I piloti italiani....

Discussioni sulla stagione 2009

da Norisring » 29/09/2009, 20:51

Mi fa piacere aver difeso anche la vostra passione verso l'inglese scarsamente pulito (non l'ho visto, ma a mio avviso puzza).
Battute sciocche a parte:Mario Piedone Andretti è italiano e certamente quando la nostra Amabsciata in America gli ha conferito pochi anni fa il massimo ordine di cavaliere di Gran Croce ciò è stato anche ufficialmente sancito.
Ma purtroppo ha corso per gli USA, e senza gli USA sarebbe finito magari nella mia città, con altri profughi istriani e dalmati come lui, in abitazioni che negli anni Novanta erano ancora dette ''dei polesani'' (di Pola, cioè).
(e sempre chiudendo la partenesi dei piloti straniero/italici Regazzoni fu davvero un debuttante eccezionale  e la classifica mondiale del 1970 lo vede in alto, pur con poche gare disputate...)
Sì, Nanni Galli che fu protagonista sullo stradale di Scarperia non seppe sfruttare l'occasione o il materiale non fu all'altezza....e Giunti come Bandini non furono certo fortunati da vivere e mostrare anche loro come molti altri stoffe e difetti, pregi e parabole discendenti.

Quello che mi colpisce sempre è che ad un certo punto, verso la fine degli anni novanta,ci furono masse di italiani al via o fra gli iscritti dei singoli eventi, o di intere stagioni!
Francia 1988, 11 italiani iscritti.Sempre in Francia l'anno dopo, 13 (va beh, c'era Bruno con la Life, ok...)insomma, ci furono annate intere con enormi quantitativi e forse una relativa qualità,chiaramente condizionata dal fatto che molto di rado queste decine di drivers erano schierati dai top team......

circa de Angelis, lo reputo oltre che un vero signore un piede pesantissimo: avrebbe meritato molto di più, veramente. Ricordarlo bene è pensare alla sera del Gp di Imola dell'Ottantacinque. Era primo anche in classifica mondiale, dopo la sua vittoria a tavolino in quel GP, e comandava con 16 punti davanti a Alboreto con 12 , e a Tambay, 10...
''...chi e' stato Flavio Torello Baracchini? ...solo il più micidiale degli Assi dell'aviazione italica nel primo conflitto: Baracca abbattè 34 nemici in tre anni, Torello 31 in sei mesi di volo...''
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da jackyickx » 29/09/2009, 21:28

Nanni Galli mi dava l'impressione di essere molto forte sugli stradali e molto meno in f1.
Andrea De Adamich fece un debutto buonissimo ma fu subito stroncato da un grave incidente
De Angelis per me era almeno pari ad Alboreto e forse anche più forte. La sua sfortuna fu di incappare in Senna in piena ascesa
Modena è la dimostrazione che il talento da solo non basta
Trulli rimarrà un pilota incompiuto, ma di talento a mio avviso ne ha
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da Pedro59 » 30/09/2009, 11:36

[quote="jackyickx"]
Nanni Galli mi dava l'impressione di essere molto forte sugli stradali e molto meno in f1.
Andrea De Adamich fece un debutto buonissimo ma fu subito stroncato da un grave incidente
De Angelis per me era almeno pari ad Alboreto e forse anche più forte. La sua sfortuna fu di incappare in Senna in piena ascesa
Modena è la dimostrazione che il talento da solo non basta
Trulli rimarrà un pilota incompiuto, ma di talento a mio avviso ne ha
[/quote]

