Ciao Gilles

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da sgarbo » 09/05/2008, 17:46

[quote=""Powerslide""]Niki, fratello minore, come ti hanno già ricordato, sul mistero 126 C2 ne abbiamo discusso su un apposito forum.

In quanto al fatto se sarebbe andato via o meno a fine stagione, si parlava di questa sua intenzione: il clima non era più quello di prima (non solo per lui, per tutti) e di questo occorre ringraziare Piccinini. Certo se prima era solo un'ipotesi, dopo Imola divenne molto più probabile.[/quote]

Caro Power.
Non so se me lo confermi, ma ho sentito una storia secondo la quale quel Team che avrebbe creato Gilles si sarebbe rivelato una truffa se avesse continuato le trattative. Mi riferisco ad un personaggio che in quegli anni si spacciava per "mandato dalla Marlboro" ed invece vendeva lavatrici. Aveva provato diverse truffe ai personaggi della F1, aveva promesso a Sthor un sedile sicuro (se lui avesse firmato non sarebbe mai arrivato comunque) e mancato il pesce Sthor e altri, ci provo con Gilles, promettendogli un nuovo Team. Gilles inizialmente abboccò poi tutto svanì nel nulla con la morte di Gilles...
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da Niki » 09/05/2008, 18:44

[quote=""Powerslide""]Niki, fratello minore, come ti hanno già ricordato, sul mistero 126 C2 ne abbiamo discusso su un apposito forum.

In quanto al fatto se sarebbe andato via o meno a fine stagione, si parlava di questa sua intenzione: il clima non era più quello di prima (non solo per lui, per tutti) e di questo occorre ringraziare Piccinini. Certo se prima era solo un'ipotesi, dopo Imola divenne molto più probabile.[/quote]

Ricordo vagamente che era stato aperto un thread apposito anche se ora non lo ricordo, ma chiedevo informazioni perchè nessuno meglio di qualcuno all'interno della famigghia, come direbbe Giorgio, sa come stanno veramente le cose.
A meno che si parla con qualcuno che a quei tempi era l'ultima ruota del carro nella squadra, ma non mi dai quell'idea. Mi rendo conto che ci sono cose che probabilmente non si possono dire, ma magari paventandole in terza persona...

Un piccolo aneddoto che è OT: anni fa quando Alesi era in Ferrari, dopo una gara telefonai in sede per avere il numero di fax del reparto corse perchè volevo complimentarmi per una gara o per sostenere Jean, insomma una roba del genere.
Assurdo degli assurdi la persona che rispose me lo diede senza battere ciglio. Inviai il fax senza problemi.
Dopo parecchio tempo telefonai di nuovo perchè volevo inviare un altro fax e avevo perso il numero. Stavolta la persona che rispose sembrava incredula al fatto che qualcuno mi avesse dato il numero di fax del reparto corse, ed ovviamente non me lo diede.
Penso che il tizio che aveva risposto alla mia prima telefonata sia stato appeso per le OO al centro della pista di Fiorano mentre il parroco di Maranello suonava le campane a morto.

8)
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da Mclaren7C » 09/05/2008, 19:20

Anch'io mi aggiungo insieme a tutti voi per ricordare il mitico Villenueve. Non ho mai avuto la possibilità di vederlo dal vivo, però le sue gesta sono scolpite nella mia memoria.

Esprimo il mio tributo tramite gli scatti fotografici, partendo dal suo primo gp in F1 sino alla conclusione della sua carriera, invito anche gli altri utenti ad aprire i propri archivi fotografici, aggiungere anedotti relativi alle immagini, ecc... per rendere omaggio a Gilles.

[size=18px][/size]STAGIONE 1977

Gp di Gran Bretagna - Silverstone - Mclaren M23
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Gp del Canada - Mosport - Ferrari 312T2
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Gp del Giappone - Fuji - Ferrari 312T2
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A presto posterò le immagini della stagione '78.
Ultima modifica di Mclaren7C il 10/05/2008, 11:40, modificato 1 volta in totale.
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da duvel » 09/05/2008, 20:14

Caro Gilles, devo averlo già detto da qualche parte e lo ripeto: quante volte mi hai fatto saltare dalla sedia!
ciao, sembra davvero ieri
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da Powerslide » 10/05/2008, 0:11

@ Niki, Sgarbo e a tutti gli amici di GPX.

