Auguri !!!

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da duvel » 31/12/2015, 19:19

un sereno 2016 per tutti voi :handgestures-thumbup:
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da luigi_1111 » 31/12/2015, 22:22

Buona fine e buon inizio a tutti anche da parte mia!
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da sundance76 » 31/12/2015, 22:23

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"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

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da 330tr » 01/01/2016, 12:14

Bellissima!!!
Felice 2016 a tutti!! Auguri!!
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da Powerslide » 01/01/2016, 18:38

Forghieri bussò alla porta che era solo accostata e prima che Ferrari dicesse avanti aveva già buttato dentro la testa con stampato in faccia il sorriso dei giorni migliori.
Quell'anno, il 1967, non era stato certo il migliore per Maranello: iniziato con i trionfi di Daytona e Monza, era precipitato con la tragedia di Montecarlo che sembrava aver tolto la voglia a tutti, persino al Drake. Capitava di rado, ma capitava. Per lui era stato un continuo altalenare tra rassegnazione e rabbia: l'uscita di strada del Professore a Collesano, la sconfitta di Le Mans tra misteri IBM e tattica troppo attendista e poi i risultati in F1 molto inferiori alle attese avevano fatto passare in secondo piano anche il successo nel Mondiale Marche che il Drake avrebbe volentieri barattato con quello della 24 ore per eccellenza. Pagaromo per tutti Lini e Scarfiotti.
Come non bastasse la Federazione aveva deciso, dopo molti tentennamenti, di cambiare il regolamento per le gare di durata, cosa che metteva fuori gioco le P4, ma soprattutto la P5 che già aveva in testa. Quanto sapore acre di sconfitta senza rivincita e quanti pugni tirati alla scrivania.
Restò quindi stupito vedendo il sorriso di Forghieri e solo perchè lo conosceva troppo bene non lo considerò fuori luogo: era il sintomo del genio a lavoro.
- Che c'è Mauro, troppo felice perchè il prossimo anno dovrai lavorare solo sulla F1?
Il tipico temporale di fine estate si era da poco placato e dalla finestra socchiusa entrava l'odore dell'asfalto bollente quando è bagnato. Per un puro caso piaceva a tutti e due.
- No, ma son venuto a parlare proprio dell'endurance.
- E allora? - disse il Drake togliendo gli occhiali e rimettendo il cappuccio alla stilo.
- Ecco, il regolamento dice Sport fino a 5 litri .....
- E noi non abbiamo nè il tempo nè i soldi per costruirne 25 - l'interruppe il capo.
- Ma noi abbiamo una Sport che corre nella categoria fino a 5000 - incalzò Furia
Ferrari sollevò il capo aggrottando la fronte, si passò pollice e indice della sinistra sulla sella del naso, puntando quello della destra contro il suo ingegnere:
- Non nominarla neanche! - sbuffò - Di quella non voglio più sentire nemmeno il nome!!! - e i decibel salirono e salirono.
- Perchè?
- Come perchè! Ma non ricordi quanto abbiamo - s'interruppe un attimo - quanto ho sofferto per quella?
- Bene, forse è arrivato il momento del riscatto! - disse Forghieri tutto d'un fiato.
Approfittando di un accesso di tosse nervosa del capo, aggiunse:
- Saremo certamente competitivi, la potenza non deve preoccupare. Ford ha portato la cilindrata della GT40 da 4200 a 4700 e si dice che saranno dei 5000 il prossimo anno e nessuno ha potuto dire nulla perchè l'architettura del motore è rimasta invariata. Bene, noi prendiamo il 365 della P di due anni fa, gli mettiamo la 48 valvole del F1, Bussi la sta già adattando, e andiamo certamente a sfiorare i 500 CV, 495 per l'esattezza dai calcoli.
- Cosa vuol dire che Bussi la sta già adattando? - riuscì a bofonchiare il Vecchio tra un colpo di tosse e l'altro.
Forghieri non sentì o fece finta di non sentire, continuando spedito il discorso.
- Il telaio lo abbiamo irrobustito con fibra di vetro, sai come sulla 350 - ghignò e aggiunse - Almeno quella mania di Chris per la Can-Am a qualcosa è servita.
- Cosa significa l'abbiamo irrobustito? - urlò Ferrari con tutto il fiato che aveva in gola.
Il tono era così alto che anche Olga, la segretaria nella stanza accanto, potè chiaramente sentire.
