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Re: I piloti italiani....

MessaggioInviato: 04/10/2009, 19:48
da Norisring
cI SONO TANTI SPUNTI E TANTI SE...E TANTI MA...E COME SEMPRE, RESTANO ACCADEMICO SPUNTO (sorry!) fra noi, per ricordare e riesumare antiche emozioni.

Ha ragione Pedro a sostenere che con altre possibilità(ossia: vettura competitive) forse anche i nostri avrebbero fatto vedere di più, in quegli anni.
C'è qualcuno -non italiano-che ha avuto fortune epiche: nel 1982 quasi Tambay riesce a entrare in lotta per il mondiale e più che la prima metà stagione d'assenza lo penalizzano i due GP saltati, per il mal di schiena.
Scrivo questo per dire che figuriamoci Pironi e Gilles quanti punti avrebbero accumulato, altro che Rosberg.
Eppure fu Kejio Keke che si laureò WC.
Titolo cui arrivò anche Damon Hill, non il più veloce del lotto.
Ma il più concreto in quella stagione, quello sulla macchina giusta al momento giusto.
Scelte terribili, scelte tecniche o di management errate: vedi de Angelis (e Patrese, ma con conseguenze distinte) sulla Brabham sogliola di Murray, un genio ma non in quel caso...Giacomelli non so:grandissimo in F2, ed erano gare spettacolari, con piloti anche di F1,ma lui con la terza Mc Laren non fece cose folli e ci corse sette volte, Gilles con una sola apparizione venne alla ribalta subito...

Teo Fabi era un bel piedino, non so se vi ricordate di Monza 1984...si espresse bene in America, poi...e ancora Nannini, uno tostissimo davvero.

Ma tutti questi nostri piloti forse furono soprattutto abbastanza incostanti, ecco: capaci di belle gare isolate,o di ''treni'' di gare ottime, ma magari seguite da  prestazioni assai vicine al Fisico odierno, insomma....not so fast...

Re: I piloti italiani....

MessaggioInviato: 04/10/2009, 20:03
da DanieleSkywalker
[quote="jerry64"]
[quote="groovestar"]
Patrese invece aveva delle ottime qualità,ma si perse negli anni del progetto Alfa e forse spese troppi anni allla Arrows.
La sua fortuna fu di giungere in Williams nel 1988 e di trovare un manager che riuscì a credere in lui,purtroppo quando la carta d'identità era bella che pesante,tuttavia fece molto bene,togliendosi grandi soddisfazioni senza rubare nulla a nessuno recriminando forse solo il contratto in Benetton...fosse rimasto in Williams sarebbe stato bello e probabilmente l'avremmo visto ancora in F1 fino a metà anni 90,tuttavia la scelta fu sua in quel caso
[/quote]

Beh, io non penso che nel 1993 Riccardo se ne ando' in Benetton per prepararsi un tranquillo autopensionamento (come ad esempio fece Piquet passando in Lotus dopo il suo ultimo mondiale con la Williams): credo invece che con gli avvicendamenti pesanti Mansell-Prost-Senna che erano gia' stati programmati in Williams, spazio per il padovano non ce ne fosse comunque piu', e credo ancora di piu' che Riccardo si aspettasse molte piu' tutele dal team di Briatore: non dico un occhio di riguardo rispetto a Schumacher in quanto italiano (era gia' evidente che Flavio stravedeva solo per il tedesco), ma nemmeno quella specie di "mobbing" a cui mi sembro' di assistere in quella stagione, con Riccardo che mi sembrava completamente ignorato dal management della Benetton.
[/quote]

...a un certo punto ,aggiunsero "Allora,se vuoi, possiamo provare la simulazione di un GP". E lui (Patrese ndr), già un po' inalbertao, replicò  Io dovrei essere a sciare con i miei figli, cosa me ne frega di fare la simulazione della gara? Avete qui il collaudatore, usate lui"


E' uno dei passaggi del libro di Zanardi quando racconta il periodo in cui era collaudatore della Benetton.
Certo nn ne esce un Patrese con il coltello fra i denti pronto a tutto pur di contrastare Schumacher.
Credo che un pilota più che cercare tutele da parte della squadra debba fare di tutto per avere il miglior mezzo a disposizione, e rifiutarsi di testare non è il modo migliore.

