da Powerslide » 25/12/2017, 0:46
Natale cadeva di lunedì e Ferrari aveva deciso che il Reparto Corse avrebbe lavorato la domenica di vigilia, ma aveva predisposto due giorni di vacanza per il 25 e il 26
Avrebbe potuto fare il contrario, ma aveva pensato che il 26 è statisticamente meno produttivo a causa delle abbuffate natalizie.
Sogghignò a quell'ennesima furbizia escogitata, si aggiustò gli occhiali sul naso e continuò la lettura del giornale. "Tanto i neopromossi non potevano certo lamentarsi di lavorare quella domenica". Sogghignò ancora poi divenne serio leggendo del disastro ferroviario di Catanzaro del sabato: più di 70 morti per un gancio difettoso." Incredibile ed inammissibile, siamo nel 1961".
Si affacciò a dare uno sguardo in cortile: Forghieri e Dallara lo stavano attraversando a passo svelto parlando animatamente, in fondo prima del muro i cumuli di neve caduti la domenica precedente si stavano trasformando in montagnole di ghiaccio sporco.
- Se non lo dico io a nessuno viene in mente di spalare!! - bofonchiò tra sè.
La mente corse a meno di tre mesi prima: Chiti a bordo della sua Fiat 1100 TV bicolore in due tonalità di verde usciva dalla fabbrica per l'ultima volta. Avrebbe preferito una Giulietta, ma temeva che un'Alfa non sarebbe stata benevolmente accolta a Maranello.
Ferrari sogghignò ancora.
- Speriamo vada tutto per il meglio - pensò tra sè - Non mi si può far scrivere da un avvocato per la Laura. Lo sanno che da cinque anni sta sempre peggio. Lo sanno che da quando Dino ....
S'interruppe di colpo e diede un pugno allo stipite della finestra.
L'anno prima Chiti era entrato in quell'ufficio con aria imbarazzata o almeno così aveva interpretato lui.
- Buongiorno Ferrari.
- Buongiorno ingegnere, dica.
- Per il prossimo anno come sa abbiamo adattato il V6 di 65° al nuovo regolamento di F1 e devo dire che è venuto fuori un ottimo motore.
Ferrari si mostrò compiaciuto.
- Ci stiamo però avvicinando ai 10.000 giri e credo che sarà complicato farlo con quell'apertura di bancate.
Ferrari seguiva interessato.
- I 65° garantiscono un'ottima'aspirazione con i condotti quasi rettilinei ed anche una buona coppia ai regimi bassi ed intermedi. Credo sia per la successione di scoppi ravvicinati che ovviamente non sono uniformemente distribuiti, ma sopra i 9.000 le forze del second'ordine si fanno sentire e s'innescano delle vibrazioni.
Ferrari continuava a fissare il suo interlocutore negli occhi senza staccare lo sguardo.
Chiti proseguì.
- Insieme a Forghieri si è pensato ad un V6 con 120° di apertura ...
- Una bella spesa, pensate sia realmente necessaria?
Il corpulento ingegnere tirò a sè la sedia che aveva d'innanzi e si accomodò appoggiando un gomito sulla scrivania. Quando faceva così, senza chiedere il permesso, era perchè la cosa rivestiva grande importanza.
- Lo so - continuò toccando con l'anulare gli occhiali e avvicinandoli alla fronte - infatti si è pensato a fare le stesse dimensioni interne del 12 3 litri, il 250, così da impiegare le stesse bielle e gli stessi pistoni.
Ferrari lo guardò con aria leggermente dubbiosa
- Ovviamente alleggerendo un po' sia le une che gli altri, ma per lavorazione successiva. Di contro - continuò - non si potranno usare le teste del 65° che comunque andavano rifatte per raddrizzare del tutto i condotti d'aspirazione. L'apertura a 120 adesso lo consente.
"Chissà perchè davanti a me tutti lo chiamano il 65° e non col suo nome: Dino" - pensò Ferrari. Credeva di conoscere la risposta, ma non capiva se gli facesse piacere,dispetto o tristezza.
- D'accordo ingegnere, proceda col nuovo motore. Spero che i risultati ne varranno la pena e la spesa.
E così fu: il 1961 si era concluso con la vittoria della Ferrari e dell'americano. Non diceva o pensava mai a lui come Phil Hill non perchè non gli piacesse, anzi, ma per non confonderlo con l'altro Hill, l'inglese.
- Curioso - pensò - un americano omonimo di un inglese che ha sposato un'americana.
