Gerhard Berger mi ha lasciato il sapore dell'incompiuto.
Avrebbe potuto fare molto di più, sia in Ferrari che dopo, anche se trovarsi come compagno di squadra un Senna non era il massimo per uno come lui, almeno dal punto di vista della professione.
Fu invece un successo da quello umano: la loro è stata davvero una bella storia di amicizia, forse l'ultima in un ambiente così competitivo.
Come ha detto JNicola un Berger in giornata non temeva confronti, e questo resta uno dei misteri della Formula 1.
Cosa scattasse nella sua testa in quelle giornate non lo ha mai capito nessuno, peccato gli capitasse troppo raramente per poterlo rendere realmente competitivo nell'arco di una stagione con i top-driver dell'epoca.
Oggi, comunque, per il carattere e lo spessore della sua personalità, sarebbe senz'altro nel ristretto novero dei numeri uno.