Nanni Galli e Ignazio Giunti godono della stessa fama: fortissimi con le ruote coperte, specialmente sugli "stradali" il primo, molto meno competitivi sulle monoposto.
Non sono abbastanza vecchio (ma non mi lamento per questo) per aver vissuto in pieno la loro epopea, però ricordo distintamente che nessuno dei due venne molto aiutato né dalla sorte, nè dalla Ferrari.
Giunti, nel '70, partecipò alla "riffa" per la seconda guida a fianco di Ickx.
Alla fine la spuntò, giustamente (ma sono di parte), il vecchio "piedone" Clay e a Giunti venne concessa una chance come terza macchina a Monza, ma a parte che la monoposto non era all'altezza delle altre due (si disse e si lesse all'epoca) una rottura di qualcosa lo fece fuori molto presto.
Ignazio era al contrario di molti altri poco incline al lamento e accettò di restare fuori dal team di F1, e con le monoposto delle formule minori non credo se la dicesse troppo, ma sulle ruote coperte era davvero un super.
Anche Galli ha la fama di non essere stato molto adatto alle ruote scoperte, ma in questo caso merita fare un approfondimento, perchè in F3 e F2, con la stessa monoposto, insidiava un certo Cevert e, in qualche occasione, non sfigurò a confronto con gente come Rindt e mi sembra persino Stewart.
In F.1. si trovò in condizioni molto lontane dalla competitività in tutte le occasioni che gli furono date.
Infine ha ragione chi (duvel mi sembra...) ha ricordato che se Vittorio Brambilla fosse arrivato prima in F1, forse ora si leggerebbe un'altra storia. Non dimenticherei allora neppure il fratello Ernesto (Tino) che come "piede" non temeva rivali. Entrambi però non avevano l'immagine giusta (gli inglesi li chiamavano "Brambillas the Monza's gorillas"...) e non trovarono nessuno che li sapesse indirizzare. 
   
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da Niki » 30/09/2009, 12:15

Me lo sono chiesto molte volte, non so se il mio dubbio ha colpito anche qualcun altro. Perchè gli italiani non hanno fatto la strada che hanno fatto gli altri piloti? Francesi, inglesi o altro che siano? Quelli che ho visto in diretta, andavano da Regazzoni, Brambilla, Lombardi (nel 1976) in poi.
Secondo me è un fatto di dna. Lo vedo in tutti gli altri sport, non solo nella F1. Basta guardare l'atteggiamento che hanno in campo, in pista, ecc. ecc.
Ed a suffragare questa mia convinzione, ho un esempio che ho potuto toccare con mano. Il figlio di un'amica di mia madre dai tempi della scuola, è stato campione d'Italia di tennis nella categoria juniores, credo, parecchi anni fa. A detta di un'altra persona che per un periodo lo ha allenato, questo ragazzo era un mostro per come giocava.
Che fine ha fatto? Come ha conosciuto il successo, le donne, e tutto quello che riguarda l'ambiente, è sparito dalla circolazione. Non so se è finito a fare il maestro di tennis. Ricordo che ai tempi la madre lo portava in palmo di mano come un novello Borg, poi come un novello Lendl. Probabilmente l'atteggiamento dei genitori verso il figlio, la poca se non pochissima predisposizione a faticare per raggiungere dei risultati, il considerarsi un semidio, hanno fatto si che facesse un flop grande come una casa. E penso che questa storia sia la storia di molti, forse della massa.
Ha ragione Rino Tommasi quando dice che in italia non ci sono più buoni giocatori di tennis perchè non ci sono più raccattapalle. E questo va applicato a tutti gli altri sport.
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da groovestar » 30/09/2009, 12:36

Forse molti non hanno avuto la consistenza mentale per poter competere a livelli in cui la pressione si fa esasperata,roba in cui l'Italiano spesso rischia di cadere(basta vedere le diverse nazionali)malgrado la classe per competere con i migliori esista eccome.

In tempi recenti penso che se Trulli avesse vinto quel maledetto Gp d'Austria con la Prost,la sua storia sarebbe stata differente:un debuttante che corre con quell'autorevolezza con un mezzo così inferiore non si vedeva da molto,ma il motore disse di no e rimase dapprima appiedato,poi per 2 anni parcheggiato con una Prost indecente,capace di un podio al Ring del 99,poi venne la Jordan nel 2000,ma fuori tempo massimo(nonostante prestazioni incredibili).
Molta sfortuna per lui,perchè se in quel 97 avesse vinto,di sicuro avrebbe rivestito un ruolo di primo piano in tutti gli anni 2000.
Tuttavia anche lui non è esente da svarioni e sonnellini,però è indiscutibilmente uno dei piloti più sottovalutati dell'ultimo decennio,se si considera che Ralf Schumacher,Montoya,Barrichello e ora Button,hanno conseguito manciate di vittorie...

