Cevert

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da Niki » 15/03/2016, 12:24

Che bordello! Meno male che sono finiti i piloti francesi in formula 1, altrimenti sai che casino :lol:
Ah no, c'è Grosjean.
:lol:
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da Niki » 15/03/2016, 22:02

Stranamente la Ebbro ha messo Cevert sul coperchio del kit relativo al Gran Premio di Inghilterra 1971, vinto da Stewart.

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da eddie » 17/03/2016, 18:01

Ricordi sparsi

La perdita di Cévert colpì tutti nel team, così come nell’intera famiglia Tyrrell, dal più anziano al più giovane.

Kenneth Tyrrell e la moglie Sandy non erano al Glen quel giorno e quello che accadde, come dissero loro stessi, li fece sentire in qualche modo impotenti ed indifesi.

Così lo ricordava Kenneth Tyrrell: “Avevamo passato molto tempo con Francois quell’anno: lui arrivava in fabbrica, per risolvere qualche problema, per la sistemazione del sedile o per qualcos’altro, pilotando il suo aereo privato; era solito atterrare a Fairoaks, che non è molto distante da Ockham. All’improvviso diceva ‘Andiamo a fare una gita!’, caricava me, Sandy e i nostri due figli Claire e Adam sull’ aereo e ci portava all’Isola di Wight, dove giocava con i bambini sulla spiaggia. Momenti meravigliosi.

E Sandy aggiungeva qualcosa in più su Francois: “Non potevi fare altro che scioglierti quando lo vedevi. Erano i suoi occhi! He was a real ladies man. Era assolutamente bello, un vero ammaliatore.

[Non ho volutamente tradotto l’espressione usata da Sandy Tyrrell ‘He was a real ladies man’ perché in italiano non si riuscirebbe a riportare quella descrizione, in apparenza semplice, ma complessa nel suo significato, con la stessa immediatezza dell’inglese. Con due parole Sandy è riuscita a rappresentare il suo aspetto, il suo modo di vivere, di essere e di fare, la sua personalità, la sua consapevolezza, il suo mondo, il suo magnetismo selvaggio. Ho anche usato la parola ‘bello’; in realtà Sandy ha adoperato l’espressione ‘dishy’, che è qualcosa che va oltre la sola bellezza ed estende il semplice giudizio estetico attribuendogli un significato più ampio che comprende carnalità e sensualità.]

"Erano i suoi occhi! " Cosa avesse quest'uomo più di me, mi sfugge proprio.

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da 330tr » 17/03/2016, 20:45

Nel video più bello di tutti i tempi Stewart si trova a combattere contro uno pseudo-Cevert.
Immagini fantastiche in un mix fatto davvero bene

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da lauda12 » 19/03/2016, 13:33

Cevert è immortale perché è lui stesso un bel racconto; lui era Lancillotto e Stewart era Artù, solo che quella volta è morto Lancillotto mentre Artù ha continuato a vivere.
Come rappresentato benissimo nel video di Williams, è stato un bel personaggio con un finale sbagliato.
Ma proprio per questo non lo dimenticheremo mai indipendentemente dalle suo capacità di guida
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da eddiesachs » 19/03/2016, 18:11

La butto lì: e se la causa dell'incidente fatale di Cevert fosse un guasto meccanico, magari simile a quello che causò la morte di Rindt ?
Anche la Tyrrell 006 aveva i freni anteriori entrobordo come la Lotus 72. Potrebbe magari aver ceduto l'alberino che collegava il disco alla ruota. In una foto dell'incidente si vede, tra i rottami in mezzo alla pista, una parte della fiancata divelta con la scritta 'elf' e non lontano un disco dell'avantreno con l'alberino tranciato dal portamozzo e piegato....
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da bschenker » 19/03/2016, 21:21

Perche tirare fuori qualsiasi cosa che a qualcuno vieni in mente? Io resta del parere per quella combinazione non si frena, e neanche al interno.

A me sembra abbastanza chiaro o Cevert ha fatto un piccolo errore nella entrata della combinazione. L'altra possibilita una bucca (o simile) lo sposta fuori linea. Il resto e soltanto conseguenza di quel fatto, che oltre tutto a Watkins Glen traverso i anni a quel punto non era una rarita.

