[i][color=blue]Io non sono un estimatore di Prost (ma va?
) in quanto le dormite che si fece in qualche gara di troppo nel 1990 (Monaco: Alesi lo sorpassa al Mirabeau al primo giro e poi Berger lo centra e gli rovina la vettura che nel warm up aveva fatto vedere i sorci verdi a Senna, il nano insisteva sul fatto che le gare non si vincono al primo giro ma di sicuro lui con la sua dormita ha dimostrato che si possono perdere al primo giro;
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Bisogna citare il fatto che la Tyrrell motorizzata dal V8 Ford partiva con molta meno benzina delle Ferrari dall'assetato 12 cilindri. Un vantaggio di peso certamente non indifferente alla prima vera frenata del primo giro (cosa che si ripetè anche nel G.P. di Monza). Certo se Prost avesse chiuso in modo più deciso (come fece alla 2° partenza) Alesi sarebbe rimasto dietro, ma in quel week end la Ferrari aveva un grave problema di affidabilità, dopo la ripartenza si ritirarono entrambe con la batteria fuoriuso. Difficilmente quindi sarebbe cambiato qualcosa nel risultato.
Per quanto riguarda Berger...Prost aveva già impostato la curva, la manovra di Berger fu del tutto fuori tempo.
: l'inglese beone fece quel che fece ma il nano partì a rilento, fosse partito meglio la manovra di Mansell sarebbe passata quasi inosservata
Mansell era in pole, partendo davanti era difficile che la sua virata immediata potesse essere senza conseguenze su chi gli era di fianco.
Suzuka: con accanto in prima fila il miglior pilota al mondo che un anno prima te l'ha giurata dopo aver avuto il **** e la bravura di scattare in testa, grazie soprattutto all'inversione dei posti che fece arrabbiare Ayrton, affronti la prima curva con una nonchalance tale manco alle spalle avessi Johnny Dumfries che pensa alla serata in discoteca che lo aspetta e lasci al canarino brasiliano giusto giusto lo spazio necessario per farti centrare all'interno) CI costarono il titolo piloti.
La Ferrari perse quel mondiale a causa della minore affidabilità mostrata nel corso della stagione e per la cattiva gestione dei rapporti tra i piloti.
Per quanto riguarda Suzuka, Prost era davanti con tutta la macchina, gioverà ricordare che Senna non impattò con la fiancata della Ferrari n.1, ma con il suo alettone posteriore.
E, parlando dello "spazio lasciato", le immagini mostrano chiaramente che al momento dell'impatto Senna aveva le due ruote di destra oltre il limite della pista.
Se un pilota non può impostare la curva in testa quando ci entra in 5° piena davanti di tutta la macchina diventa difficile stabilire quando lo può fare. E' chiaro che in quella posizione corri dei rischi solo se il pilota che segue intende tamponarti da dietro e a quel punto diventa poco rilevante lo spazio che lasci o non lasci.
Tornando all'argomento del topic: Se parliamo di superiorità in pista è difficile battere la Mclaren Honda MP4/4 del 1988. 15 Vittorie e 15 Pole su 16 gare. 10 doppiette...difficile fare di meglio. Certo il team di Dennis aveva anche i due migliori piloti in circolazione e questo ha valorizzato ulteriormente l'eccellenza della monoposto.
E le vittorie sarebbero potute essere tranquillamente 16, solo Monza sfuggì alle biancorosse vetture inglesi.
A Monza le McLaren erano in prima fila, come da copione.
Prost scattò meglio di Senna, ma già prima di inserire la 3° marcia il suo motore iniziò a perdere colpi (problema già palesato nelle prove) e Senna lo risuperò senza difficoltà in accelerazione pura.
Prost dichiarò di aver capito fin dal via che il motore non gli avrebbe permesso di finire la gara. Decise quindi di spingere mettendo il boost ben al di sopra del valore "consigliato" per sopperire alla tosse del suo motore. Con il boost settato così alto difficilmente avrebbe finito la gara (la benzina per i turbo era limitata a 150 litri per ogni gara), ma, come detto, lui sapeva già di non finire.
Senna invece non aveva problemi di motore, ma non voleva cedere il passo a Prost. Per restargli davanti cadde in un certo senso nella trappola del francese e alzò a sua volta il boost, viaggiando per tutta la prima parte di gara fuori tabella di marcia dei consumi.
A metà gara Prost, come da copione, rientrò ai box con il motore KO. Senna rimase in pista in testa, con il problema di dover rientrare con i consumi. Per questo motivo le Ferrari si riavvicinarono drammaticamente nella seconda parte del G.P. e la fretta disperata di Senna nel doppiare Schlesser alla variante Good Year bastò da sola a testimoniare la situazione difficile in cui si trovava il brasiliano, che non poteva perdere nemmeno un attimo di troppo dietro ai doppiati, perché se fosse stato raggiunto non avrebbe potuto difendersi.
Peter Warr (che aveva lavorato per 3 anni con Senna in Lotus) commentò così "Se lui stava usando troppa benzina e Prost lo stava comunque avvicinando significava che anche Alain stava usando troppa benzina. Se Ayrton ci avesse pensato avrebbe realizzato che Prost non fa cose del genere"...tradotto: se ci avesse pensato non ci sarebbe cascato.
Ecco come sfumò l'en plein McLaren Honda nel 1988.