Fino al '72, anno della mia laurea, ho avuto due sogni: essere un pilota e poter progettare una Ferrari da corsa, F1 o prototipo che fosse, meglio se entrambe. Mi piaceva pensare a Parkes, pilota ed ingegnere, ma nulla impediva ai miei sogni di ragazzo di pensare più in grande.
Svanito il sogno di pilota per trascorsi limiti d'età, restava il secondo.
Prima della laurea ho avuto due esperienze (che oggi chiamerebbero stage) presso un team italiano e poi in una casa motoristica inglese.
Dopo la laurea, nell'attesa della chiamata a militare, tornai presso il team italiano: non avevo uno stipendio, solo un rimborso spese, ma imparavo un casino ed avevo la garanzia di essere assunto una volta assolti gli obblighi di leva. Fu un periodo di un anno abbondante molto bello: capivo cosa volesse dire progettare, ascoltavano i miei pareri e, quando una mia idea era presa in considerazione toccavo il cielo con un dito. La struttura era composta da un "capo" nel vero senso della parola, da tre ingegneri e una cinquantina tra operai e meccanici. Più il sottoscritto, apprendista stregone. Quando iniziava la stagione, mi dividevo tra commissario di percorso o, se mi chiamavano, come pedina aggiunta del team.
Nell'aprile del '74 infine arrivò la chiamata alla leva. Arrivò in un modo strano che un giorno vi racconterò per i suoi aspetti singolari. Certo avrei preferito un congedo illimitato permanente e maledissi quell'anno e mezzo buttato via. Invece fu la mia fortuna. A metà del '75, quando ridivenni "uomo libero", la prima crisi petrolifera era già scoppiata e le assunzioni d'ingegneri avevano subito uno stop: anche nel team per il quale avevo lavorato gratis. Però il kulo nella vita è essenziale: nel mio anno e mezzo di militare, ero entrato in contatto con una ditta (capisco che il discorso è confuso, ma non posso dirvi di più sennò mi "scopro" troppo) che decise di far correre una F2. Mi offrirono il ruolo di secondo ingegnere di pista: uno dei giorni più belli della mia vita!
L'avventura durò un paio d'anni - stupendi - nei quali giravo tutti i circuiti d'Europa ed entravo in contatto con personaggi che fino ad allora avevo solo visto in foto.
Era ancora un'ambiente pulito, sano, fatto d'appassionati più che da managers. O almeno così appariva.
Sapevo però che quel periodo avrebbe avuto una scadenza e continuavo a prendere contatti, anche perchè, stando in pista, mi sembrava di giocare e continuavo a pensare che progettare un motore fosse il mio vero lavoro.
Così un giorno mi arrivò una chiamata dalla Ferrari. Una gioia incredibile, un sogno sognato e raggiunto. Un sogno che durò poco. Già alla fine degli anni '70 la Ferrari era una struttura molto diversa da quella che da semplice studente avevo visitato una decina d'anni prima. Si può dire che già da subito (assieme ad un'altra dozzina di tecnici) fui alle dirette dipendenze di Forghieri che, come tutti i geni, era un terribile accentratore. Lui progettava davvero, noi controllavamo i calcoli, progettavamo piccoli particolari e passavamo molto tempo in sala prova o ad analizzare i pezzi che cedevano. Ovviamente all'inizio ero l'ultima ruota del carro, ma, piano piano, scalavo in alto e non era certo mia intenzione mollare anche se in effetti non progettavo e neppure frequentavo le piste se non per le prove private e, solo occasionalmente, per i GP. Quando Furia cominciò a convocarmi, i suoi rapporti con Piccinini erano già guasti ed io capii di essermi legato al carro sbagliato: ma di questo non mi sono mai pentito.
In ogni caso le stanze dei bottoni erano già da tempo chiuse per i tecnici, Forghieri escluso, e se venivi convocato era spesso per prendersi un solenne caziatone, dopo un'anticamera anche di ore.
I momenti migliori erano nelle sessioni di prove private: non c'era la pressione asfissiante delle gare e potevi avere un contatto diretto con i piloti, anche scherzando con loro, ma soprattutto facendoti spiegare le loro sensazioni, cosa che con me tutti hanno fatto volentieri sapendo che per due volte il sedere su una F3 l'avevo messo (ed in questo, mostrare la cicatrice sulla gamba sinistra mi fu utile, per conquistarmi la loro fiducia :) ). A volte, quando non mi capacitavo del perchè i tempi non scendessero e mi accorgevo che il pilota scuoteva la testa perdendo fiducia su ciò che stavamo provando, alzavo la voce e dicevo: "Ora salgo io e ti faccio vedere!". Ovviamente era uno scherzo e tutti scoppiavano a ridere, ma era un buon metodo per allentare la tensione e resettare l'ambiente.
Spesso a Fiorano, ma sempre in orari differenti, il Drake faceva una fugace apparizione. Si piazzava lontano dai box e restava impiedi, immobile per diversi minuti. Sembrerà incredibile ma in quei giri i tempi miracolosamente scendevano. Alla fine faceva convocare il pilota o i piloti (ma sempre separatamente) nel suo ufficio. I tecnici mai.