Come se avesse capito, il Drake, pur lasciando il tono di voce inalterato, passò immediatamente a un più distaccato lei.
- Ingegnere, mi vuole spiegare cosa ha combinato alle mie spalle?
Lui si accorse subito del cambiamento e tutta la verve sparì di colpo. Si schiarì la voce e passò una mano sulla bocca.
- Ho messo insieme una piccola squadra: Bussi per le testate e cinque operai guidati dall'ing. Scardìa.
- Per fare cosa? - ma già temeva di conoscere la risposta.
- Per modificare la 250 LM e farla correre il prossimo anno contro GT40 e 908.
- Non voglio sentire quel nome !!!!! L'avevo già detto !!!! A che punto siete?
- Abbiamo preso un telaio di scorta che era abbandonato qui e adeguato un motore di una 365, anche quello qui a non far nulla. Non è stata spesa alcuna cifra astron .......
- A che punto sieteeeeeeeeeeee!!!!
- Il prototipo è marciante, manca solo d'affinarlo.
- Ma come avete potuto, come avete potuto farmi questo! Qui, da me, di nascosto!!!! Perchè?
- Non c'era nessuna malafede, si pensava di fare una sorpresa. Comunque mi assumo tutte le responsabilità, gli altri eseguivano ciò che ordinavo.
Ferrari aveva poggiato gli occhiali sulla scrivania ed ora teneva le mani sulla fronte e scuoteva la testa. Si sentiva tradito, voleva credere a Forghieri, ma sentiva la collera salire ad ondate.
- Vuole vederla? - azzardò l'altro
- Mai - ringhiò il Vecchio - Mai!!! Non è una mia macchina!!!
Riprese un attimo fiato e continuò:
- Ma dove l'avete fatta per tenerla nascosta?
Mauro si sentì un po' in colpa. Un bel po':
- Nel capannone dietro alla verniciatura.
- Ci sono passato due giorni fa: non c'era nulla.
- Sotto, nel bunker.
Chi è perchè avesse fatto cominciare quella costruzione era un piccolo mistero a Maranello, fatto sta che prima della guerra, la seconda, non c'era e dopo sì. Una vasca in cemento armato di 20 metri per lato e profonda 7, le cui mura finivano a filo del terreno senza alcuna copertura. All'inizio si trovava fuori dal perimetro dello stabilimento e Ferrari acquistò per due soldi l'appezzamento che la conteneva non potendo più essere riconvertito a terreno agricolo, nè il manufatto incompiuto essere usato come fondamenta per uno stabile di più di un piano. Era solo una gigantesca vasca di raccolta d'acqua piovana che presto imputridiva.
Svuotata e bonificata, venne dotata di una soletta atta a sostenere un capannone. Per poter sfruttare anche la cubatura interrata venne dotata ad uno dei quattro angoli un grande montacarichi di 5 metri per 3 e, nell'angolo opposto, di una scala in mattoni larga meno di due metri con muro di contenimento per tutta la discesa, compresa la porzione che spuntava fuori terra.
Nei restanti due angoli erano presenti delle grate che attravarsavano la soletta, per poi continuare con dei condotti in lamiera zincata che, passato il muro del capannone, sfogavano all'esterno a circa un metro d'altezza, protetti da ampie palpebre.
Ferrari era ancora con le mani sul viso:
- Ma come ti è venuto in mente? Come hai potuto!
Forghieri rimase muto e l'altro continuò:
- E poi coinvolgere quel ragazzino di Scardìa. Per quel poco che ho visto in questi mesi, prometteva bene, Cos'è, cominciavi ad essere geloso?
- Ho già detto che mi assumo io ogni responsabilità, gli altri non c'entrano nulla. - disse con tono risoluto - Se debbono esserci conseguenze siano solo per me! - attese un atttimo e aggiunse:
- Se vuoi dò subito le dimissioni.
Il Drake rimise gli occhiali, sollevò una mano, ma in quel momento squillò il cicalino dell'interno. Era Olga:
- E' la Fiat. Commendatore, vogliono metterla in contatto con l'avvocato Agnelli. Cosa debbo rispondere?
- Passi la chiamata.
- Aspetta pure qui fuori, ti faccio richiamare.
Forghieri uscì e rimase ad aspettare tra il corridoio e l'ufficio di Olga.
- Giornata calda, ingegnere - fece lei con fare gentile per farlo sentire meno solo.
- Un po' più del solito - leggera esitazione - solo che stavolta credo abbia ragione - aggiunse con un sorriso triste.
Ferrari stava con la cornetta all'orecchio e il dito sul pulsante, Attese sette squilli prima di premerlo.
- Ferrari - disse con tono asciutto.
- Commendatore, le passo l'avvocato Agnelli - rispose una voce maschile monocorde.
