jackyickx ha scritto:330tr ha scritto:A me piacerebbe rivedesse la partenza del GP d'Olanda '81. Ogni occasione d'incontro il suo racconto sul "birba" Gilles si arricchisce di particolari mirabolanti e fantasiosi..
Purtoppo chi vive le cose in prima persona (e fa la storia) tende col tempo a ricreare immagini pittoriche e cangianti degli eventi, che un semplice e pigro "tricheco da divano" può smontare (e ingrigire..) guardandosi placidamente un filmato su youtube..
Sto pensando che spesso gli storici sanno molte più cose (e più precise) degli eventi di chi in effetti la storia la fa..
Sono pienamente d'accordo
Si.
In effetti fa pensare alla classica storiella del pescatore e della grandezza del suo pesce pescato... che cresce, cresce, cresce nel tempo.
E in effetti il ricercatore storico va e deve andare oltre alle uniche dichiarazioni cercando di incrociare le testimonianze confrontandole con la produzione documentale che può reperire.
Tuttavia aggiungo che il "racconto" vada sempre preso in considerazione come elemento primario.
a) Perchè è il più delle volte l'unico elemento esistente;
b) Perchè, anche nella peggiore delle ipotesi, è pur sempre bello e divertente sentire un pathos altrimenti irraggiungibile e che ammanta i fatti con una piacevolezza che, diversamente, non esisterebbe;
c) Perchè antropologicamente parlando, anche il solo capire come "le cose venivano viste e vissute" dalle persone dell'epoca, da un non indifferente atout sui fatti, le credenze, i modi di essere e pensare. E questo i documenti mai potranno darcelo.
Poi io sono del partito del "Chi sa parli"
Piango (metaforicamente palrando) ogni volta che un testimone del tempo ci lascia. Pensando a tutto quel sapere che sparisce con lui.
Il "chi sa parli" poi potrà essere confrontato, vagliato. All'occorrenza pure "perdonato" da chi la storia vuole conoscerla.