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da eddiesachs » 20/03/2016, 19:13

La mia era un'ipotesi. Mi era venuta in mente ricordando l'incidente di Rindt.
Tengo a precisare che ci ho pensato su abbastanza prima di postarla nel forum.
Ritengo che in un forum si possano esprimere liberamente le proprie opinioni e ipotesi, o no ?
Tengo anche a precisare che a mio avviso Cevert era un pilota fortissimo e in realtà dopo 43 anni non sappiamo ancora come siano andate le cose.
Mi scoccia che quando ci scappa un incidente mortale si dia la colpa al pilota.
Stiamo parlando di Piloti Professionisti, non di guidatori della domenica...
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da bibo » 20/03/2016, 20:03

Mi permetto di fare una richiesta in modo sommesso. Sarebbe bello se 330tr potesse fare come ha fatto con Bandini, una ricostruzione grafica dell'incidente, come in definitiva ipotizziamo sia a avvenuto nella sua dinamica, effettivamente mai chiarita in modo certo. Spero di non essere stato esagerato nella richiesta e ringrazio anticipatamente.
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da bschenker » 20/03/2016, 21:33

Sinceramente io non facia nessuna accusa. Diciamo oggi abbiamo visto un piccolo errore di un pilota (che per molti sarebbe il piu forte) e pure penso che era giusto che non si andato oltre.
Per me quello con Cevert e lo stesso. Si veniva fuori della ultima curva molto lento e dopo un breve retilineo in dicesa si iniziava una combinazione di curve in salita molto decisivo per il tempo, come detto per me non si frenava (percio non puo essere un problema come per Rindt e sicuramente uno di quelli componenti rotto si avrebbe sentito), si entrava in accelerazione. Un momento tropo presto o tardi una bucca bastava ad essere in grave difficolta. Il fattore decisivo per la gravita era il cordolo su quale venuto a finire. Non cera nessun spazio sul lato e la combinazione e molto veloce, il errore era sempre dietro l'angolo anche per i grandi campioni.

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da 330tr » 20/03/2016, 23:56

bibo ha scritto:Mi permetto di fare una richiesta in modo sommesso. Sarebbe bello se 330tr potesse fare come ha fatto con Bandini, una ricostruzione grafica dell'incidente, come in definitiva ipotizziamo sia a avvenuto nella sua dinamica, effettivamente mai chiarita in modo certo. Spero di non essere stato esagerato nella richiesta e ringrazio anticipatamente.


Ciao,
No, non mi ci metto. Per alcuni motivi:
1) la causa è ignota e difficilmente accertabile. Forse una perdita di aderenza improvvisa, forse una sbavatura nel punto peggiore. Non abbiamo mezzi né sufficienti motivi per indagare.
2) Niente immagini filmate, nessun dato su velocità ipotetiche. Troppo poche info. Senza dati non si può nemmeno partire.
3) Questione immaginazione. Le ricostruzioni visive fin'ora le ho fatte perché pecco di fantasia, e mi piace avere l'immagine completa del "mosaico". Come un restauratore cerco di immaginare che è accaduto nella lacuna. Per decenni ho provato ad immaginare che accadesse alla vettura di Villeneuve mentre il cameraman inquadrava a casaccio. Mi interessa la fisica, la dinamica della vettura nel prima e "durante". Il "dopo" è storia scritta. Ma qui la perdita di informazioni non c'è: non ci sono proprio le informazioni! Nessun filmato da ricucire. Può un restauratore ricostruire di propria fantasia un dipinto perduto, raccontato solo dalle descrizioni successive gli eventi?
3) Ragioni personali. Cevert ha fatto una fine drammatica. Molto drammatica. E la sua memoria non è stata calpestata così come avvenuto con Bandini, che chiedeva chiarezza e verità per spazzare via il cumulo di leggende. Credo Francois sia giusto "lasciarlo riposare in pace", ricordandolo solo per le gare e lo splendido modo di vivere.
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da bibo » 22/03/2016, 1:08

Hai ragione tu, va bene così
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da eddie » 30/03/2016, 13:46

eddiesachs ha scritto:La butto lì: e se la causa dell'incidente fatale di Cevert fosse un guasto meccanico, magari simile a quello che causò la morte di Rindt ?
Anche la Tyrrell 006 aveva i freni anteriori entrobordo come la Lotus 72. Potrebbe magari aver ceduto l'alberino che collegava il disco alla ruota. In una foto dell'incidente si vede, tra i rottami in mezzo alla pista, una parte della fiancata divelta con la scritta 'elf' e non lontano un disco dell'avantreno con l'alberino tranciato dal portamozzo e piegato....

Un disco è finito in pista ....
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F1_1973_WKG_003_005.jpg (29.44 KiB) Osservato 8210 volte

.... l'altro è finito oltre il rail ....
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.... difficile diagnosticare un cedimento.
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da eddie » 30/03/2016, 14:21

Ricordi sparsi

Il sabato mattina, Helen Stewart era arrivata ai box e aveva preso posizione su un sedile improvvisato. Come Cévert si infilò in macchina, preparandosi ad uscire, Helen scattò una foto. Cévert alzò lo sguardo e la vide. “Mi ha fatto un gesto di saluto, poi ha abbassato la visiera, mi ha mandato un bacio ed è partito. E’ stata l’ultima volta in cui l’ho visto.
….
Anni dopo Helen tratteggerà una perfetta descrizione della personalità di Cévert: “Esistono persone eccezionali che hanno tutto e possiedono anche un magnetismo eccezionale. Nella vita ne incontri due o tre al massimo. Sono persone che conquistano subito tutti quelli che hanno attorno e riempiono lo spazio in cui si trovano. François era uno di questi.

Helen ai box il venerdì.
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Ancora Stewart.

Quando sono rientrato ai box, tutti ormai avevano saputo che l’incidente era stato orribile. Sono sicuro che Chris avesse già riferito che François non avrebbe potuto essere sopravvissuto. Ken lo chiese anche a me ed io gli dissi che non potevo credere che fosse ancora vivo. Allora Ken disse: ‘Ma puoi dirlo con assoluta certezza? Puoi dirlo?’. Gli dissi che in effetti non potevo affermarlo con sicurezza; fu in quel momento che mi assalì una forte ansia di conoscere la verità oltre ogni dubbio e pensai che forse avrei fatto molto meglio a rimanere con François. E il mio stato d’animo peggiorava perché nessuno era ancora venuto a riferirci le sue condizioni in modo ufficiale.
….
Avevamo un piccolo van fuori, dietro i box. Edsel Ford
[pronipote di Henry Ford] e la sua futura moglie, Cynthia, erano lì con noi: stavamo lì senza fare niente e senza sapere che cosa dire. Proprio mentre stava per iniziare la sessione pomeridiana di prove, venne annunciato che François era morto.
….
Nessuno mi aveva chiesto di uscire ancora, ma l’ho fatto. Nel team tutti pensavano che ci fosse stato un problema meccanico e che non fosse proprio una buona idea esporci ad un’altra potenziale rottura.


[Non si sa se per rispetto, per l’emozione o per ragioni tecniche, fatto sta che nessuno migliorò i tempi nella sessione del pomeriggio. Tyrrell decise di non schierare le auto per la gara, lasciando vuote la quinta e la dodicesima casella della griglia, dove Stewart e Amon avrebbero dovuto essere.]

....

Non ricordo bene come siamo tornati a casa dal Glen. Ricordo però il funerale a Parigi. Dopo la chiesa siamo andati tutti al cimitero: eravamo davanti alla tomba di famiglia, con la bara pronta per essere inumata. La cassa era un modello americano molto grande, era stata presa così grande per via dei requisiti richiesti dalla compagnia aerea. Purtroppo, solo in quel momento ci siamo accorti che, per le dimensioni, la cassa non poteva entrare nella tomba. Nessuno ci aveva pensato. Così siamo stati costretti a terminare la cerimonia funebre senza averlo seppellito, per poi dover andare via lasciandolo così. Era una di quelle cose terribilmente bizzarre che a volte succedono, solo che questa stava accadendo nel peggior momento possibile.

Al funerale di Cévert: il fratello, la sorella, il cognato.
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Ciao.
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da eddie » 31/03/2016, 15:15

Piccolo intervallo

Pagine fa si era accennato brevemente ai divertimenti all'interno del Glen. E allora....

THE BOG

Negli anni ‘60 e ‘70 il “Glen Village” era frequentato, oltre che dagli appassionati di motorsport, anche da un altro genere di esseri umani, i “Bogladytes”. Erano, questi, dei genuini amanti di un particolare tipo di baccanale che si svolgeva in un catino naturale di erba e fango, situato nei pressi del circuito, conosciuto come “The Bog”. Con il rilevante contributo fornito dall’assunzione di enormi quantità di alcool e di altri integratori e additivi non sempre legali, i “Bogladytes” davano vita a competizioni motoristiche nel fango e a spettacolari giochi di luce e di fumo; mentre una folla urlante li incitava al grido di “The Bog wants a car!”, trascinavano all’interno del catino vecchi e nuovi esemplari della produzione automobilistica a stelle e strisce, che diventavano poi il bersaglio del lancio di pietre e bottiglie incendiarie fino ad essere ridotti a neri scheletri fumanti, in un rituale orgiastico di distruzione.