Re: I piloti italiani....

MessaggioInviato: 05/10/2009, 12:42
da jerry64
[quote="DanieleSkywalker"]
[quote="jerry64"]
[quote="groovestar"]
Patrese invece aveva delle ottime qualità,ma si perse negli anni del progetto Alfa e forse spese troppi anni allla Arrows.
La sua fortuna fu di giungere in Williams nel 1988 e di trovare un manager che riuscì a credere in lui,purtroppo quando la carta d'identità era bella che pesante,tuttavia fece molto bene,togliendosi grandi soddisfazioni senza rubare nulla a nessuno recriminando forse solo il contratto in Benetton...fosse rimasto in Williams sarebbe stato bello e probabilmente l'avremmo visto ancora in F1 fino a metà anni 90,tuttavia la scelta fu sua in quel caso
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Beh, io non penso che nel 1993 Riccardo se ne ando' in Benetton per prepararsi un tranquillo autopensionamento (come ad esempio fece Piquet passando in Lotus dopo il suo ultimo mondiale con la Williams): credo invece che con gli avvicendamenti pesanti Mansell-Prost-Senna che erano gia' stati programmati in Williams, spazio per il padovano non ce ne fosse comunque piu', e credo ancora di piu' che Riccardo si aspettasse molte piu' tutele dal team di Briatore: non dico un occhio di riguardo rispetto a Schumacher in quanto italiano (era gia' evidente che Flavio stravedeva solo per il tedesco), ma nemmeno quella specie di "mobbing" a cui mi sembro' di assistere in quella stagione, con Riccardo che mi sembrava completamente ignorato dal management della Benetton.
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...a un certo punto ,aggiunsero "Allora,se vuoi, possiamo provare la simulazione di un GP". E lui (Patrese ndr), già un po' inalberato, replicò  Io dovrei essere a sciare con i miei figli, cosa me ne frega di fare la simulazione della gara? Avete qui il collaudatore, usate lui"


E' uno dei passaggi del libro di Zanardi quando racconta il periodo in cui era collaudatore della Benetton.
Certo nn ne esce un Patrese con il coltello fra i denti pronto a tutto pur di contrastare Schumacher.
Credo che un pilota più che cercare tutele da parte della squadra debba fare di tutto per avere il miglior mezzo a disposizione, e rifiutarsi di testare non è il modo migliore.
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Estrapolato cosi', quel passaggio del libro non fa certo onore a Riccardo, ma bisogna anche vedere il contesto e lo svolgimento completo della discussione: se c'e' scritto "gia' un po' inalberato", vuol dire che c'era un battibecco in corso di cui bisognerebbe conoscere la natura ed i toni, ed allora forse si capirebbe meglio perche' Patrese si e' rifiutato di testare.

Certo che se per stare nelle grazie di Briatore bisognava sempre "sottomettersi" a fare tutto quello che gli passava per la testa (compreso - con il senno di poi - andare a sbattere a muro per far vincere la prima guida) Riccardo con il suo caratterino non era proprio il tipo giusto al quale chiedere mutismo e rassegnazione >:(

Re: I piloti italiani....

MessaggioInviato: 14/10/2009, 15:29
da Norisring
Eh sì, questa cosa aveva colpito anche me, leggendo il libro di Zanna.
Scommettiamo che Schumacher,alla sua 17 esima stagione in F1 (perchè Riccardo era alla sua 17esima stagione, iniziò nel 1977...) si sarebbe sparato la simulazione?
Però si è ritirato alla fine della 16esima e...non lo sapremo mai!! :001_tt2: