Ho vissuto (purtroppo

) molte stagioni di rally: gli anni che ho più apprezzato sono stati i 60 e i 70. A quell'epoca le corse a ruote coperte si basavano su regole "semplici": i gruppi. Gr. 1,2,3 e 4. I Gr.1 e 2 erano le Turismo meno o più elaborate, mentre i 3 e 4 indicavano le GT con gli stessi gradi di elaborazione.
(Oltre a questi venne inventato un Gr. N che doveva essere per le macchine turismo di serie senza nessuna elaborazione. Si pensava così di ridurre i costi, ma c'era un errore di base che - come spesso accade - non venne "visto" dai legislatori. Per fare un N competitivo si dovevano acquistare, ad esempio, 20/30 pistoni e si montavano i 4 che avevano il peso alla tolleranza minore. Ma questo è un altro discorso).
Tutte le gare a ruote coperte, esclusi ovviamente le Sport e i Prototipi, si correvano con queste specifiche di Gruppi senza distinzione di specialità. Fossero pista, salita o rally.
Per poter partecipare, un modello aveva l'unica necessità di essere prodotto in serie in un numero minimo di esemplari. Non esistevano limiti di cilindrata, di numero o disposizione di cilindri, di alimentazione turbo o aspirata che fosse. Anche il peso non era unificato, ma occorreva rispettare il valore dato dalla Casa in sede di omologazione.
Il privato aveva una grandissima varietà di scelta e, soprattutto, non esitevano tipologie di vetture superiori di base a quella con cui sceglieva di gareggiare.
I percorsi poi, ma tutta la filosofia dei rally, erano strutturati in modo da conferire alla resistenza, all'affidabilità un grande peso sul risultato finale. Insomma delle gare che, se riportate a quelle in pista, erano molto più delle 24 ore che non dei GP.
Oggi si corre con esasperate vetture molto "monomarca" (che raramente hanno un corrispettivo nella produzione di serie), in percorsi che nulla lasciano al senso dell'avventura.
Si sta correndo il Monte e nessuno ne parla. Nemmeno noi

Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)