da avvocato » 08/06/2018, 13:35
No, io sono di un’opinione diversa da quella espressa da nannimeli, e non credo si possa liquidare "l’affaire Bandini" con un guasto tecnico o al cambio alla sua Ferrari, problema peraltro mai dimostrato, né di cui il pilota ha dato contezza in 81 giri di gara.
Facciamo una premessa: Lorenzo parte in testa ed il vantaggio che si ritrova al termine del primo giro non è per effetto di una maggiore velocità, ma solo per l’uscita di Brabham al Mirabeau che da secondo si gira e rallenta gli inseguitori di Lorenzo in testa.
Bandini per questo si ritrova al termine del primo giro sul traguardo con quasi due secondi di vantaggio che tra la Santa Devota, la salita del Casinò e la curva del Mirabeau ha già eroso, perché alla Vecchia Stazione Bandini è già tallonato da Hulme e Stewart (osservate dalle immagini come Lorenzo affronta la salita verso il Casinò al secondo giro, palese è l’instabilità della Ferrari rispetto agli inseguitori!).
Ho scritto curva della Vecchia Stazione, perché la vera perdita d’olio con i disastri del filler di Brabham si manifesta tangibilmente solo dall’uscita del Tunnel in avanti, con autentiche pozze d’olio in chicane ed al Tabaccaio. Con questo voglio dire che l’olio di Brabham non ha inciso per nulla sulla perdita del vantaggio della Ferrari, avvenuta nel tratto precedente del circuito.
Dopo il Tunnel del secondo giro Lorenzo si scosta visibilmente prima della chicane, è vero, ma lo fa, a mio parere, perché è il primo a vedere la bandiera del commissario, per un riflesso condizionato di insicurezza rispetto alle macchine che lo tallonano e che lui ha già percepito essere come più veloci rispetto alla sua vettura. In più, l’asfalto scivoloso penalizza il suo stile di guida e l’assetto della sua Ferrari.
Ancora: ricordo a tutti che Hulme quel giorno affrontava la curva del Gasometro in derapata e ad una mano. Abbiamo le immagini, osservatele, io non ci avrei mai creduto, nemmeno se me lo avessero giurato, ma le immagini parlano di uno stato di grazia e di una confidenza con la vettura di Hulme quel giorno al limite del memorabile.
Inoltre Stewart, quel giorno era ancora più veloce di Hulme, tanto da superarlo prima del ritiro.
Insomma, a Montecarlo, il 7 maggio, c’erano vetture e piloti più veloci di Lorenzo e della Ferrari. In quelle condizioni di inizio gara questa inferiorità purtroppo si è acuita, con un distacco iniziale che sarebbe stato incolmabile per qualunque pilota.
La prova vera che abbiamo è che Lorenzo mai ha avuto un collasso, se il giro prima dell’incidente fa segnare un 1.30.8 , pari a quello di Hulme.
L’altra prova vera che abbiamo è che dai box Ferrari segnalavano a Lorenzo tempi e distacchi dal primo ben diversi dal vero, così come testimoniato da chi fosse ai box quel giorno. Riporto uno stralcio di quanto mi fu riferito oltre cinque anni fa:
Per noi era sportivamente inaccettabile finire secondi dietro ad un outsider come Hulme, vedere al primo posto il misconosciuto neozelandese che talvolta si rifiutava persino di firmare autografi e di rispondere alle domande dei giornalisti, che sorrideva di rado come un vecchio e con una calvizie già incipiente. Tutto questo ci condizionò perché la sconfitta non poteva essere contemplata, ed insistemmo continuamente, ad ogni giro.
E lo facemmo per di più in un circuito ove segnalare voleva dire prima esporre i cartelli sul dritto che precedeva il Gasometro, e poi gesticolare con il conduttore subito dopo la stessa curva, nel parallelo rettilineo d’arrivo. Che significava riversare sul pilota, per due volte a tornata, ulteriore inquietudine, negatività, avvilimento. Un’insana irrequietudine.
A Lorenzo, nella seconda metà di gara, dai box venne dato espressamente l’ordine di attaccare, attaccare ed attaccare ancora, di puntare al primo posto, aumentandone sempre di più la frustrazione, l’ansia, la propensione all’errore nel punto più delicato della pista.
Ho chiesto personalmente a Margherita Bandini contezza di ciò su un noto social network, e lei sapendo che ci stava leggendo Forghieri mi ha scritto un cortese, ma fermo e a lettere maiuscole “NO COMMENT”. Chiaro, no?
Perché tutto questo è stato occultato per 50 anni ed oltre, e perché anche oggi parlarne è così difficile?
Intanto, perché DS Ferrari quel giorno era un noto giornalista, molto influente, che avrebbe scritto un libercolo abbastanza vergognoso subito dopo i fatti. Ciò influì nella memoria degli eventi in maniera decisiva, perché l’obiettivo (centrato) dell’autore del libro che era anche Direttore Sportivo era quello di distogliere l’attenzione, allontanare le proprie responsabilità dall’incidente.
E poi, per un altro motivo: credo che a tutti sia capitato nella propria vita di avere commesso inconsapevoli azioni che possano avere fatto del male ad altri.
A me è capitato e la mia reazione è quella di essermi creato posteriori giustificazioni che mi hanno condotto in una realtà parallela e virtuale ove queste giustificazioni dimorano felici per tenere fuori dalla porta della mia coscienza il senso della colpa.
Un senso di colpa tangibile, attenuabile solo con la creazione di verità di comodo che addossino ad altri fatti o persone la responsabilità dell’accaduto: ma ogni sera di ogni giorno, il senso della colpa bussa alla porta e chiede conto.
Il testa coda sull’olio di Brabham, il collasso, Graham Hill, il dovere vincere ad ogni costo, gli occhi chiusi in chicane, l’amante bellissima che lo sballava, sono tutte giustificazioni postume per scacciare i sensi della colpa di avere segnalato per due ore il falso e avere contribuito all’incidente.
L’ultimo gesto di Lorenzo fu aprire le braccia davanti al traguardo dell’81° giro.
Che cosa volete da me? Ho fatto il massimo, Hulme me lo segnalate vicino, ma io lo vedo sempre più lontano, che cosa sta succedendo?
Quelle braccia allargate, 51 anni dopo, attendono ancora una risposta.