IL 23 agosto 1987 Didier Pironi, ex pilota di Formula 1, moriva in un incidente nautico, nelle acque dell'isola di Wight, mentre correva una gara del Mondiale Offshore. Aveva 35 anni.
Al di là delle simpatie e antipatie che poteva suscitare, voglio ricordare brevemente la sua carriera, liberandoci un attimo dall'influenza che la morte del nostro grande Gilles può aver avuto nel giudizio su questo pilota.
Pironi, parigino di buona famiglia, come lascia intendere il cognome è di origini italiane, più precisamente friulane. Il padre divenne molto ricco facendo l'imprenditore edile. Didier cominciò la sua carriera nel '73 con le varie formule promozionali appoggiate in grande stile da Elf e Renault, che porteranno a fine anni '70 e inizio anni '80 ad avere in F1 una colonia di piloti francesi molto numerosa.
Dopo qualche anno salì in F2 come compagno di Arnoux nel team di Tico Martini e nel '77 vince a Estoril, ma soprattutto vince il GP di Monaco di F3.
Ken Tyrrell gli apre le porte del suo team e così Pironi debutta in F1 nel '78, ottenendo alcuni piazzamenti e 7 punti alla fine del mondiale.
Nel '79 ottiene 14 punti con due terzi posti in Belgio e al Glen.
Nel 1980 passa alla Ligier a fianco di Laffite. In Belgio parte in prima fila, al via brucia Jones e conduce fino alla fine: è la sua prima vittoria. Alla gara successiva a Monaco fa la pole-position, 54 giri in testa; d'improvviso la macchina sbanda, si saprà poi che è uscita la terza marcia, Didier non riesce a impedire l'impatto con le barriere. A fine anno è buon quinto nel mondiale con 32 punti.
Enzo Ferrari lo nota ammirando in TV "certi suoi accaniti inseguimenti e certe sue tenaci difese: un vero combattente di razza", e lo assume per il 1981 in luogo del rinunciatario Scheckter e a fianco di Villeneuve.
L'81 è un anno difficile per la Ferrari che sta sviluppando il turbo, Gilles ottiene due vittorie "impossibili" a Monaco e in Spagna, mentre Didier ottiene solo alcuni piazzamenti a punti, per un totale di 9 punti.
Nel 1982 la Ferrari è finalmente competitiva, al quarto GP c'è il fattaccio e la contestata vittoria di Imola di Didier ai danni di Gilles ( ne abbiamo parlato tante volte, ora sorvolo ). E poi a Zolder Villeneuve muore, la Ferrari ritira la squadra. A Monaco Pironi è secondo in un finale pirotecnico, a Detroit è terzo. Poi in Canada è in pole, ma al via rimane piantato e il quasi debuttante Paletti si schianta contro la Ferrari riportando ferite mortali.
Dopo un mese c'è l'Olanda, e la Ferrari di Didier domina, portandosi a un solo punto dal capoclassifica Watson. Successivamente a Brands Hatch, Didier è secondo e va in testa al campionato, mentre il suo compagno Tambay, che sostituisce Gilles, è terzo. La Ferrari è ormai affidabile ed è mediamente più che competitiva su tutti i circuiti.
Al Castellet per il GP di Francia, Pironi si può permettere di amministrare e arriva terzo dopo le due Renault, Tambay è quarto.
Adesso Pironi ha 39 punti, Watson è fermo a 30, Prost a 25, Lauda a 24, Rosberg 23, Patrese 19 e Piquet solo 17.
Prost, Patrese e Piquet hanno il turbo, ma hanno auto ancora inaffidabili. Watson, Lauda e Rosberg hanno auto con buoni telai, ma non hanno il turbo. Il mondiale sembra ormai pendere verso la Ferrari e Didier Pironi.
A Hockenheim, Pironi il venerdì fa la pole-position. Il sabato piove, la pole è sua, di mattina esce per provare le gomme da bagnato, ma all'ingresso del Motodrome c'è Daly davanti a lui, il quale si sposta, ma non per far passare Pironi, come Didier pensa, bensì perchè davanti a Daly c'è la Renault di Prost. Pironi tampona Prost e la dinamica è tragicamente simile all'incidente di Zolder. Ci vorranno ben 52 operazioni per salvare le gambe di Didier e ridargli una vita quasi normale.
A fine '82, nonostante 6 gare saltate, è vicecampione a soli 5 punti da Rosberg ( 44 a 39 ).
La F1 è un capitolo chiuso, nonostante la sua speranza di tornare. Si dedica quindi al mondiale offshore, con la stessa passione di quando correva in F1, ma il 23 agosto 1987 un'onda lasciata dalla scia di una petroliera gli sarà fatale.
La sua ultima compagna era incinta e darà poi alla luce due gemelli a cui darà il nome di Gilles e Didier.
Di modi naturalmente gentili, Pironi poteva sembrare freddo e distaccato, ma non lo era. Enzo Ferrari lo conferma: "Arrivato a Maranello nel 1981, si guadagnò la simpatia e la stima di tutti non solo per le sue doti sportive, ma anche per il suo modo di fare riservato e allo stesso tempo comunicativo". Quanto alle doti di guida, Ferrari lo paragona al campione del mondo 1961: "Come Phil Hill, amava le alte velocità e, come pochi, era a suo agio nei curvoni ad ampio raggio dove bisogna tenere giù il piede".