Attese dieci squilli quando infine la voce irruppe:
- Carissimo Ferrari - inconfondibile per le tante erre che già aveva pronunciato - Come sta?
- Bene, benissimo Avvocato e lei ?
- Mi chiedevo cosa prevede per la prossima stagione.
- L'importante è che sia migliore di questa in tutti i sensi.
- Mi hanno detto che la Ferrari non si cimenterà nelle gare di durata. Lo conferma?
Ferrari lasciò passare qualche secondo.
- Vede Avvocato, la Federazione ha fatto di tutto per metterci i bastoni tra le ruote. Sanno perfettamente che non disponiamo delle risorse finanziare per approntare una produzione di 25 vetture Sport, nè il tempo per un prototipo 3000 che poi ci costerebbe 50-70 milioni senza alcuna garanzia di essere competitivo.
- Quindi niente rivincita a Le Mans.
- Sono il primo ad esserne dispiaciuto, pensi che avevo anche preso in considerazione di partecipare con delle 250 LM portate a 4400 - lascò che l'altro mettesse a fuoco - e lei sa quanto mi costi e non parlo di soldi. Forghieri, Bussi e Scardìa avevano già pronto un prorotipo marciante, ma poi ho deciso di non darla vinta a quelli di Parigi: si facciano il loro campionato senza la Ferrari e vedremo che seguito avranno.
- La capisco Commendatore, anche se le confesso che resto dispiaciuto, l'avventura di Le Mans mi ha sempre affascinato e ancor di più da quando gareggiano le sue macchine.
- Avvocato, un rimedio ci sarebbe: una bella sovvenzione e metto subito in produzione 25 Sport. - ghignò il Drake - e sono anche disposto a far scrivere Fiat sulla carrozzeria tra i partner tecnici.
L'aveva detto tra il serio e il faceto. Sotto sotto ci sperava.
- Ferrari, lei lo sa come la penso in merito e prima o poi dovremmo sederci attorno a un tavolo e parlarne.
- Forse arriverà anche quel momento, ogni cosa a suo tempo.
La conversazione andò avanti ancora un paio di minuti, tra ringraziamenti e convenevoli.
Ferrari guardò la cornetta ormai muta, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto accettare le offerte di Torino, ma il pensarci lo rattristava pur tentando di concentrarsi sugli aspetti positivi e ignorando gli altri che pur sapeva si sarebbero presentati.
Premette l'interfono:
- Olga, vede l'ingegner Forghieri?
- Sì Commendatore è qui fuori.
- Gli dica di attendere ancora e intanto mi porti le fatture di Vaccari degli ultimi due mesi.
La segretaria bussò dopo qualche istante con una cartelletta in mano.
- Dia pure e fra cinque minuti lo faccia entrare.
Dopo cinque minuti Forghieri bussò e attese la risposta prima di abbassare la maniglia. Si avvicinò alla scrivania rimanendo in piedi.
Ferrari gli indicò col mento la sedia, non perchè volesse mettrelo a suo agio, ma solo perchè detestava parlare guardando l'interlocutore dal basso verso l'alto. Forghieri sedette e vide davanti a lui la fattura del telaista: 2.174.000 lire per un telaio 250 LM ex novo.
Ferrari la spostava velocemente tamburellando su di essa come un pianista e sbuffando adagio.
- Cosa stavi dicendo quando siamo stati interrotti?
- Che sono pronto a dare le dimissioni.
- Lascia da parte quello che sai e vedi di approntare una F1 più competitiva per la prossima stagione. Bisogna approfittare della presenza di un solo obiettivo. Non è quello che volevi anche tu? Poi nei ritagli di tempo prendi un telaio della P4 e montaci un motore della 312, ma non è per la prossima stagione, è per il 1969. Non sarai tu ad occuparti del progetto definitivo a dello sviluppo, il prossimo anno ti occuperai solo di F1 e nel '69 neppure di quella: ti dedicherai al progetto di un nuovo motore. Il V12 che abbiamo ha fatto il suo tempo e lo ha fatto da un po'. Comincia a pensarlo già da ora.
- E' una punizione?
- Assolutamente. La Ferrari ha sempre fatto la storia con i suoi motori e tu sei l'unico che può crearne uno nuovo a livello della tradizione. Considera casomai il tutto come un premio non meritato.
- Posso sapere chi si occuperà del prototipo 3 litri ?
- Caliri - poi prese la stilografica e l'agenda, segno inconfutabile che il colloquio era terminato.
Attese che la porta fosse chiusa e prese il telefono:
- Olga, rintracci l'ing. Scardìa e lo faccia venire da me.

