da 330tr » 26/03/2014, 9:37
Perché le cose non vanno mai come vuoi tu /anzi è più facile cambino ancora di più
Daniele Silvestri, Le strade di Francia, Il Dado, 1996
Imprevisto - Vocabolario on line Treccani.it
imprevisto agg. e s. m. [comp. di in-2 e previsto, part. pass. di prevedere]. –
1. agg. Non previsto, che giunge quindi inaspettato o di sorpresa
Parte 2.
Più che un rombo fu un'esplosione rabbiosa. I bolidi divennero subito proiettili sparati lungo il rettilineo e si sublimarono in follia rumorecolorecaloreodoreluceveloce sconosciuta anche ai Futuristi; in un attimo le macchine sparirono alla vista delle tribune, imboccando la Curva Grande.
Dagli spalti sul rettifilo il colpo d'occhio era maestoso, tutti in piedi a cercare di penetrare con lo sguardo oltre gli alberi del parco, al di là dell'orizzonte.
Subito si sparsero le voci, più veloci dei motori: la Cisitalia ha preso il comando, è in testa. Il fremito d'attesa della folla durò poco. Passati due minuti e spiccioli eccoli di ritorno: la terribile 360 disegnata dal genio tedesco davvero davanti! Poche volte fu udito un urlo così possente, da coprire quasi il frastuono violento deformato dall'effetto doppler. In un istante erano spariti di nuovo, e ancora le voci prendevano il sopravvento: Cisitalia, Alfa, Alfa, Ferrari, Alfa..si ma chi? Chi?? Dicono Rosemeyer dietro a un'incollatura, Fangio poi... Ripassano. Guarda! Ce la fa, sta staccando le Alfa..ora il gruppone è più allungato, ultima una vettura blu che borbotta..lo spettatore crudele ghigna. Hai visto? Era l'Ascari quello, ci da' dentro, eh? Ripassano. Sempre primo! Sta per tentare la fuga...ma cosa vuole fare? Così sforza troppo il motore..deve rallentare! Se va così non dura dieci giri, te lo dico io! Risparmiare il motore? In un circuito dove il pedale del gas deve rimanere incollato alla pedana per buona parte del tempo? Non si fa nemmeno in tempo a bisticciare col vicino di posto, che il rombo dei motori si ripresenta crescente..rieccoli! Vuole staccare tutti! E Ascari? E' lì, terzo!! Caspita, va questa nuova Ferrari vero? E siamo già al decimo giro; eccolo, in tutta la sua splendida solitudine, mentre dietro gli altri tre pretendenti la vittoria anziché tirarsi la scia sembrano ostacolarsi, rallentarsi, scambiandosi posizione più volte..un altro boato quando Ascari passa secondo, e allunga! Un nuovo idolo ormai è nato, urlando tutta la sua voglia di vivere e vincere. Ma la Ferrari quattro litri e mezzo aspirata è ancora fragile, e il pilota sarà costretto a fermarsi e cambiare vettura, scivolando indietro, e perdendo tempo prezioso.
Tempo.
Tutto si cristallizza, il fermento delle prime fasi di gara si coagula in una rumorosa e praticamente bicolore processione rosso/azzurra, sempre uguale a sé stessa. Poche emozioni, ancora..fermate per rifornimenti, ma poco cambia. Wimille, mai in palla, è costretto al ritiro, rinunciando alla sua chance mondiale. Ma il fatto viene completamente ignorato.
Ora siamo a pochi giri dal termine. La corsa ormai sembra esaurirsi, il popolo stregato e appagato non ha occhi che per quel folle volo, per la splendida solitudine del campione, dell'uomo solo al comando; aspetta solo la naturale conclusione della storia, il meritato trionfo a suggello di una vita intera..quand'ecco...ecco...aspetta...ma...cos'è quel fumo? Ma dai..non può essere...dimmi che non è vero
Un automa. Sfiorare il ciglio, raddrizzare, accelerare, frizione. Controsterzo. La 360 Cisitalia Grand Prix strazia i polsi, spella le mani, mostruoso cavallo imbizzarrito le prova tutte per atterrare il proprio fantino, ridotto ad una ossuta maschera di sudore, senza pensieri, solo automatiche azioni calibrate al millimetro, giro dopo giro.
Colpi.
Ma porca...eccolo, eccolo ancora...la potenza va e viene, a strattoni...no...ancora pochi giri...non mi lasciare, non adesso brutta str...
Il vento contro l'orecchio mi stordisce quasi quando mi volto per guardare indietro, a vedere quel fumetto azzurro che scappa via a velocità inaudite..sta perdendo il suo fluido vitale, la macchina di ferro e fiamme borbotta sempre più..mi sta abbandonando...è finita...alzo il piede, cercando almeno di terminare questo giro. Gli altri sono lontanissimi...avessi tirato a morte li avrei staccati di 3 giri, sarei già sul traguardo...ma che vado a pensare...di nuovo queste lacrime maledette ad appannare gli occhiali...
Una litania di improperi scorse nella mente dell'uomo di porcellana, maschera impassibile, ma fragile e già lesionata da centinaia di crepe solo dall'esterno invisibili. Fu allora che si accorse dell'improvviso silenzio. La folla era annichilita. le bandiere e le mani della gente si erano ammainate. Solo migliaia di occhi lucidi ad accompagnare quell'ultimo giro, in un moto d'animo che assomigliava ormai sempre più ad un corteo funebre. Ora persino il motore era ammutolito, e la vettura in folle continuò la sua corsa lungo il rettilineo di ritorno, dietro ai box. L'ultima doppia curva. Ancora in testa. E' finita, pensò, mentre appena sul dritto lo superò velocissima l'urlante Alfa rossa del già canuto quarantenne tedesco.
Lo dovettero estrarre a forza dalla vettura, e con facilità stupefacente, il meccanico lo prese tra le braccia, portandolo a corpo morto lontano dagli occhi arrossati ma sempre affamati del mondo intero.
Era destino, il campione era stato beffardamente sconfitto, ancora, dopo le sue ultime struggenti Mille Miglia; ma, in un futuro molto lontano, si continuerà a tramandare la leggenda di queste sue ultime disperate corse al pari delle sue imprese più grandi.
Fu così, in quel giorno permeato di enormi emozioni, che l'inossidabile Bernd Rosemeyer vinse il suo primo Campionato del Mondo, precedendo Fangio e Wimille.
La Cisitalia svenderà tutto il materiale ad un imprenditore statunitense, che farà fortuna vincendo con la stessa vettura, ma motorizzata finalmente con un propulsore più docile, robusto e affidabile, quattro 500 miglia di Indianapolis consecutive, imponendo così definitivamente al mondo delle corse l'uso del motore posteriore centrale.
Il nostro campione morirà pochi mesi dopo, stremato dalla malattia, ma ancor più dalla sua ultima, infruttuosa, titanica fatica.
Sotto il suo monumento un epitaffio sbiadito reca scritto: "Ad eterno ricordo del più grande corridore che la storia ci abbia donato. Al più funambolico pilota del passato, presente e futuro, al compianto algerino naturalizzato italiano, ad eterno ricordo di Guy Moll, 1910-1950."