava di "Frankenstein" di vario tipo..
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