da JochenRindt » 10/09/2007, 13:25
Concordo con facinoroso, Jochen fu sfortunato perchè morì proprio mentre la sua carriera stava prendendo una piega positiva dopo anni di fortune alterne per quanto riguarda la F1. Nel 67 aveva sposato una bellissima modella finlandese, Nina Lincoln che nel 68 gli regalò una bambina di nome Natascha. La sua gioia di padre durò purtroppo solo due anni. Finalmente nel 70 cominciò tutto a girare dalla sua parte, auto competitiva e un pizzico di fortuna (necessaria), non certo a Monaco dove fornì una prestazione superba di cui ho già parlato. Rindt era comunque di buona famiglia come lo era Jim Clark, i suoi infatti avevano una ditta di import export a Mainz in Germania. Jochen come tutti sanno era tedesco di nascita e austriaco di adozione, visto che sua madre era di Graz i nonni materni dopo la morte dei genitori ad Amburgo sotto un bombardamento lo presero con sè e lo allevarono soddisfando spesso i capricci di quel nipote molto agitato e dal temperamento ribelle. Rindt nacque non a Mainz come molte cronologie scrivono, ma ad Achum vicino a Berlino, probabilmente durante un viaggio di affari di suo padre. Jochen fu espulso da due istituti per il suo temperamento poco ortodosso e i nonni decisero un estate di mandarlo in Inghilterra, per imparare l'inglese e per toglierlo dalla realtà cittadina di Graz. Li a Chichester il giovane Rindt al posto dell'inglese imparò a manovrare barche a vela e a Godwood vide la sua prima corsa di auto. La cosa non lo impressionò un grnachè ma decise tornato a casa di cimentarsi nelle competizioni di auto, come hobby domenicale. Molti erano gli sport che praticava, di cui lo sci alpino nel quale era parecchio spericolato. Nel 62 debutta con una Simca Monthlery ad un rally a Innsbruck dove i commissari di gara notando che guidava davvero male gli dissero di calmarsi altrimenti lo avrebbero squalificato. Jochen si placò e ottenne subito un gran terzo posto assoluto.
Il resto che seguì fu una carriera veloce e purtroppo molto breve stroncata quel maledetto 5 settembre 1970 alla parabolica di Monza.
"Io un uomo fortunato? Non lo credo,ma se di fortuna si tratta,speriamo che duri"
Jochen Rindt (1970)