Di dicerie e di aneddoti in quella decina d'anni ne ho appresi molti, ma la maggior parte sono cosa nota o senza alcun reale fondamento e gli altri di nessuna rilevanza.
Le confidenze fattemi le tengo per me proprio perchè tali: è un mio principio che ho sempre adottato in tutti i momenti della mia vita.

Un paio di cose posso dire, perchè non fanno male a nessuno.

Il giorno prima della partenza per Zolder, incrociando Gilles gli dissi: "Ti ho sentito in tv suonare la tromba: riprovaci quando ne inventeranno una a motore." Lui abbozzò un sorriso, ma solo con le labbra e non col cuore.

A Monza '88 passai una mano attorno alla spalla di Michele:
"Se non era per te col cavolo che oggi si vinceva, Gherardo si era già accontentato."
"Grazie - rispose - anch'io ho avuto la sensazione che stesse correndo contro di me e non contro Ayrton. Mica poteva lasciarsi passare da me che sono in partenza, mentre lui è confermato! Ma tu non sei stanco di questo ambiente?"
"Tienlo per te: alla fine della prossima stagione anch'io cambio aria."
E così feci.
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da Niki » 10/05/2008, 9:05

[quote=""Powerslide""]Nell'aprile del '74 infine arrivò la chiamata alla leva. ...A metà del '75, quando ridivenni "uomo libero"[/quote]

Noooooo sei stato convocato negli Anni Santi della Ferrari porca di quella ç°§*éx#@

[quote=""Powerslide""]...Quando Furia cominciò a convocarmi, i suoi rapporti con Piccinini erano già guasti ed io capii di essermi legato al carro sbagliato: ma di questo non mi sono mai pentito[/quote]

Bravo. Meglio con quel grande di Forghieri che con quel preste spogliato maledetto.

[quote=""Powerslide""]A volte, quando non mi capacitavo del perchè i tempi non scendessero e mi accorgevo che il pilota scuoteva la testa perdendo fiducia su ciò che stavamo provando, alzavo la voce e dicevo: "Ora salgo io e ti faccio vedere!"[/quote]

:lol: uhauhuahuahuha

[quote=""Powerslide""]Spesso a Fiorano, ma sempre in orari differenti, il Drake faceva una fugace apparizione. Si piazzava lontano dai box e restava impiedi, immobile per diversi minuti. Sembrerà incredibile ma in quei giri i tempi miracolosamente scendevano.[/quote]

Hauhauha

[quote=""Powerslide""]A Monza '88 passai una mano attorno alla spalla di Michele: "Se non era per te col cavolo che oggi si vinceva, Gherardo si era già accontentato."
"Grazie - rispose - anch'io ho avuto la sensazione che stesse correndo contro di me e non contro Ayrton. Mica poteva lasciarsi passare da me che sono in partenza, mentre lui è confermato! Ma tu non sei stanco di questo ambiente?"
"Tienlo per te: alla fine della prossima stagione anch'io cambio aria."
E così feci.[/quote]

Non ho mai conosciuto piloti dal vero tranne qualcuno che ho di persona molti anni fa in una delle rarissime rassegne motoristiche che hanno fatto in questa città di m***a, e quelli che vidi ai funerali di De Angelis, ma dal poco che ho potuto vedere e capire credo che Alboreto sia stato un signore così come lo è Giancarlo Minardi.
Poi posso anche sbagliarmi, ma è una sensazione che mi ha dato e che credo non si discosti troppo dalla realtà.
Grazie del racconto fratellò, non è per impicciarci dei tuoi affaracci privati ma sai com'è... con quello che è diventata la F1, praticamente una me*da, fa sempre piacere leggere storie vere legate al passato specialmente raccontate da qualcuno che le ha vissute in prima persona e con cui puoi parlare direttamente.
Se dovessi venire da quelle parti ti offrirò un pranzo anche se hai fatto parte dei nemici, anche se di quelli genuini :twisted:
:lol:
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da Mclaren7C » 10/05/2008, 9:08

Come promesso posto le immagini del '78, purtroppo non ho tutte le immagine dei singoli gp; però va ricordato che nel gp del Brasile (secondo appuntamento del mondiale) fece la sua ultima apparizione la Ferrari 312T2 sostituita dalla 312T3 a partire dal gp del Sud Africa.