Niccolò Scardìa era nato a Castiglione di Sicilia, anzi nella frazione di Mitogio, un minuscolo paesino nella valle dell'Alcantara che nel '44 non arrivava a 100 anime. Certo è che i suoi genitori, approfittando di una breve licenza del padre, festeggiarono lo sbarco alleato come fosse la fine della guerra, non sapendo che il peggio doveva ancora venire . Fattostà che dopo 9 mesi, anzi non più di 8 e mezzo, Niccolò atterrò su questo mondo. Vi era arrivato già orfano di padre essendo questi stato fucilato in un paesino della Toscana, non si capì bene da chi e perchè. C'era molta confusione in quegli anni.
Prima di averne compiuti sei, venne lasciato anche dalla madre spazzata via da una brutte tosse. Fu così affidato a Carmelo Spartà, il fratello della mamma, che viveva a Roma con la moglie ed era senza figli ovviamente per colpa di lei, come lui da sempre sosteneva con fare rassegnato e compassionevole.
Lo zio si accorse subito che dietro agli occhi neri sempre tristi del ragazzino si nascondevano capacità fuori dal comune e per rendere la vita facile al nipote lo iscrisse da subito in un istituto specializzato in recuperi degli anni scolastici persi. Non avendoli lui persi, si trovò con un anno di vantaggio. Identica cosa accadde per il secondo e terzo anno del liceo scientifico e gli anni di vantaggio divennero due.
La grande passione di Niccolò erano le automobili e l'aver assistito più e più volte al passaggio della 1000 Miglia aveva contribuito ad alimentare il fiuoco che già bruciava in lui.
D'estate passava almeno un paio di settimane in Sicilia nel suo paese natale. Aveva 16 anni quando provando la Vespa 150 GS del suo amico Tano per la discesa da Castiglione a Mitogio, frenò sul brecciolino per evitare un gatto e volò nel dirupo. La gamba sinistra ne risultò per sempre offesa e una zoppìa lo accompagnò per il resto della vita. Però evitò il servizio militare e quando si laureò a 22 anni appena compiuti era già pronto per il mondo del lavoro. La sua tesi sulle vibrazioni delle molle richiamo valvole aveva suscitato un certo interesse nella commissione d'esame, vista la difficoltà e l'aridità dell'agomento. Il rettore Antonio Bellani, forse perchè convinto di suo, forse perchè amico dello zio Carmelo, lo propose alle case automobilistiche italiane, Ferrari compresa e proprio da Maranello arrivò la chiamata. Dopo due colloqui con il rag. Ettore Buffa, capo del personale, Niccolò fu assunto. Era mercoledì 1° febbraio 1967 il giorno in cui varcò l'ingresso per la prima volta da dipendente. Ricordava l'emozione e le gambe che tremavano, la stessa emozione che provava adesso, convocato per la prima volta dal Grande Capo.
Quando gli dissero che doveva recarsi immediatamente da Ferrari pensò prima ad uno scherzo dei colleghi, quando capì che scherzo non era si sentì il cuore in gola e le gambe molli.
Istintivamente fece caso al suo aspetto, a come era vestito. Pantaloni blu scuro, una giacca sfoderata di lino crue sopra ad una camicia azzurra a maniche corte e una cravatta blu. Le scarpe erano dei mocassini da barca anche loro blu. Poteva andare. Passando davanti ad una porta a vetri che faceva specchio si guardò la barba completa ma cortissima e diede un'aggiustata ai capelli neri e fini, piuttosto lunghi, che incorniciavano il viso magro ravvivato dagli occhi neri e penetranti.