Sogghignò alla coincidenza poi pensò al tedesco, a quello che per lui era il vero candidato al titolo: se n'era andato a Monza portandosi via tanti, troppi spettatori.
Pensieri tristi come per lui erano ormai tristi i Natale.
Una moglie americana, tornò a pensare, non perchè la cosa fosse per lui importante, ma proprio per la parola moglie.
Fargli scrivere da un avvocato mettendo in piazza cose che tutti conoscevano, ma che dovevano restare chiuse tra quelle mura.
- Ma nessuno aveva le palle per dirmelo in faccia? Dirmi in faccia poi che cosa? Che mia moglie è ormai pazza? Lo sanno tutti, ma non deve parlarne nessuno. Nessuno!!!
Si accorse di aver stretto i pugni.
- Faccio un po' tardi e prima di tornare a casa passo da Lina a vedere come sta Piero. - pensò tra sè.
Prese la foto di Dino dalla scrivania e fece come per pulirne il vetro con la manica della giacca. Un groppo gli stringeva la gola come fossero passati cinque giorni e non cinque anni.
- Mi spiace figlio mio se abbiamo dovuto sostituire il tuo motore con uno a 120°, ma lo avresti fatto anche tu. Avresti dovuto farlo anche tu!! - gridò in silenzio mentre una lacrima gli solcava il viso - Ti prometto che il tuo lo useremo ancora tante altre volte, tutte le volte che sarà possibile. Anche sulle gran turismo!!
Era ormai pomeriggio inoltrato e il buio scendeva veloce. Come quel giorno in cui Chiti era uscito per l'ultima volta: si era fermato al sottopasso, era sceso dalla 1100 ed aveva grattato la testa a Buck che, come sempre, gli era corso incontro.
- Scrivere da un avvocato!! - pensò ancora - E allora tutti fuori!! Testoni, orgogliosi!! Vi ho formato io, io ho creduto in voi. Solo uno, solo il Della Casa si è scusato: è corso da mia madre a spiegarle tutto e lei mi ha chiesto di riprenderlo. E io l'ho ripreso, quello stesso giorno. Li avrei ripresi tutti e otto se mi avessero chiesto scusa!!
Infilò il cappotto, percorse il corridoio deserto e uscì in cortile. Si volse verso la palazzina del reparto corse e gettò un'occhiata.
- Andate a casa che è Natale - gridò
Tutti si voltarono restituendo gli auguri, Forghieri e Dallara salutarono e continuarono a discutere indicando controluce un particolare su un lucido.
- Le famiglie vi aspettano, sfaccendati! - continuò
Salì sulla sua 250 2+2 argento scuro e si mise alla guida avendo lasciata la giornata libera all'autista. Diede qualche colpo a vuoto sull'acceleratore, girò la chiave al primo scatto e si mise ad ascoltare la Bendix ticchettare. Quando cessò abbassò la frizione, finì di girare la chiave e sfiorò l'acceleratore: il motore si mise in moto senza un borbottìo. Ferrari sorrise dentro di sè.
Restò un paio di minuti fermo e intanto appoggiò due sacchetti sul sedile del passeggero: un profumo francese per Lisa e un giacchino in camoscio per Piero.
Infilò adagio la prima attento a non grattare il cambio freddo, fece un cenno al custode e si avvicinò alla statale guardando con attenzione da ambo le parti.
- Giotto, l'altro toscanaccio - pensò - e poi dicono che pisani e livornesi non si possono vedere. No, ma il Chiti è di Pistoia, non di Pisa, ecco perchè lui e il Bizzarrini son diventati culo e camicia. Mi hanno lasciato a metà la nuova 250 competizione, devo chiedere a Sergio a che punto è.
Ricominciava a nevicare e i fiocchi si schiacciavano sul vetro mentre i tergi li spazzavano via.
Il ristorante di fronte aveva le luci spente, ma tante lampadine che si accendevano ad intermittenza formavano la scritta "BUON NATALE" e sotto "FELICE 1962" attraverso le vetrate.
- Ancora una settimana e infine si ricomincerà a vivere in modo normale - pensò Ferrari - a lavorare seriamente a tutti gl'impegni che abbiamo.
Poi voltò a sinistra, inserì la seconda, una ruota fece per slittare sull'asfalto freddo e bagnato, ma il Colotti autobloccante la richiamò subito all'ordine.
Le luminarie del ristorante si accendevano e spegnevano occhieggiando nello specchietto:
BUON NATALE
FELICE 1962
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Powerslide il 25/12/2017, 23:43, modificato 1 volta in totale.