[size=18px][/size]STAGIONE 1978

Gp d'Argentina - Buenos Aires - Ferrari 312T2
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Gp degli Stati Uniti Ovest - Long Beach - Ferrari 312T3
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Gp di Monaco- Montecarlo - Ferrari 312T3
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Gp del Belgio - Zolder - Ferrari 312T3
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Gp d'Austria - Osterreich - Ferrari 312T3
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Gp del Canada - Montreal - Ferrari 312T3
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A presto percorreremo la carriera di Gilles nella stagione 1979.
Ultima modifica di Mclaren7C il 10/05/2008, 11:37, modificato 1 volta in totale.
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da Andrew » 10/05/2008, 10:46

Bellissimo racconto Powerslide, è bellissimo davvero sentire queste cose da chi le ha viste in prima persona..
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Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare
Perchè io, di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell'aria che respiro
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da Jackie_83 » 10/05/2008, 13:42

un plauso al mitico "nonno" Power! questi racconti ti riportano indietro nel tempo!...stupendo! :D
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da sgarbo » 10/05/2008, 15:33

Bel racconto.
Un bel racconto, che descrive bene in cosa consiste lavorare nel mondo del motorsport, ovvero che non sono solo le macchine ad andare forte, ma anche tutto il mondo e le persone che ci navigano attorno.

Una volta sfumato il sogno di diventare pilota, si ha sempre il secondo sogno nel casssetto, che comunque ti porta sempre a quell'obbiettivo: il mondo delle corse.
E' la passione a fare tutto. Tu hai detto che è stata "fortuna" incontrare le persone giuste al momento giusto, ma io credo quell'istate, che è capitato a tutti quelli che nella vita hanno obbiettivi, arrivi per destino. Alla fine mi sono accorto che questo è uno sport/ mondo a parte, romanzando direi che "per essere amati dalle corse le devi amare"....

Diciamo che secondo me questo è stato il miglior aneddoto del racconto.... :wink:
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da Powerslide » 10/05/2008, 17:01

[quote=""sgarbo""]Non so se me lo confermi, ma ho sentito una storia secondo la quale quel Team che avrebbe creato Gilles si sarebbe rivelato una truffa se avesse continuato le trattative.[/quote]

Ti confermo che Forghieri, avendo sentito voci del genere, aveva provveduto a mettere in guardia Gilles. Quando me ne parlò, non si riferiva però ad uno che millantava agganci con la Marlboro, ma a una coppia di francesi emigrati negli USA e che lì avevano strane conoscenze.

Di certo Gilles di personaggi strani che lo tampinavano ne aveva attorno e l'atmosfera che si era creata nel team grazie al Monsignore, che approfittava in maniera schifosa dei tanti anni del Drake, lo spingevano ad abbandonare Maranello.

La persona che più gli stette vicino, fu proprio Furia che, oltre a fare di tutto perchè non lasciasse la Rossa, lo consigliava per evitare che quel ragazzo troppo ingenuo in un ambiente di iene, si facesse fregare.

E' grande il rimpianto di Forghieri per non aver potuto essere al muretto ad Imola (pur avendo una giustificazione inoppugnabile per quel giorno) ed ancora oggi ne soffre.
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da Niki » 10/05/2008, 18:07

La cosa che non capisco è come abbia fatto il Vecchio, che immagino essere stato tutto di un pezzo come molti di quelli della sua leva, a non rendersi conto di che serpe in seno si trovava con quel viscido in squadra.
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da sgarbo » 10/05/2008, 19:18

[quote=""Powerslide""][quote=""sgarbo""]Non so se me lo confermi, ma ho sentito una storia secondo la quale quel Team che avrebbe creato Gilles si sarebbe rivelato una truffa se avesse continuato le trattative.[/quote]

Ti confermo che Forghieri, avendo sentito voci del genere, aveva provveduto a mettere in guardia Gilles. Quando me ne parlò, non si riferiva però ad uno che millantava agganci con la Marlboro, ma a una coppia di francesi emigrati negli USA e che lì avevano strane conoscenze.
[/quote]
Esatto, sempre perchè a riguardo trapelava la voce che la base del Team sarebbe dovuta essere dalle parti di Le Catellet...(tra l'altro zone fantastiche...lo dico semmai qualcuno fosse in procinto di andare in provenza...non perdetevi le zone attorno l'autodromo, sono fantastiche!")
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da Powerslide » 10/05/2008, 23:54