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Così l’Harvard Crimson, un po’ enfaticamente, descriveva questi cristiani.

Sono le 2 di sabato mattina e il nucleo duro dei ‘Boggers’ si sta scaldando per le festività del fine settimana. Due uomini corpulenti e barbuti stanno davanti ad un fuoco proveniente da bidoni dell’immondizia rovesciati e vecchi pneumatici, lunghi coltelli legati alle loro cosce, bevendo birra. Dietro a loro giace la carcassa fumante del primo sacrificio del fine settimana, una vecchia sedan dalle linee ormai indefinibili. Sorgendo in un brillante cielo notturno, spessi e acri soffi di fumo si riuniscono in alte nuvole fuggenti. Un gruppo spettrale di ballerini avanza, saltando sulle note rauche di un kazoo. Uomini e donne sono pazzamente attorcigliati nei loro jeans sporchi, tenendo in mano bottiglie di vino per bilanciare i loro passi. Come ombre che strisciano su un muro di mattoni, queste forme avanzano inciampando, attori posseduti da una percettibile tensione di morte in un Ballo Medievale."

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Con il passare degli anni, questo passatempo un po’ fuori dalla legge era diventato una specie di tradizione che il direttore del Glen Johnny Law e i track officials, malgrado la presenza della polizia, avevano deciso di tollerare in totale rispetto dello spirito dei tempi, purché l’impiego distruttivo della miscela formata da “Genesee Cream Ale” e combustibile rimanesse circoscritto e confinato all’interno del “Bog”, cioè in un’area relativamente piccola e controllabile.

Fino al 1974, quando i “Boggers”, con l’incidente del “Greyhound Barbecue”, superarono l’immaginaria linea del tollerabile tracciata dalla direzione.

La fine del “Bog” ebbe inizio quando un nuovissimo bus della Greyhound, guidato da un giovane senza la camicia e con i capelli lunghi, entrò ad alta velocità nel catino, girando intorno alle carcasse delle auto che avevano già subito il loro sacrificio. Prima ancora che il bus avesse colpito uno degli gli scheletri lasciati nell’arena e si fosse finalmente fermato, la moltitudine, eccitata dalla vista di un simile esemplare, iniziò a lanciare contro di esso qualsiasi cosa fosse riuscita a trovare. Le bottiglie incendiarie fecero il resto. Le fiamme raggiunsero i serbatoi del gasolio facendo innalzare nel cielo una spessa piuma di fumo nero, visibile per ore a molte miglia di distanza nella Contea di Schuyler.

Greyhound Barbecue
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Si trattava di un bus che aveva portato al Glen, da New York, un gruppo di tifosi brasiliani giunti appositamente per supportare Emerson Fittipaldi, che si giocava il titolo nell’ultima gara in calendario. L’autista del bus, dopo aver scaricato i passeggeri, ebbe la fantastica idea di allontanarsi, lasciando il mezzo incustodito e con le chiavi nel quadro, una tentazione troppo forte per il giovane senza la camicia.

Come è finito il campionato, lo sappiamo.

Come è finito il bus, pure (per riportare a New York i tifosi, contenti e festanti, la Greyhound mandò al Glen un nuovo bus).

E il “Bog”? Il “Greyhound Barbecue” fu troppo anche per una direzione attenta alle tensioni delle nuove generazioni. Poco tempo dopo furono inviati i bulldozer a spianare il catino. Esattamente come cantava Joni Mitchell in “Big Yellow Taxi”, “They paved paradise and put up a parking lot”, hanno asfaltato il paradiso per costruire un parcheggio.

Ma siccome le cattive abitudini sono più difficili da abbandonare delle buone, l’eredità lasciata dal “Bog” non poteva andare perduta. Depurato dagli eccessi incendiari degli anni ‘60 e ’70, sostituiti da attività più moderate e più in linea con i tempi attuali, il lascito del “Watkins Glen International” è stato raccolto dal “Talladega Superspeedway”. All’interno del circuito, il “Talladega Boulevard Party” è diventato il nuovo punto di riferimento per i gaudenti spettatori della NASCAR che, uniti dal motto “quello che succede qui, resta qui”, per tre giorni si abbandonano a bevute abnormi e alla visione di spettacoli aberranti, fra i quali il wrestling femminile nella salsa, la pole dancing e gare di misurazioni varie. Pare che il divertimento sia tale da far crescere il timore che la corsa possa diventare un evento di contorno al Party.

Talladega Boulevard Party
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