La tanto vituperata B3 di Colombo, ebbe il pregio di essere la prima (e per molto tempo ultima
) Ferrari con telaio monoscocca, realizzata, come giustamente ricordato da
sundance, in Inghilterra da Thompson.
Quando Forghieri potè rifare la "sua" nel 1974, tornò caparbiamente, come nel suo carattere, al telaio tubolare con centine in acciaio, rivestito da pannelli d'alluminio rivettato.
Portò questa tecnologia (universalmente considerata obsoleta) anche sulle serie T e non si può dire che non ebbe le sue "porche" soddisfazioni
Un fatto che sembra avere molte analogie con la Ducati (anche se in questo caso sono interessi commerciali ad imporre un telaio tubolare).
Senza nulla voler togliere a Stoner (certamente un fuoriclasse), ritengo che alla Rossa due ruote abbia giovato la riduzione di cilindrata, e quindi di potenza.
Per la Rossa a quattro ruote è stata una bella dimostrazione di come un telaio, se ben progettato, può restare vincente, anche se "sorpassato".
Oltre a Furia, considero poi bello ricordare l'apporto di due tecnici fondamentali, che collaboravano con lui: Rocchi e Bussi.
Tornando ai telai "strani", mi piace ricordare quello della piccola GT De Tomaso Vallelunga: un semplice tubo centrale cui venivano ancorate le sospensioni e il motore con funzione portante, Una vera formula biposto. Geniale :!:
Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)