Zanardi è un altro esempio di come la pressione,misto alla macchina sbagliata e ad un giovane grintoso,possa sgretolare la fama di piedone e di talento.
E' tornato,ma non è mai stato in grado di imporre una strategia o di comprendere una vettura molto diversa da quella che guidava negli Usa o nel 94,Ralf Schumacher l'ha sovrastato non tanto per le capacità,ma solamente perchè più avvezzo di lui a trovare il bandolo di una matassa che conosceva già da 2 anni,inoltre anche lui incappò in diversi episodi sfortunati che avrebbero potuto prolungare la permanenza in Williams di un altro anno.
Fu un vero peccato perchè ci credevo in lui,ma a conti fatti,Frank fece bene a lasciarlo a piedi,così come Alex forse non aveva più le motivazioni per correre ad un livello che non sentiva suo. Eppure nella sua prima parte di carriera non fece male,con un buon 93 fino a Spa,salvo lasciar sempre il posto a piloti più danarosi:emblematico è l'episodio di Monza dove il Mugen venne montato sulla vettura di Herbert,mentre a Zanardi venne dato il solo contentino di correre in Italia con una vettura spompa,peccato che però con i cavalli dell'altra macchina,avrebbe potuto ottenere la pole e magari salvare la Lotus...

Attualmente invece chi c'è?
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da DanieleSkywalker » 30/09/2009, 14:57

[quote="Niki"]
Me lo sono chiesto molte volte, non so se il mio dubbio ha colpito anche qualcun altro. Perchè gli italiani non hanno fatto la strada che hanno fatto gli altri piloti? Francesi, inglesi o altro che siano? Quelli che ho visto in diretta, andavano da Regazzoni, Brambilla, Lombardi (nel 1976) in poi.
Secondo me è un fatto di dna. Lo vedo in tutti gli altri sport, non solo nella F1. Basta guardare l'atteggiamento che hanno in campo, in pista, ecc. ecc.
Ed a suffragare questa mia convinzione, ho un esempio che ho potuto toccare con mano. Il figlio di un'amica di mia madre dai tempi della scuola, è stato campione d'Italia di tennis nella categoria juniores, credo, parecchi anni fa. A detta di un'altra persona che per un periodo lo ha allenato, questo ragazzo era un mostro per come giocava.
Che fine ha fatto? Come ha conosciuto il successo, le donne, e tutto quello che riguarda l'ambiente, è sparito dalla circolazione. Non so se è finito a fare il maestro di tennis. Ricordo che ai tempi la madre lo portava in palmo di mano come un novello Borg, poi come un novello Lendl. Probabilmente l'atteggiamento dei genitori verso il figlio, la poca se non pochissima predisposizione a faticare per raggiungere dei risultati, il considerarsi un semidio, hanno fatto si che facesse un flop grande come una casa. E penso che questa storia sia la storia di molti, forse della massa.
Ha ragione Rino Tommasi quando dice che in italia non ci sono più buoni giocatori di tennis perchè non ci sono più raccattapalle. E questo va applicato a tutti gli altri sport.
[/quote]

Forse un esempio lampante può essere Aldo Montano. Da sconosciuto ha vinto due ori olimpici, poi dopo con accanto la figa famosa e l'agente al posto dell'allenatore si è sportivamente perso.