Olga l'osservò con un'espressione che lui non riuscì a decifrare e mentrre stava pe raprire bocca lei lo anticipò con un: "Buongiorno ingegnere, la annuncio."
- Commendatore, è arrivato l'ing. Scardìa - poi riattaccò la cornetta - Si accomodi pure lì - aggiunse indicando un paio di sedie nell'anticamera.
Erano da poco passate le 11.
Poi arrivò mezzogiorno e poi la una. Niccolò da dove era seduto riusciva a vedere la porta dell'ufficio di Ferrari e si chiedeva se ci fosse un'altra uscita da cui potesse essersene andato non visto. Gli pesava anche il tempo passato senza poter fumare e solo il nervoso che cresceva non gli faceva sentire i morsi della fame. Sporse lo sguardo ancora verso la porta e poi lo riportò su Olga con aria interrogativa.
- Non si preoccupi, il Commendatore è ancora in ufficio - disse lei intuendo il suo pensiero.
Poco dopo rispose al telefono e quando lui quasi non sperava più gli disse che poteva entrare.
Bussò, attese una manciata di secondi, poi non udendo nulla socchiuse la porta chedendo permesso.
- Venga ingegnere
Lui entrò adagio e rimase stupito vedendo la scrivania vuota. Volse lo sguardo a sinistra e lo vide: era in piedi quasi di spalle e stava appoggiato ad un grande tavolo circondato da sedie. Guardava l'ampio armadio a vetri in cui erano costuditi in bella mostra i pezzi che lo avevano tradito. Niccolò ne aveva sentito parlare, ma era la prima volta che lo vedeva con i suoi occhi. Sentì l'emozione crescere accompagnata dalla pelle d'oca.
- Buongiorno Commendatore - e la voce gli uscì un po' impastata.
- Buongiorno ingegnere - fece lui voltandosi - Vede a volte sono i pezzi, i particolari che non ti aspetti quelli che tradiscono.
- Ho fatto qualcosa di male, Commendatore ?
- Perchè dice così ?
- Perchè sennò non mi avrebbe fatto attendere più di due ore.
- Pensa non avessi nulla più importante da fare ?
- Penso di aver combinato qualche guaio e le chiedo scusa benchè non sappia quale.
Ferrari era stupito dalla piega che stava prendendo la faccenda, stupito ma anche ammirato che il ragazzino gli tenesse testa pur dimostrando un grande rispetto.
- So che sta lavorando con l'ingegner Forghieri alla modifica di una 250 LM
- Sì, è vero - disse lui con gli occhi che s'illuminavano
- E cosa ne pensa ?
- In che senso ?
- Pensa che potrebbe essere competitiva?
- Certo, è bellissima!
- Bella è una macchina che vince.
- Nel '65 mi ha dato una gioia incredibile! - mentre un largo sorriso gl'illuminava il volto
- Lasci stare per favore! Vorrei non fosse mai esistita!
- Ma non è stata una soddisfazione veder vincere una sua vettura addirittura nata come GT ?
- Appunto, a dimostrazione che tanto GT non era - fece lui con tanto sarcasmo nella voce - Così, quasi a voler dar credito ai miei detrattori, a quelli che mi accusavano di essere un imbroglione, di aver messo il tettuccio a un prototipo spacciandolo per una gran turismo. Loro non sanno che tutte le berlinette Ferrari sono dei prototipi nate per la pista e addomesticate per la strada, E poi cosa sarebbe cambiato se ne avessimo costruite 100? Solo una questione di soldi, ma cosa sarebbe cambiato nello spirito? Fanno i regolamenti e non sanno neppure di cosa stanno parlando, buoni solo a pasteggiare champagne tra Parigi e Ginevra. Buoni solo a mangiar soldi: quelli degli altri.
Niccolò lo ascoltava rapito e stupito da uno sfogo tanto sincero con uno sconosciuto. Capì che Ferrari non aveva ancora finito e tacque.
E infatti il Vecchio era ben lungi dall'aver finito.
- E poi perchè dovrei esser felice per il 1965? Felice di vedere tutte le mie ufficiali fermarsi ad una ad una?
- Una partita di dischi fallata .....
- Ah sì certo! E delle batterie, delle frizioni cotte, dei cambi triturati, delle guarnizioni delle teste cosa mi dice? Facile e comodo pararsi dietro ad una partita di dischi nati male. E questo alle mie macchine non può accadere, non deve! Possono cedere se è richiesto loro il massimo sforzo, se devono immolarsi per sconfiggere il nemico, se debbono sacrificarsi per la causa! Non se stanno andando a spasso di conserva col nemico già sconfitto!
Niccolò stava per aprir bocca, ma Ferrari lo spiazzò:
- Sapeva ingegnere che io non ero stato informato della vostra iniziativa?
- Sì, certo. L'ing. Forghieri mi aveva raccomandato di non far trapelare la cosa. Voleva farle una sorpresa, aveva detto.
- E lei cosa pensa, che idea s'è fatto?
Il ragazzo lasciò passare qualche secondo scegliendo le parole:
- Credo di aver capito in questi pochi mesi che molte persone che lavorano qui le vogliano bene. Credo però che un'atmosfera troppo rilassata e buonista possa a volte essere in contrasto con i compiti che ci viene chiesto di svolgere.
Ferrari aggrottò la fronte trattenendo lo stupore:
- Si era preparato la risposta?
- No
- Bene. Da domani lei lavora al reparto Gran Turismo
Niccolò dissimulò male la sua delusione:
- Non potrò occuparmi più di competizioni?
- Se ce ne sarà l'occasione lo farà con l'ing. Caliri
In quel momento bussarono alla porta e Gozzi si affacciò.
- Arrivo subito - fece Ferrari e aggiunse rivolto al ragazzo - Buon lavoro ingegnere e se ha ancora fame, buon appetito.