[quote=""Niki""]...ma dal poco che ho potuto vedere e capire credo che Alboreto sia stato un signore...[/quote]

C'era una volta, a Monza, il vialetto che portava al cancello d'accesso alla pista. Il vialetto c'è ancora (anche se sembra l'ingresso di Alcatraz), quello che manca è il cancello.
Il custode del cancello era un tipo dal fare burbero, ti guardava e sembrava sempre *****. Come il cancello, lui è rimasto lì per anni ed anni, un'istituzione, poi insieme al cancello ed alle torri che facevano da cornice (brutte ma che erano un pezzo di storia) è stato spazzato via: forse ora anche lui è in volo sull'astronave dove si svolge la premiazione (che figata!).
Come dicevo il custode era rude e burbero, ma noi lo chiamavamo San Pietro perchè era quello che ti apriva il cancello del Paradiso, quando decidevamo di fare una sgroppata in pista con la nostra macchina di tutti i giorni. Fermavamo l'auto lì di fianco, rigorosamente col motore acceso, e andavamo in Direzione a consegnare la patente e firmare il modulo di scarico di responsabilità, in cui c'impegnavamo a pagare il carro attrezzi e tutti i danni provocati al circuito in caso d'incidente.
Ah già, si lasciava il motore acceso perchè all'epoca quasi tutte le auto avevano i cilindri in ghisa e pistoni e teste in lega. Due coefficienti di dilatazione termica differenti: non è un caso che il maggior numero di grippaggi in autostrada avvenissero un paio di chilometri dopo gli Autogrill. E sì, in quegli anni si poteva ancora grippare.
Dunque, dicevo di San Pietro. Se alla centoventesima volta che lo incontravi ti rivolgeva la parola, voleva dire che non ti considerava più un intruso, uno che andava lì per provare qualcosa di diverso tanto per far qualcosa di diverso, ma capiva che un po' di passione c'era. Allora scoprivi una persona totalmente diversa: uno strano eremita/poeta che viveva tutta la sua vita alle porte del Paradiso, aprendo la porta ai piloti e traendo passione dalla loro passione.
"Tutti eroi, quelli che vanno lì dentro son tutti eroi! Senti, senti il Luigi (Colzani). Tira sempre come una bestia, qualsiasi cosa abbia sotto il sedere dà sempre il massimo. L'ho visto con la GTA, con la RS, perfino con la 128 e il prossimo anno si dà alle sport. Pensa con l'Alfone (la 2600 Sprint) stava dietro alle GTA: qualche volta prendeva il Curvone in pieno; qualche volta lo riportavo indietro col carrattrezzi." E storceva i baffi in quella che per lui era una risata.
"Senti questo!" ed io drizzo le orecchie: sta passando una F. Monza, una "spetecchina".
"Senti ora come cambia, senti come scala per entrare alla Junior!" e io ascolto.
"Questo si fa, questo arriva lontano!" Poi si gira, entra in pista e chiude il cancello. Già perchè con lui si parlava sempre lì a cavallo della soglia: lui dentro e tu fuori.
Faccio passare un po' di tempo fumando una sigaretta. Si apre il cancello ed esce la piccola monoposto. Vuole girare a sinistra dove ci sono i vecchi box, quelli lastricati con i cubetti di porfido presi dalle due Curvette quando vennero sostituite dalla Parabolica. Vorrebbe, ma io sono lì in mezzo e lui si ferma: ha il casco in grembo, i capelli mossi e lunghi, gli occhi vispi e sinceri.
"Scusa" e lui sorride.
"Come ti chiami?"
"Michele".
"Michele e poi?"
"Alboreto, Michele Alboreto. Perchè?"
"San Pietro dice che diventerai qualcuno."
Lui sorride, io mi faccio da parte e lui riparte accompagnato da quel rumorino del bicilindrico.

Cominciava così la mia conoscenza con una delle persone più corrette abbia mai trovato: nel mondo delle corse e non.
Meritava di più, ma gli italiani non sono mai troppo generosi con gli italiani. Si accorgono di loro solo quando muoiono.
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da Niki » 11/05/2008, 8:54

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Se prima o poi non scriverai un libro verrò a stanarti dovunque ti trovi.
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