Però se si va  vedere negli sport cosidetti "minori" ma che minori non lo sono, ci sono parecchi campioni che riescono a durare nel tempo. Forse è vero che la fama e la notorietà nuocciono agli sportivi italiani.
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da Elio11 » 30/09/2009, 15:41

Piano  piano si sta riprendendo Montano. Mi sembra pure che abbia vinto un titolo a squadre ed un argento individuale, europei o mondiali non so. Però l'esempio fatto calza perchè da quando non si fa più "gossipare" va molto meglio...
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da gelax » 30/09/2009, 17:51

[quote="DanieleSkywalker"]
[quote="Niki"]
Me lo sono chiesto molte volte, non so se il mio dubbio ha colpito anche qualcun altro. Perchè gli italiani non hanno fatto la strada che hanno fatto gli altri piloti? Francesi, inglesi o altro che siano? Quelli che ho visto in diretta, andavano da Regazzoni, Brambilla, Lombardi (nel 1976) in poi.
Secondo me è un fatto di dna. Lo vedo in tutti gli altri sport, non solo nella F1. Basta guardare l'atteggiamento che hanno in campo, in pista, ecc. ecc.
Ed a suffragare questa mia convinzione, ho un esempio che ho potuto toccare con mano. Il figlio di un'amica di mia madre dai tempi della scuola, è stato campione d'Italia di tennis nella categoria juniores, credo, parecchi anni fa. A detta di un'altra persona che per un periodo lo ha allenato, questo ragazzo era un mostro per come giocava.
Che fine ha fatto? Come ha conosciuto il successo, le donne, e tutto quello che riguarda l'ambiente, è sparito dalla circolazione. Non so se è finito a fare il maestro di tennis. Ricordo che ai tempi la madre lo portava in palmo di mano come un novello Borg, poi come un novello Lendl. Probabilmente l'atteggiamento dei genitori verso il figlio, la poca se non pochissima predisposizione a faticare per raggiungere dei risultati, il considerarsi un semidio, hanno fatto si che facesse un flop grande come una casa. E penso che questa storia sia la storia di molti, forse della massa.
Ha ragione Rino Tommasi quando dice che in italia non ci sono più buoni giocatori di tennis perchè non ci sono più raccattapalle. E questo va applicato a tutti gli altri sport.
[/quote]

Forse un esempio lampante può essere Aldo Montano. Da sconosciuto ha vinto due ori olimpici, poi dopo con accanto la figa famosa e l'agente al posto dell'allenatore si è sportivamente perso.

Però se si va  vedere negli sport cosidetti "minori" ma che minori non lo sono, ci sono parecchi campioni che riescono a durare nel tempo. Forse è vero che la fama e la notorietà nuocciono agli sportivi italiani.
[/quote]

devo quotare tutti e due ( azz... anche muiki :cursing: :cursing: :cursing:)

basta vedere come i genitori di un calciatore mongolo che riesce addirittura a tirare un puntone all'eta di 9 anni lo gurdano con il simbolo del $$ negli occhi.
buttano il loro fallimento nella carriera dei figli e li vedono come una miniera per smettere di lavorare.

la frase che piu mi è piaciuta degli ultimi 10 anni di F1 è di Rosberg (quello vero, non quell'obrobrio del padre) che ha detto " non ho bisogno di girare con dietro il paparino....." o qualcosa del genere.....
Scrolla, scrolla pure fin che vuoi, tanto l'ultima goccia va a finire nella mutanda..............
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da jackyickx » 30/09/2009, 18:49

[quote="Pedro59"]


Infine ha ragione chi (duvel mi sembra...) ha ricordato che se Vittorio Brambilla fosse arrivato prima in F1, forse ora si leggerebbe un'altra storia. Non dimenticherei allora neppure il fratello Ernesto (Tino) che come "piede" non temeva rivali. Entrambi però non avevano l'immagine giusta (gli inglesi li chiamavano "Brambillas the Monza's gorillas"...) e non trovarono nessuno che li sapesse indirizzare. 
   
[/quote]
Sono perfettamente d'accordo sui Brambilla. Vittorio era un pilota veloce, spettacolare e coraggiosissimo. In quei tempi si arrivava a volte tardi in F1 (è il caso di Regazzoni, addirittura 31 anni)
Nanni ebbe una sola chance sulla Ferrari che subito gli preferì Merzario, già dal GP successivo. L'avventura con la Tecno non lo aiutò di certo.
Comunque non farei un discorso di condizioni di vita. nelle moto gli italiani sfornano fior di campioni a ripetizione da decenni, e anche nel ciclismo ce la caviamo bene, mentre i francesi non esistono più. Non dimentichiamo che proprio i francesi per vincere un mondiale devono aspettare 35 anni e i tedeschi 44 se non mi sbaglio, eppure la tradizuione era dalla loro parte. Gli inglesi erano comprimari nella Golden Age e poi diventano dominatori. Io penso che in fondo siano questioni di corsi e cicli.
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da groovestar » 30/09/2009, 19:19