Niccolò uscì, la stanza della segretaria era vuota. Percorse il corridoio ed arrivò al cortile, voltò a destra verso la mensa. A metà strada incrociò un Forghieri scuro in volto.
- Ti ha convocato ?
- Sì
- Guai?
- Passo alle GT di produzione.
- Mi spiace è solo colpa mia.
- Non si preoccupi ingegnere è stata la più bella esperienza che abbia mai vissuto. Ne è valsa la pena.
- Adesso mi sente!
- Le ripeto: lasci stare e non si senta in colpa
Quando arrivò alla mensa lo stanzone era ormai semivuoto. Chiese cosa fosse rimasto e gli venne offerto un piatto di pasta corta con sugo di pomodoro e faglioli. Bevve della minerale gasata, chiuse con un caffè ed uscì in cortile a gustarsi una sigaretta.
Il cielo era di nuovo azzurro e il solo picchiava. Cominciò a pensare. Fin lì la sua vita era stata costellata di eventi negativi, anche tragici, che alla fine gli avevano aperto nuove opportunità. In questo caso non v'era nulla di tragico, ma non era detto che non ne potesse scaturire qualcosa di buono.
Tornò nell'ufficio che divideva con un perito elettronico e tre disegnatori, lo guardarono tutti con sguardi interrogativi finchè Raffaele, il perito, non chiese come era andata col Capo. Lo chiese a bassa voce perchè gli occhi di Niccolò non lasciavano presagire nulla di buono.
- Mi spostano alla produzione di serie - disse lui con imbarazzo.
Nessuno si azzardò a chiedere il perchè, ma tutti espressero il loro dispiacere.
Lui raccolse da terra uno scatolone della Bendix e vi buttò dentro una stilografica, una boccetta d'inchiostro, un paio di matite in metallo, una confezione di mine estraibili, un regolo calcolatore lungo mezzo metro e un pistone grippato facente funzioni di posacenere.
- Forza ragazzi, non vado davanti al plotone d'esecuziome! Fatevi coraggio anche se so che non sarà facile andare avanti senza di me. - ma il viso era triste e tutti lo salutarono con sincero affetto.
Si recò dal rag. Buffa.
- Il Commendatore mi ha spostato ....
- Venga ingegnere, l'attendevo.
Attraversarono tutto il cortile ed entrarono nella seconda palazzina a destra. Buffa fece strada lungo il corridoio gettando lo sguardo dentro gli uffici. Si fermò al penultimo.
- Ah Guglielminetti eccola!
- Salve ragioniere, qual buon vento.
- Le porto dei rinforzi di prima scelta - poi passando un braccio intorno alla vita del profugo, aggiunse - Le presento l'ing. NIccolò Scardìa da oggi alle sue dipendenze.
Lui si sentiva molto goffo con lo scatolone in braccio e il regolo che oscillava qua e là sembrando sempre sul punto di cadere.
- Salve ingegnere, sono Alfonso Guglielminetti, uno dei responsabili dei progetti vetture di serie - disse con fare molto affabile.
- Niccolò Scardìa, molto piacere di conoscerla - e così dicendo si stupì che pur in un contesto chiuso, era veramente la prima volta che lo incontrava. Forse la Ferrari era più grande di come l'immaginava o forse aveva passato quei pochi mesi frequentando una cerchia troppo ristretta.
Subito dopo Buffa si congedò avendo esaurito il suo compito.
- Appoggi pure in un angolo le sue cose, ingegnere - disse Guglielminetti - che intanto le presento una persona.
Solo allora Niccolò si accorse che la poltrona ad alto schianele difronte alla scrivania era occupata.
Si alzò un giovane sulla trentina vestito in modo molto elegante. Castano, lo sguardo sveglio, forse un po' snob ma nel complesso simpatico a primo impatto.
- Le presento l'ingegner Leonardo Fioravanti della Pininfarina - un attimo d'esitazione - Scusi ingegnere, non ho ancora memorizzato il suo nome ....
- Niccolò Scardìa - fece lui tendendo la mano. La stetta fu più vigorosa di quanto si aspettasse. - E' un piacere e mi scusi se in un primo momento non l'ho vista: era nascosto dallo schienale ed oggi ho avuto una giornata piuttosto movimentata. Vi lascio continuare - aggiunse con un sorriso e fece per uscire in corridoio.
- No, no, Scardìa, appoggi la scatola e si segga con noi. da domani questi saranno problemi anche suoi. - poi si rivolse al giovane disegner della Pininfarina.
- Dunque Fioravanti, abbiamo 'sto problema, come pensate di ovviare?
- Sì, ci siamo accorti anche noi che non prende tutti i giri in quinta, ma personalmente considero impossibile che dipenda dalla penetrazione aerodinamica - e così dicendo prese da una cartelletta delle foto di una Dino 206 con la carrozzeria costellata di fili di lana lunghi una decina di centrimetri che erano stati incollati per un'estremità.
Niccolò aveva sentito parlare di questo modello e più di una volta gli era capitato di vederlo, opportunamente camuffato, entrare e uscire dallo stabilimento. Nel frattempo Fioravanti continuava la sua disamina:
- Gli abbiamo dato una linea di muso molto morbida a differenza della LM - Niccolò non potè evitare una smorfia - la sezione frontale è relativamente contenuta. Possiamo provare a carenare i fari, ma da altre esperienze abbiamo visto che è una strada che non porta miglioramenti.
- Forse respira male.
Tutti e due si volsero verso Niccolò che aveva partato quasi sovrappensiero.
- Forse il motore respira male, può darsi che oltre una certa velocità l'aria caviti nei condotti che portano ai carburatori.
Fioravanti fu il primo a parlare:
- E' certamente così: nella preserie col motore longitudinale non c'era questo problema, eppure la forma della fiancata e la presa d'aria sono identiche.
- Avete solo una presa d'aria o tutt'e due?
- No, solo quella lato guida, l'altra è di raffreddamento.
- Noi di là abbiamo un flussometro, basta piazzarlo nel condotto e vedere se ad una certa velocità c'è una caduta di pressione.
- Veramente questo è un compito che toccerebbe a loro - disse Guglielminetti.
- Scusi mi son lasciato trasportare - fece Niccolò con aria contrita.
- Dottore, non interrompa il suo ingegnere che mi è particolarmente simpatico - si affrettò a dire Fioravanti con aria divertita. ma compiaciuta.
Fu così che trascorse la prima mezza giornata al reparto produzione e Niccolò capì che anche quel settore riservava lati positivi e alla fine si sentì sollevato.
Uscendo si trovò a passare a fianco del vecchio reparto verniciatura. Costeggiò fino al capannonne successivo, entrò e si diresse verso la scala che scendeva al bunker. La porta non era chiusa. Cercò l'interruttore, lo trovò e subito sentì il rumore delle due ventole d'areazione che provvedevano al ricambio d'aria, attese che i neon si stabilizzassero e cominciò a scendere per quella scala larga ma ripida. Si accorse di essere emozionato e la cosa l'infastidì.
Arrivato in fondo attese un attimo prima di girare l'angolo e di avere la visione completa dello stanzone interrato.
Si volse quasi di scatto e guardò. Nulla, non vi era assolutamente nulla: solo un banco da lavoro e polvere sull'impiantito in cemento.
Nulla poteva far pensare che lì si fosse costruita una LM modificata: oltre a lei erano sparite tutte le attrezzature.
Risalì con un gran senso di delusione e decise di non pensarci più.


