da SiegfriedStohr » 16/11/2017, 12:14
La mia esperienza a Monaco in F.3 è che ero crollato fisicamente dopo pochissimi giri. Più che stanchezza era stata una incapacità di prendere il giusto ritmo. Ma poi mi ero ripreso dopo aver tirato il fiato e l'ultimo dei 20 giri (solo 20!) era stato il mio più veloce. Erano passati solo 11 anni dal dramma di Lorenzo. Tre anni dopo ci correvo col F.1. Sicuramente più difficile da guidare rispetto al poco potente F.3 ma una volta prese le misure non era un camion. Girando solo 10" più veloce del mio F.3 ho fatto il 14° tempo pur con la frizione montata a rovescio. 100 giri a Monaco erano tanti ma un pilota lo sapeva prima di partire e su quella distanza impostava il suo ritmo. Poi in gara possono cambiare tante cose: un problema al cambio, un momento di disidratazione anche stanchezza ovviamente (Hulme ha vinto in 2h34'): ma un pilota dell'epoca la sapeva certo gestire visto che guidavano anche più di 12 ore in un giorno. Poi come sappiamo, un pilota può sempre sbagliare o avere un problema al cambio e ne avete parlato con la massima documentazione possibile. Quello che trovo contraddittorio è che il box Ferrari da una parte lo vedeva stanco, dall'altra lo incitava con false segnalazioni. E il cronologico dei tempi che avete mostrato non segnala un "progressivo" crollo di prestazioni. Ovvio che per lo meno ci fossero due visioni all'interno del box. Franco Lini ha già dimostrato la sua spregiudicatezza anche con Margherita all'annuncio spettacolo della morte di Lorenzo. Per me le false segnalazioni di distacco erano opera sua, ai tempi si usava. I piloti venivano considerati come dei purosangue che ogni tanto andavano frustati. Se ricordo bene l'avvocato c'era e ne ha parlato. Forghieri (a proposito auguri Mauro rimettiti subito) disse la sua, ma non so se a distanza di tanti anni e a freddo potrebbe aggiungere qualcosa.
Concedetemi solo una piccola lettura: dopo questa tragedia il rispetto per il morto non c'è stato. C'è stata una "verità" ufficializzata pure dal libro di Lini. Ma quanti piloti sono morti sbagliando una curva? Tanti. Ma dire che era in bambola (Phil Hill per primo e la sua testimonianza è di un protagonista), che aveva respirato vapori di benzina (?), che aveva gli occhi chiusi (!) e la testa che penzolava senza che questo fosse confermato dai tempi sul giro a me è sembrato caricare una versione che poteva anche essere vera, ma che veniva esagerata. I documenti che avete raccolto dopo tanti anni, il filmato in particolare che per me dimostra che è entrato in curva in quinta marcia (errore suo o problema?), il relitto trovato col cambio in quinta e poi pare abbandonato in un angolo a Maranello, offrono un ventaglio di riflessioni più ampio. E come non ricordare che Patrick Head nel 1994 ha dichiarato che Senna è andato dritto per avere tolto il piede dal gas in una curva che si faceva in pieno anche sul bagnato? E il video e la telemetria subito sparita? Ma forse, come il recente caso di Jules Bianchi dimostra, dietro certe posizioni ci sono solo problemi legali di responsabilità. La morte di tanti piloti spesso non permetteva, per le condizioni del relitto, di avere la certezza sulle cause dell'incidente (errore o rottura).
Ma in tanti casi c'è stato più rispetto (D. M.).