da Laffite26 » 19/06/2024, 9:00
Ma in ogni caso l'aneddoto raccontato da Prost, anche se a distanza di tanti anni, è la dimostrazione di come in formula 1 tutti gli attori convolti intessono rapporti, anche se in scenari improbabili, a dimostrazione di come le cose siano imprevedibili e si cerca di sondare più opzioni per non ritrovarsi con nessun piano da seguire. Non dovrebbe stupire più di tanto anche se Prost aveva espressamente chiesto di fare da spalla a Schumi, ed è interessante notare come un grande campione entri in quella fase in cui vincere non interessa più, ma svelare aspetti del suo talento in grado di fare ancora la differenza in altri modi, mettere a disposizione la propria velocità da parte di un pilota non più nel pieno degli anni, ma che ha vinto tutto lo trovo interessante.
Tornando al 90, l'eventuale vittoria del titolo da parte di Prost avrebbe dimostrato come il contatto con Senna sarebbe stato da irresponsabili e non sto certo io a dirlo. Ma non capisco perchè poi il francese avrebbe dovuto essere stato sostituito comunque se non nel caso di un suo ritiro dalle competizioni. Ipotesi un pò improbabile perchè a quel punto Prost sarebbe entrato definitivamente nell'Olimpo di questo sport, perchè avrebbe battuto Senna per due volte consecutive e con due macchine diverse mettendo a tacere le discussioni su chi fosse il migliore, portando il titolo a Maranello 11 anni dopo Scheckter, e forse raggiungere il record di Fangio. Per certi aspetti perdere il titolo avrebbe fatto tirare un sospiro di sollievo a Fiorio nel suo romanticismo, così avrebbe potuto ancora far reggere la tesi che Senna era quel che ci voleva per la Ferrari. Ma il mondiale di formula 1 si vince con mosse intelligenti e non con il libro Cuore. Si dice che sia stato il miglior manager italiano di sempre nel motorsport, per i rally e per come ha promosso piloti italiani a livello internazionale lo posso comprendere, ma c'è se faccio il nome di un altro italiano che lo batte per astuzia molti metteranno mano alla pistola ed ha vinto 8 titoli mondiali tra piloti e costruttori, e non è nemmeno un personaggio che apparteneva al mondo delle corse a differenza sua.
Mi rendo conto di appartenere a quel 0.5% di persone che non reputano il torinese un mito o un eroe. Se si fosse trattato di un manager imprescindibile dalla formula 1 perchè poi decise di andar per mari e di ritornare dopo qualche anno alla Ligier grazie al suo amico Briatore in team di seconda fascia e non allontanandosi mai da ambienti italiani, vedi Forti o Minardi? Perchè Williams o McLaren non fecero di tutto per avere la sua mente brillante a disposizione? Davvero un mistero.
Poteva diventare l'eroe dei due mondi? Bhè Ferrari ha dovuto solo attendere qualche anno per avere un vero condottiero al muretto. Se mettiamo a confronto il palmares di Fiorio con quello di Todt il confronto parla di 18 titoli mondiali contro 17, ma nel carniere del francese come direttore sportivo troviamo 14 allori mondiali tra costruttori e piloti tutti in Ferrari collezionando ben 106 vittorie, due mondiali rally (Sun potrà correggermi), un mondiale endurance e ciliegina sulla torta due Le Mans con Peugeot. Con tutto il rispetto di ciò che ha vinto Fiorio, Todt si è portato a casa quello che conta davvero nel motorsport e che ha ben altro peso.
Io attribuisco a Fiorio solo il merito di aver reso grande la Lancia e di farla diventare un vero vanto dell'industria italiana nel mondo non solo dei motori, ha dato il là per formare una scuderia eccezionale vincendo tutto ciò che c'era da vincere, ma i suoi meriti si fermano lì. Dopo che a fine 88 ha varcato per la prima volta i cancelli di Maranello inizia un altra storia per lui, meno fortunata e vincente, ma senza l'apporto di Prost, Mansell e Berger vorrei vedere con quali piloti si sarebbe poi vantato dei 25 podi e 6 vittorie in due anni e mezzo di permanenza. Ha pensato di apportare lo stesso modus operandi della Lancia in un nuovo gruppo sottovalutando troppi aspetti che il mondo della Formula 1 gli ha posto davanti, in primis una differente e più cinica personalità dei piloti e manager avversari con cui aveva a che fare, regolamenti diversi e situazioni tecniche ben diverse e molto più delicate rispetto alla Lancia. Insomma ha sopravvalutato se stesso sentendosi un leone in una vasca di squali. E ne ha pagato il prezzo, ma soltanto per sue responsabilità o non tenendo conto di alcune conseguenze.
Ma il peggio lo ha dato quando è uscito da questo ambiente. Ha passato gli ultimi vent'anni a recriminare su ciò che non gli è stato dato a mezzo stampa macerandosi di ogni successo ottenuto da Todt in Ferrari in quel posto che magari nel suo ego riteneva gli appartenesse ancora di diritto, lasciandosi andare ad un livore spessò più ingiustificato verso la Ferrari cercando di screditare ogni mossa di mercato fatta dai rossi ritenendo inadatti tutti i piloti passati da Maranello, per criteri oscuri che ha stabilito lui (tranne Alonso e chissà come mai). Il senso del ridicolo lo ha superato con quell'insensata campagna pro Giovinazzi, l'anti Vettel e nuovo Ascari in pectore. Ha espresso giudizi assai poco lusinghieri quando le cose andavano male e restava in uno strano mutismo quando le cose andavano bene in Ferrari, pontificava tanto a favore delle sue simpatie e moltissimo sulle sue antipatie, non conosceva obiettività e i suoi articoli spesso erano lunari, insomma come si poteva da credito a simili interpretazioni? Certo, ovviamente aveva tutto il diritto di esprimersi e di esternare le sue critiche, ma esistono modi di comunicare diversi. Se tutto fosse girato per il verso giusto anche in Formula 1 ci saremmo risparmiati questa patetica e odiosa fase della sua vita.
"A special hello to our dear friend Alain, we all miss you Alain."