- Che storia strana mi ha raccontato, ingegnere! - esclamò Vincenzo Capella che era rimasto un'ora ad ascoltarlo senza fumare.
Niccolò sorrise continuando a grattare la testa a Wolf che si era seduto accanto a lui posandogli il muso sulla gamba.
Era andato in pensione 5 anni prima, ma tutti i primi dell'anno passava a fare una visita al luogo che aveva rappresentato tutta la sua vita.
- E la macchina che fine ha fatto ? - chiese il custode con curiosità.
- E' stata smontata e telaio e motore sono stati passati ai ricambi per vetture clienti.
- E il Vecchio non l'ha mai voluta vedere?
- Così mi era stato sempre detto, ma il giorno in cui andai in pensione ricevetti una busta direttamente dal figlio Piero: conteneva sei foto della mia LM e in un paio si vedeva Ferrari che la osservava attentamente con interesse. Il fatto che le abbia conservate per così tanti anni e addirittura delegate dopo la sua scomparsa affinchè mi fossero consegnate al mometo giusto mi riempie d'orgoglio. Sarò stupido, ma la penso così.
Capella annuì e aggiunse:
- Ma non crede che il Vecchio si sia comportato troppo severamente nei suoi confronti? Che colpe aveva?
- Onestamente credo di sì, ma Ferrari andava accettato così com'era e altrettanto onestamente le confesso che nei 43 anni passati qui ho avuto grandi soddisfazioni professionali e personali. Va bene così, alla fine la somma è ampiamente positiva.
Guardò il cielo ancora sereno, ma l'aria si era fatta pungente:
- Dicono che domani infine arriverà il freddo vero e forse qualche fiocco di neve. Era ora. Venga Capella, andiamo a farci una sigaretta - e si alzò dalla sedia.
Rimasero sotto l'arco appoggiati al muro a fumare mentre il cane esplorava il territorio, poi si salutarono.
- Grazie per avermi tenuto compagnia e buon anno ingegnere!
- Buon 2016 anche a lei Vincenzo.