Diciamo inoltre che Nico Rosberg è il primo "figlio di..." ad avere un talento indiscutibilmente puro e cristallino.
Certo non ha ancora vinto e,a singapore,deve recriminare a se stesso,ma merita molto di più di quanto ha finora raccolto.
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da Pedro59 » 01/10/2009, 8:14

[quote="jackyickx"]

Sono perfettamente d'accordo sui Brambilla. Vittorio era un pilota veloce, spettacolare e coraggiosissimo. In quei tempi si arrivava a volte tardi in F1 (è il caso di Regazzoni, addirittura 31 anni)
Nanni ebbe una sola chance sulla Ferrari che subito gli preferì Merzario, già dal GP successivo. L'avventura con la Tecno non lo aiutò di certo.
Comunque non farei un discorso di condizioni di vita. nelle moto gli italiani sfornano fior di campioni a ripetizione da decenni, e anche nel ciclismo ce la caviamo bene, mentre i francesi non esistono più. Non dimentichiamo che proprio i francesi per vincere un mondiale devono aspettare 35 anni e i tedeschi 44 se non mi sbaglio, eppure la tradizuione era dalla loro parte. Gli inglesi erano comprimari nella Golden Age e poi diventano dominatori. Io penso che in fondo siano questioni di corsi e cicli.
:)
[/quote]

E', come spesso si dice, un problema di organizzazione.
In Italia, per queste cose, eravamo e siamo molto indietro.
Esempio: la pattuglia francese degli anni '70.
Cevert, Beltoise, Jabouille, Jarier, Depailler, Laffite, Pescarolo, Servoz-Gavin e tutti  quelli che, citando a memoria, sicuramente dimentico.
Dietro di loro c'era un'organizzazione che li selezionava (il "volante Shell"), li aiutava (la Elf prima li introduceva nei top team di F.3 e F.2, poi li piazzava nella Matra o presso il Team Tyrrell) senza contare lo squadrone Matra nei prototipi che riservava molti sedili agli ...indigeni e l'Alpine Renault che faceva da nave-scuola.
Gli inglesi avevano strutture analoghe anche se meno statali e (forse) meno efficienti.
All'epoca gli italiani erano banditi (o al più sopportati) dalla Ferrari, mentre nelle formule minori c'erano solo i fratelli Pederzani che addirittura avevano spesso sponsor stranieri e quindi (è il caso di Cevert il meno "allineato" de piloti dell' armée bleu), per sopravvivere, facevano correre piloti stranieri.
Facciamo degli esempi: talento a parte ( e ci sarebbe da discutere) come avrebbe potuto competere un Brambilla che doveva elemosinare una Dino F.2 ogni tanto, con Jean Pierre Beltoise che aveva alle spalle ...l'Eliseo e la stagione assicurata con la Matra-Elf ed i migliori Cosworth della Formula 2 ? 
Dopo non è che le cose siano andate meglio: la Renault, in F.1, faceva correre Jabouille, Arnoux, Prost mentre nello stesso periodo alla Ferrari c'erano Scheckter, Villeneuve, Reutemann, pilotio certo migliori ma che chiudevano la porta in faccia ai nostri.
Solo l'Alfa fece sperare di "aprire" degli spiragli, ma mancava comunque un percorso di crescita, regnava l'improvvisazione e così è stato sempre e, forse, sarà ancora.
Almeno penso.
Hamilton è un talento naturale, ma ha potuto dimostrare quello che vale perché qualcuno gliene ha dato modo.
Siamo sicuri che Stefano Modena se avesse potuto correre in Ferrari invece che con la Tyrrell Honda non avrebbe avuto una storia diversa.
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da groovestar » 01/10/2009, 9:26

