E' indubbio che la McLaren sia in una fase prestazionale ascendente, però secondo me quest'anno l'alternarsi delle superiorità di McLaren e Ferrari, al di là del serrato ritmo di sviluppo che i top team si impongono per restare davanti (e che può portare allontameneti ed avvicinamenti relativi), è molto condizionato anche dalle caratteristiche delle piste che via via vengono affrontate.
Una vettura che la Ferrari del 2004 godeva di un tale margine sulla concorrenza da rendere pressoché irrilevanti fattori "ambientali" come il tipo di tracciato e di asfalto, le temperature, etc. etc.
In situazioni di sostanziale equilibrio tecnico (come avvenuto per lunghi tratti della stagione scorsa) sono proprio i fattori ambientali a diventare determinanti, la diversa capacità di una macchina o di un pilota ad adattarsi a questa o a quella pista spostano quei mezzi secondi che fanno la differenza e possono portare a capovolgimenti radicali delle classifiche nel giro di 2 settimane.
Piste come Magny Cours, carratterizzate da una prevalenza di curve medie e veloci e da un fondo stradale liscissimo, sono quasi delle gallerie del vento su asfalto e valorizzano in particolare quelle macchine che hanno una resa migliore in condizioni quasi "ideali", anche in termini di altezze da terra (malgrado la presenza dell'ultima chicane). Penso di poter dire che la Ferrari viene premiata nelle piste in cui l'efficienza aerodinamica prende il sopravvento sugli altri fattori.
A Silverstone la situazione è già diversa.
Devo dire però che il passo di Hamilton nella prima parte di gara mi ha stupito, nelle libere di venerdi non mi pareva di aver visto una differenza di ritmo di questo tipo rispetto alle Ferrari. Ma bisogna considerare che questo gap ce lo aveva solo l'inglese, Kovalainen è stato un termine di paragone molto più abbordabile.
E allora mi vengono in mente due cose: la prima è che probabilmente in questo week end la McLaren si è adattata meglio della Ferrari al comportamento delle gomme sull'asfalto di Hockenheim. Massa a fine gara ha detto che la macchina era molto difficile da guidare e pur nn volendo dire niente di specifico ha menzionato le gomme.
La seconda è che alla fine senza i grandi piloti non si fanno i grandi risultati. Non ho particolare simpatia per Hamilton, ma bisogna ammettere che ha quel "qualcosa" che nessuno sa esattamente cosa sia, ma che tutti (o quasi) sanno riconoscere quando lo vedono.
Hamilton deve ancora commettere alcuni degli errori terribili che accompagnano la crescita di tutti i piloti, anche dei migliori. Alla sua età quasi tutti i supercampioni i cui nomi affolanno gli albi d'oro sgomitavano per farsi notare nelle formule minori. Lui è in testa al mondiale e ne ha già perso uno per 1 punto.
Ma quello che conta di più è che quando è in pista dimostra personalità, sicurezza (anche quando sbaglia), capacità di imporsi mettendoci del proprio. In alcune delle sue vittorie la "quota pilota" è stata molto ben riconoscibile e oggi non succede spesso.
Massa è un pilota molto veloce, ma mi fa venire in mente una frase detta tanti anni fa su Rene Arnoux "è capace di andare fortissimo quando è in giornata, me non di sapere il perché". Forse era una frase ingenerosa già nei confronti di Arnoux e magari lo è ancora di più nei confronti di Massa, ma non sono sicuro che il brasiliano sia quello che gli inglesi chamano "championship material" (cioè uno in grado di vincere il titolo, al di là della velocità che indubbiamente ha).
Nel duello finale con Hamilton aveva comunque dei problemi ai freni. E devo dire che ho apprezzato il suo comportamento nel corso del sorpasso. Preferisco i duelli in cui i piloti si lasciano reciprocamente spazio e chi frena più tardi passa davanti. Come succedeva prima che si diffondesse la "moda" dei cambi di traiettoria.
Raikkonen resta un oggetto misterioso. L'anno scorso ha vinto il titolo, ma non mi ha convinto come aveva fatto (as esempio) nel 2005. L'unica gara del 2007 in cui mi è parso di rivedere il Raikkonen che avevo tanto ammirato due stagioni prima è stata quella di Spa. In altre occasioni l'ho visto come un passeggero della sua macchina e dall'analisi delle sue prestazioni, rispetto a quelle di Massa, l'evidenza del suo contributo personale non è stata sempre chiara.
So che dicendo questo scatenerò le ire di qualcuno, ma lo dico da grande estimatore di Kimi che da un po' di tempo si trova in uno stato di perplessità perché Kimi pare mostrare il talento che tutti gli riconosciamo solo a gare alterne.
Non ho guardato con piacere la gara di Alonso. Lo stimo davvero e mi auguro un suo ritorno a breve in un top team, ma domenica l'ho visto davvero poco efficace nei duelli diretti. Ho tentato troppi attacchi velleitari, con scarse possibilità di successo, mettendosi al tempo stesso nella condizione di essere superato da chi lo seguiva. Non vorrei che il temperamento e l'impazienza stessero prendendo il sopravvento sulla lucidità. Nessuno si aspetta che vinca con questa Renault, ma, ricordando il pilota che massimizzò così splendidamente il rendimento precario della sua monoposto nell'estate del 2006, senza mai perdere la testa (nemmeno quando sarebbe stato giustificabile), non si può non rimanere perplessi davanti a gare poco consistenti come quella tedesca.