Avendo mia moglie creduto si trattasse di una storia vera, tengo a precisare che pur utilizzando alcuni nomi reali, gli altri personaggi e fatti di questo racconto sono di pura fantasia ed eventuali coincidenze sono da considerarsi puramente casuali. 8-)
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da sundance76 » 01/01/2016, 22:24

Iniziare l'anno con un racconto come questo è uno dei migliori auspici che un "matto dalle gare" potesse desiderare. Grazie Power, peccato non poter ricambiare adeguatamente.
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

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da duvel » 02/01/2016, 0:20

Un grazie a Powerslide per il bel racconto ;)
Quella faccina 8-) mi spinge a pensare che ci sia stata un'ispirazione particolare...
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da Niki » 02/01/2016, 10:47

Se poi potessi mettere una foto di quella LM, così potremmo goderne anche io. Magari di piccole dimensioni o di bassa qualità, così da non farla fregare da nessuno.
Certo che due ore d'attesa dal vecchio. Era un'ira diddio altro checccc
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da 330tr » 02/01/2016, 13:31

:o :clap:
Bellissimo, come al solito..tutta la vicenda mi sfugge, ma mi sa che c'è più che un fondo di verità, nella storia.. :think:

PS. @amministratori: PERCHÉ NON CREARE UNA SEZIONE DEDICATA???(scusate l'urlo ma così è più evidente :mrgreen: )
Tipo: "i racconti di GPX".
Ho sempre paura che vadano dispersi..chi si ricorderà più tra due anni che questa perla è su "auguri"??
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da Niki » 02/01/2016, 13:38

Veramente dovrebbe esserci, o comunque c'era una sezione con le memorie di Power.
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da Powerslide » 03/01/2016, 12:47

Niki ha scritto:Se poi potessi mettere una foto di quella LM, così potremmo goderne anche io. Magari di piccole dimensioni o di bassa qualità, così da non farla fregare da nessuno.
Certo che due ore d'attesa dal vecchio. Era un'ira diddio altro checccc


Ho chiesto a Niccolò se me ne può scannerizzare un paio e mandarmele.
Però Forghieri so che ne ha di migliori, con i particolari dell'allargamento delle carregiate. Fu chiesto a Vaccari di riprodurre un telaio come gli originali, sennò non passava l'omologa un'altra volta, ma di aggiungere delle ventature esterne per supportare il nuovo attacco dei braccetti delle sospensioni. Inoltre tutti i tubi del talaio intorno ai passaruota, quelli ovviamente dove non passava nè acqua nè olio, furono imbussolati per sopportare le nuove sollecitazioni.
A metà degli anni 70 la 365LM (così l'avevano ribattezzata) spiccò dei tempi a Fiorano simili alla 512S
La volle testare anche Lauda che ne rimase affascinato, nonostante le ruote coperte non l'attizzassero più di tanto.
Ah, già, dimenticavo: la macchina fu portata via da Forghieri e sostituita con una LM di serie a Maranello per conto di un cliente. Per fare ciò, Furia approfittò delle due ore di attesa di Scardìa in cui anche il Drake fu bloccato in ufficio.
Attualmente dipinta in Rosso China metallizzato è appesa al soffitto del salotto buono di Forghieri.
Non ha alcun valore collezionistico perchè sprovvista di numero di telaio.

@ Niki ma come devo dire che è tutta e solo fantasia :mrgreen:

@ duvel la faccina l'ho messa apposta per suscitare sospetti :mrgreen:

@ sun non ti preoccupare: di amici avvocati prima o poi si ha sempre bisogno 8-)

@ tutti un grazie per aver avuto la pazienza di leggermi :clap: :clap: :clap:
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da Niki » 03/01/2016, 15:21

Powerslide ha scritto:@ Niki ma come devo dire che è tutta e solo fantasia :mrgreen:


Guarda che ci credo :lol: :mrgreen:
Comunque nonostante il tuo terrore atavico, ogni cosa rimarrà confinata in questo sito più che se fosse gestita da CIA-Stasi_Kgb in persona 8-)
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da echoes » 04/01/2016, 10:09

Buon anno a tutti!!! :mrgreen:

Scusate la latitanza ma ho staccato un po dalla routine quotidiana con un viaggio zaino in spalla in quel di Cuba per 20 gg e sono rientrato ieri sera.

Un abbraccio a tutti e ancora tanti auguri di un ottimo 2016!!

ps. Power, grazie del racconto di fantasia... :mrgreen:
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da duvel » 24/12/2016, 17:54

Carissimi tutti, Auguri di buon Natale e buone feste :angelic-green:
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da Baldi » 24/12/2016, 18:30

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