da echoes » 04/12/2007, 12:03
riprendendo una news che avevo postato mi sembra a gennaio, vi posso dire che, per quanto ne sappiamo, il gruppo daimler ha il 40%, Ron Dennis e Mansour Ojjeh (ricordo, proprietario del gruppo Tag) hanno il 15% a cranio mentre la 'Bahrain Mumtalakat Holding' (posseduta dallo sceicco Ahmed bin Mohammed bin Hamad Al Khalifa, membro della famiglia reale locale) si è comprata il restante 30% (prima di proprietà di Dennis e Ojjeh).
sulla percentuale di capitale arabo in ferrari non ricordo...mi informero'...
aggiungo solo due cosucce...è normale che "gli arabi" come vengono chiamati investano nella f1, in ogni caso è un prodotto che, bene o male, vende e soprattutto rende, basta vedere il fatto che c'è sempre qualcuno pronto a rilevare una squadra che decide di vendere (jordan, midland, spyker e adesso force india nel giro di pochissimo tempo...); che ci piaccia o no, questi signori hanno tanta di quella liquidità da far spavento e la investono, questo senza intaccare la "purezza" di una squadra (finchè si chiamerà mclaren, sarà sempre una squadra inglese...che piaccia o no...come la toyota è giapponese...)
sempre sulla mecca (e questo soprannome cade a fagiolo...ok, scusate...) non credo che il gruppo daimler smantelli lo stabilimento esistente, con sede, galleria del vento, macchinari ecc ecc (e credo proprio si tratti ben piu' di 4 soldi, la spyker è stata venduta per 88 milioni di euro e non ha nulla di paragonabile alla mecca)...trattasi comunque di un polo tecnologico all'avanguardia e ormai le comunicazioni non sono piu' quelle dell'epoca della sede distaccata di barnard, ma possiamo vivere in tempo reale in qualsiasi punto del globo e le informazioni (leggi, progetti) possono essere trasferite veramente con la rapidità di un click.
detto questo, spero veramente che la scuderia inglese resti su livelli di eccellenza per lungo tempo, nella mia immagine loro sono gli avversari e vincere senza di loro (ovviamente con un gioco onesto) non è la stessa cosa...
a presto
echoes04
"E' l'eterno e sempre presente pericolo della morte a rendere sublimi le corse automobilistiche" (S. Moss)