Mi fa piacere aver difeso anche la vostra passione verso l'inglese scarsamente pulito (non l'ho visto, ma a mio avviso puzza).
Battute sciocche a parte:Mario Piedone Andretti è italiano e certamente quando la nostra Amabsciata in America gli ha conferito pochi anni fa il massimo ordine di cavaliere di Gran Croce ciò è stato anche ufficialmente sancito.
Ma purtroppo ha corso per gli USA, e senza gli USA sarebbe finito magari nella mia città, con altri profughi istriani e dalmati come lui, in abitazioni che negli anni Novanta erano ancora dette ''dei polesani'' (di Pola, cioè).
(e sempre chiudendo la partenesi dei piloti straniero/italici Regazzoni fu davvero un debuttante eccezionale e la classifica mondiale del 1970 lo vede in alto, pur con poche gare disputate...)
Sì, Nanni Galli che fu protagonista sullo stradale di Scarperia non seppe sfruttare l'occasione o il materiale non fu all'altezza....e Giunti come Bandini non furono certo fortunati da vivere e mostrare anche loro come molti altri stoffe e difetti, pregi e parabole discendenti.
Quello che mi colpisce sempre è che ad un certo punto, verso la fine degli anni novanta,ci furono masse di italiani al via o fra gli iscritti dei singoli eventi, o di intere stagioni!
Francia 1988, 11 italiani iscritti.Sempre in Francia l'anno dopo, 13 (va beh, c'era Bruno con la Life, ok...)insomma, ci furono annate intere con enormi quantitativi e forse una relativa qualità,chiaramente condizionata dal fatto che molto di rado queste decine di drivers erano schierati dai top team......
circa de Angelis, lo reputo oltre che un vero signore un piede pesantissimo: avrebbe meritato molto di più, veramente. Ricordarlo bene è pensare alla sera del Gp di Imola dell'Ottantacinque. Era primo anche in classifica mondiale, dopo la sua vittoria a tavolino in quel GP, e comandava con 16 punti davanti a Alboreto con 12 , e a Tambay, 10...