Però siamo sicuri che Hamilton avrebbe trovato spazio SE Montoya fosse rimasto in McLaren con prestazioni accettabili?
Non è che è stato messo in macchina perchè lo si riteneva si promettente,ma poco pericoloso per il loro costoso campione del mondo?
Per me Dennis ha si creduto in quel ragazzo,ma ad un certo punto l'ha messo in macchina sapendo che era un rischio molto calcolato e che,in ogni caso,non poteva fare peggio di un De La Rosa che era sotto contratto,il resto ce lo ha messo il talento di Lewis,la macchina giusta e gli aiuti giusti
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da Pedro59 » 01/10/2009, 11:55

[quote="groovestar"]
(...) il resto ce lo ha messo il talento di Lewis,la macchina giusta e gli aiuti giusti
[/quote]

...che sono quello che è sempre mancato ai nostri.
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da groovestar » 01/10/2009, 12:06

verissimo,però negli ultimi 10 anni,non c'è stato un Lewis Hamilton italiano a cui affidare una macchina,per cui è un problema che parte da lontano.
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da Prinz4L » 02/10/2009, 0:32

Se...se...se...
La storia è ovviamente cosa diversa, questa la mia semplice idea:

Abbiamo splendidi vivai, non solo nel motorismo, ma per motivi che io attribuisco alla gestione della carriera di un qualunque sportivo, se proprio non sbattiamo contro un Campionissimo (Alberto Tomba, Valentino Rossi, Paolo Bettini...) finiamo sempre per avere un nutrito gruppo di felicissimi "piazzati" e stop.  :(

Credo sia un atteggiamento mentale ed educativo che ci perseguita dal momento in cui iniziamo le scuole elementari: valorizziamo sempre e comunque il "bravo", colui che "si distingue"  chi "si applica bene" ma, alla fine, sono tutti eufemismi per evitare di confrontarci con il vero Genio, con il Campione, il Fuoriclasse.
Questi, signori miei, danno fastidio e lo danno soprattutto ai sediaioli delle Federazioni (tutte) che mal tollerano l'idea di un'alternativa a loro stessi e ai loro metodi; professori e allenatori incapaci di evolversi e mettersi in discussione.

Per commentare di uno Sport del quale ormai non me ne frega più niente, un aneddoto di inizi '80.
Selezione al Vicenza Calcio,  in cui un mio compagno di liceo è stato allegramente rimandato a casa perchè "molto bravo, veramente bravissimo ma non fa squadra e non si può utilizzare".   Questo prendeva il pallone dal tuo portiere e lo insaccava nel 7 avversario facendosi tutto il campo da solo e lasciando col kulo per terra metà difesa, ma al suo posto fu preferito un altro (ironia, anch'esso in classe con noi) perchè ligio agli schemi e flessibile nel ruolo.    Sarà!  Dieci anni dopo grazie al Cielo ci è piovuto addosso Roberto Baggio. :)

Quindi, nel concetto comune del vivaio e del manager sportivo, meglio tanti "piazzati" allineati e coperti che un campionissimo fuori dagli schemi, e perciò vai con una sequela di atleti sempre lilì con i primi ma che mai faranno il botto.   Aggiungo che abbiamo colpevolmente  allevato orde di ragazzini viziati che, ancora minorenni, guadagnano più zeri di quanti siano in grado di scriverne!    Vergogna.  :sneaky2:

Tornando alla Formula Uno, negli '80 metà schieramento era composto da piloti italiani  :scared: ma lasciamo perdere il valore di alcuni e le prestazioni delle macchine degli altri.
Siamo tutti in debito con Michele Alboreto, al quale non si può proprio rimproverare di aver perso un'occasione per demerito suo. :'(
Riccardo Patrese avrebbe potuto diventare Campione, a mio avviso, in modo ne più ne meno meritato di Damon Hill.  Purtroppo in quel momento non se ne fece nulla e alla Williams arrivo Coulthard.
Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine. Alcuni dicono che Gilles Villeneuve sia pazzo. Ma io dico: lasciate che provi.
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